Direttore: Alessandro Plateroti

Cerchiamo di capire meglio quello che si scriveva ieri a proposito della precarietà del mondo giovanile.

Partiamo dall’istruzione, la base di tutto.

Dai test Invalsi emerge che oltre la metà degli studenti delle scuole medie superiori, soprattutto al Sud, non raggiunge le competenze “minime” in italiano e matematica. Secondo l’Istat, con riferimento al 2020, oltre il13,1% dei giovani tra i 18 e i 24 anni ha abbandonato gli studi, per un totale di oltre 500.000 giovani (media europea 9,9%). Solo il 27,8% dei ragazzi tra i 30 e i 34 anni sono laureati, contro il 40% della media europea: dietro di noi solo la Romania….Siamo invece al 1° posto per il numero di “Neet” (Not in Employment, Education or Training)nel segmento 15-29 anni: nel 2020 2.100.000 giovani su un totale di poco meno di 10ML in tutta Europa.

Un giovane su 2, nella fascia 25-29 anni, è disoccupato. Il dato più alto a livello europeo. In molti il lavoro non lo cercano neanche, che abbiamo detto poco sopra. Altri magari ce l’hanno: peccato che sia “in nero”. Certo la pandemia ci ha messo del suo: nel settore turistico-alberghiero si sono persi 246.000 posti di lavoro, di cui più della metà under 35. Nella fascia 25-34 anni rispetto a 12 mesi fa abbiamo il 10,2%  di disoccupati in più, mentre gli inattivi sono cresciuti del 2.6%, con un tasso di disoccupazione giovanile stabilmente oltre il 30%. Oltre la metà degli under 35, oltre a dichiarare contratti inesistenti o precari, dichiara un reddito inferiore ad € 10k annui, che rende praticamente impossibile una vita autonoma. Ma la cosa più grave e drammatica è che circa ¾ dei giovani ritiene che riceverà una pensione assolutamente inadeguata per assicurare un livello di vita dignitoso.

Tra il 2008 e il 2020 1 giovane su 16 (il 6%)nella fascia 25-34 anni ha scelto di emigrare (oltre 355.000 persone, 70.000  solo nel 2019), mentre 96.000 sono rientrati, con un saldo negativo di 259.000 giovani che hanno lasciato il nostro Paese (1/3 laureato). L’Ocse calcola che l’Italia spenda, per la formazione e l’istruzione, sino all’età di 25 anni, circa € 320.000 per ogni giovane: se è vero il dato sull’emigrazione giovanile, è come se facessimo investimenti per conto dei Paesi che poi accolgono i nostri ragazzi, già istruiti e formati.

Ma la cosa forse più grave e peggiore è la difficoltà oggi, per un giovane, è “diventare” adulto.

Non è un caso che sotto i 35 anni ci si sposa meno e si fanno meno figli (media 1,24 per donna, contro l’1,5 della media europea). Oggi si diventa mamma a 32 anni. La maggior parte dei giovani che lascia la famiglia va a vivere in affitto, per quanto l’abitazione di proprietà sia uno degli obiettivi più importanti: nell’anno in corso, il 43% dei mutui è stato rilasciato agli under 36.

Ma il dato che forse fotografa meglio la situazione è un altro: la metà dei giovani italiani (50,3% secondo il Censis)vive in una situazione socio-economica peggiore di quella vissuta dai loro genitori alla stessa età. Sappiamo che dal 2000 ad oggi il PIL italiano è stato stagnante: ma la cosa drammatica è che, almeno sino ad oggi, non si è avuta un’idea di futuro.

Più che comprensibile, quindi, l’irritazione di Draghi dell’altro giorno nei confronti delle parti sociali. Ma il messaggio, quasi certamente, non era rivolto solo a loro, considerato che, da quanto emerge nella discussione in corso sulla Legge di Bilancio, i provvedimenti sulla riforma pensionistica (con l’avvento di quota 102 solo per il 2022), oltre ad altri provvedimenti in tema fiscale pe le aziende, si va verso soluzioni che non aggravino ulteriormente la situazione previdenziale.

Mercati asiatici in calo questa mattina, spinte dal ribasso delle materie prime (petrolio – 2%, Gas naturale – 1,3%, minerali di ferro – 6%, rame – 5%, alluminio – 3%): Shanghai fa segnare – 1%, il Nikkei 0,9%, mentre Hong Kong “tiene” la parità. In calo anche l’India (- 0,4%), mentre fa eccezione Seul, che cresce dello 0,4% grazie al rialzo del settore tech, con Samsung che ha pubblicato i dati, battendo le stime degli analisti.

Futures in rialzo ovunque, dopo che ieri sera a Wall Street il Nasdaq aveva chiuso a + 0,25%, mentre il Dow è sceso dello 0,74%.

Petrolio (WTI) a $ 82, mentre il gas naturale ferma il suo ribasso a ridosso di $ 6.0.

In controtendenza l’oro, che torna sopra i $ 1.800 (1.803).

Spread a 107,5, con il rendimento del BTP che si riporta sopra l’1%.

Treasury a 1,55%, da 1.64% di ieri.

Non si muove l’€/$, ancorato a 1.160.

Ancora debole il bitocoin, che scende a $ 58.850.

Ps: è stato presentato ieri a Roma il progetto Velocity, il servizio di “taxi volanti” che potrebbe entrare in attività dal 2024, collegando, in 15-20’, l’aeroporto di Fiumicino alla stazione Termini. L’elicottero, totalmente elettrico, sarà costruito dalla tedesca Velocopter, che dovrebbe gestire, insieme ad Atlantia, il servizio. Costo previsto per la tratta € 140.

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ultimo aggiornamento: 28-10-2021


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