Lunedì avevamo scritto della necessità del ritorno di SuperMario, indispensabile per ridare forza all’azione di Governo e accantonare la “palude” in cui ci siamo trovati nelle settimane immediatamente precedenti l’elezione del Presidente della Repubblica.
Il secondo Consiglio dei Ministri in 3 giorni, dopo quello di lunedì, certifica che Draghi “si è ripreso” l’esecutivo, mettendo in un angolo, almeno per ora, il “vociare” della politica (peraltro impegnata, in questi giorni, a “leccarsi le ferite” dopo i fallimenti della settimana scorsa, alla ricerca di nuovi equilibri e, forse, di nuove alleanze). Non va però dimenticato che ci troviamo alla vigilia di un anno elettorale di un anno elettorale particolarmente importante: le prossime elezioni politiche di primavera saranno chiamate ad eleggere, in tutti i sensi, un “nuovo Parlamento, non solo perché verrà rinnovato, ma soprattutto perché sarà il primo Parlamento “ridotto”, con un numero di deputati e senatori di molto inferiore a quelli avuti sin qui. Senza considerare la possibilità che vi si arrivi con una nuova legge elettorale che possa evitare situazioni già viste, con l’impossibilità di definire un vincitore. Da sempre l’anno che precede quello elettorale non è mai semplice: il Governo in carica sa che è a “termine”, per cui difficilmente le forze elettorali che lo sostengono hanno voglia di “intestarsi” manovre rigorose e disciplina nei conti. Questo potrebbe essere il maggior ostacolo per Draghi, che, peraltro, ha sempre dimostrato di saper navigare anche nei mari più procellosi.
Ci sarà tempo, ovviamente, per tornare in argomento. Intanto il “qui e ora” è fatto di PNRR, di lotta alla pandemia e di rilancio economico.
Il primo argomento sarà il vero obiettivo del Consiglio dei Ministri di oggi, con nel “mirino” la transizione ecologica, la digitalizzazione e la riforma della giustizia, senza dimenticare quella della pubblica amministrazione, con ben 600 processi amministrativi da semplificare nei prossimi anni.
La lotta alla pandemia ormai fa intravvedere “la luce”: con il 31 marzo dovrebbe finire l’emergenza sanitaria , ma già ora si può notare un’inversione della tendenza, con la curva dei contagi (e i ricoveri ospedalieri) in diminuzione.
Il tema della ripresa economica passa non soltanto dalla nostra capacità di sfruttare nel migliore dei modi le imponenti risorse che il Next Generation EU-PNRR ci mette a disposizione, ma anche dal ciclo globale.
Detto del 2021, straordinario per molti Paesi (noi tra quelli), il 2022 è iniziato con qualche ombra, con le previsioni dei più importanti Centri di ricerca e delle maggiori Istituzioni Finanziarie-Monetarie in calo rispetto a quelle di pochi mesi fa. In estrema sintesi, il PIL dovrebbe crescere del 4,3/4,4% a livello globale, del 4% per l’Eurozona e del 3,8% per gli Stati Uniti. L’inflazione e l’aumento delle materie prime (il petrolio è aumentato, nel solo mese di gennaio, del 17%, con il WTI a $ 88, mentre il Brent già oggi si trova a $ 90, con molti analisti che vedono “quota 100”) sembrano il maggior ostacolo: da qui l’importanza delle nuove politiche monetarie che verranno messe in atto dalle Banche Centrali, chiamate allo stesso tempo a modulare gli interventi per non zavorrare oltremodo la ripresa.
Un segnale che si possa andare verso un rallentamento ci arriva dalla curva dei tassi, che si va sempre più “appiattendo”. Un fenomeno, come già scritto in altre occasioni, che si verifica quando i rendimenti dei titoli a “breve” (2 anni) si avvicinano sempre di più a quelli a “lunga” (10 anni). Quello che sta avvenendo negli USA, dove il differenziale è sceso a soli 63 pb: era 175 bp circa 1 anno fa, sceso a 75 bp prima delle riunione della FED di una decina di giorni fa. Di solito, quando si arriva all’inversione, quello è il segnale che il mondo è alle porte di una recessione (il “segnale” arriva con un anticipo di circa 12-18 mesi).
Negli ultimi giorni, ma anche nelle ultime ore, la FED americana sembra più “ morbida”, almeno a leggere il tono delle sue comunicazioni. Non a caso i mercati hanno reagito prontamente ed in modo piuttosto evidente: il Nasdaq, quello più “flagellato” dalle vendite nel mese di gennaio, in 3 sedute ha recuperato circa il 7,5% (ieri + 0,6%), con il $ che si è indebolito verso l’€, riavvicinandosi a 1,13 (nei momenti di tensione finanziaria la valuta americana diventa “bene rifugio”) e il rendimento del treasury che sembra aver trovato un “porto sicuro” verso l’1,77-1,79%. E anche oggi i futures sembra indicare una giornata positiva per tutti i mercati.
Giornata iniziata bene, da quanto si può vedere dalle chiusure asiatiche: sempre chiusa Shanghai per il capodanno cinese (là il Capodanno dura una settimana…), Tokyo chiude in progresso dell’1,7%. Bene un po’ tutte le piazze, da Sidney a Mumbai, in crescita dell’1%.
Futures, come detto, positivi: si va dal + 1,10% del Nasdaq al + 0,5% dello S&P, al circa + 0,4/0,5% dell’Europa.
Petrolio ancora in salita, con il WTI a $ 88,49 (+ 0,23%).
Gas naturale + 3,19%, $ 4,918.
Oro che oscilla intorno ai 1.800$.
Spread più calmo dopo la (prevedibile) fiammata di lunedì: questa mattina lo troviamo a 136 bp, con il rendimento del BTP a 1.37%.
€/$, come detto, a 1,1278, con l’€ ancora in recupero.
Bitcoin più tranquillo questa mattina, a confermare i $ 38.000 di ieri.
Ps: diversi, oggi, gli argomenti meritevoli del “Ps”, dal Festival di Sanremo (anche quest’anno targato Fiorello più che Amadeus), alla morte di Tito Stagno, il giornalista che raccontò lo sbarco sulla luna del 1969 (preistoria). Ma una è più “meritevole”. Ormai siamo abituati a vedere “battuta all’asta” qualsiasi cosa (pochi giorni fa, qui da noi, anche il volantino con cui le Brigate Rosse hanno rivendicato il rapimento di Aldo Moro). Ma che potesse andare all’asta anche la chiave della cella del carcere a Robben Island in cui è stato rinchiuso, per 18 anni, Nelson Mandela, forse può sembrare eccessivo. Questa era la volontà degli eredi, ma una lite famigliare (come si trattasse di discutere sulle luci lasciate accese o sul tappo del dentifricio lasciato sul lavandino) ha, per il momento, impedito la vendita.