Direttore: Alessandro Plateroti

Ieri sera, forse per la 1° volta da quando ricopre il ruolo di Primo Ministro, Draghi ha “perso le staffe”. E’ accaduto durante l’incontro con i sindacati, in cui all’ordine del giorno vi erano temi riguardanti la riforma pensionistica e le misure fiscali, oltre alla discussione sugli ammortizzatori sociali. Temi di grande attualità, in considerazione anche dell’avvio dell’iter di approvazione della Legge di Bilancio.

In mattinata il Presidente del Consiglio, in un incontro con alcuni studenti a Bari, aveva fatto un’affermazione piuttosto significativa, da cui si può intuire quale è il suo pensiero: “Dopo anni in cui l’Italia si è dimenticata di voi (giovani), le vostre aspirazioni e attese sono al centro dell’azione di Governo”.

L’Italia è il Paese in cui 1 giovane su 3, tra i 20 e i 34 anni, non studia né lavora (penultimo in questa classifica, preceduto solo dalla Grecia), con un tasso di disoccupazione giovanile del 29%. La percentuale di “abbandono” degli studi è ancora elevatissima; di contro, quella dei laureati è tra le più basse d’Europa. Tra il 2008 e il 2020, 1 giovane su 16 ha scelto (o è stato costretto, il confine tra le 2 opzioni è molto sottile)di emigrare. Senz’altro non per lavorare nelle miniere del Belgio o della Ruhr in Germania, magari in qualche multinazionale o Banca d’Affari londinese (anche se con la Brexit le cose sono pesantemente cambiate da gennaio), ma pur sempre di emigrazione si parla. Per quelli che sono rimasti, lo scenario non è dei migliori: precarietà spesso è la parola d’ordine , con disparità contrattuali e retributive, e conseguente difficoltà a crearsi una situazione di vita accettabile. Anche formare una famiglia spesso non è cosa semplice: basti pensare, per es, alle difficoltà, in alcune situazioni contrattuali, a richiedere un mutuo.

Il dilemma è evidente: insistere su alcune situazioni previdenziali attuali porterebbe sicuramente ad accentuare il divario tra le categorie più giovani e le meno giovani. I primi si troverebbero, tra qualche anno, a sopportare un deficit previdenziale insostenibile, che ricadrebbe sulle loro prospettive pensionistiche.

Da qui, molto probabilmente, l’irritazione di Draghi, che a un certo punto, appellandosi ad impegni “precedentemente assunti”, ha abbandonato l’incontro.

Va detto, peraltro, che, come era facilmente prevedibile, si sta verificando una sorta di “assalto alla diligenza”, favorita dalla discussione sulla legge finanziaria (e con la chiusura della “tornata elettorale” che ha riguardato l’elezione di diversi sindaci). Quasi tutte le forze politiche vogliono “segnare il territorio”, dimentiche della situazione emergenziale. Il fatto che si siano raggiunti livelli di crescita non abituali per il nostro Paese e che, grazie alla capacità di Draghi, di mediare con l’Europa, ottenendo aiuti imprescindibili per la stabilità della nostra economia, in clima di grande condivisione sulle “cose da fare”, stiamo vivendo una sorta di “new deal”, probabilmente sta spingendo i partiti e le forze sociali a ritenere che il peggio sia passato e che, quindi, possano “rialzare la testa”.

Ma il percorso è ancora lungo. E tanti, come ricordato non più tardi di ieri, sono i rischi. Come il nostro Primo Ministro, poco portato ai trionfalismi, ben sa.

Ieri sera ancora una seduta positiva per il mercato americano, anche se con chiusure lontane dai massimi. Forse anche per questo la mattinata asiatica procede in territorio negativo. La piazza più pesante, come spesso succede, è quella di Hong Kong, penalizzata da molti titoli tecnologici (indice settoriale circa – 3%). Non bene anche Shanghai, con perdite superiori all’1%. Un po’ meglio Tokyo, il cui Nikkei arretra dello 0,5%. A pesare, peraltro, anche nuovi lockdown che le autorità cinesi, terrorizzate dal rischio di un ritorno dei contagi, hanno proclamato in alcune zone. Basti pensare che a Lanzhou, città da 4 milioni si abitanti, sono bastati 6 casi accertati (35 in tutta la Cina….)per bloccare in casa la popolazione, che potrà uscire solo per casi gravi. E 1 solo caso, qualche settimana fa, era stato sufficiente per bloccare gli scali di Shanghai.

Futures USA appena positivi, mentre quelli europei sono frazionalmente deboli.

In flessione le materie prime: petrolio – 1,18%, con le quotazioni del WTI a $ 83.75. Torna sotto i $ 6 (5.966)il gas naturale.

Arretra anche l’oro, che si riporta sotto i $ 1.800 ($ 1.791).

Spread a 105,6 bp, con il BTP che torna ad un rendimento vicino all’1%. Treasury USA sempre intorno a 1.63%.

Stabile €/$, sempre a 1,160.

“Vacilla” il bitcoin, in arretramento verso i $ 60.000.

Ps: e quindi, ancora una volta, Sorrentino rappresenterà l’Italia agli Oscar. E’ stata la mano di Dio è il film prescelto per la sezione miglior film straniero. L’Italia è il Paese della “grande bellezza”. Ma è anche il Paese in cui il richiamo al fatalismo o al sovrannaturale è molto frequente laddove non riusciamo a dare una spiegazione più “oggettiva” a quanto ci succede.

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ultimo aggiornamento: 27-10-2021


L’infinito

Precarietà 2