Com’era facilmente prevedibile, la vita politica italiana è focalizzata sulla campagna elettorale in vista delle elezioni del 25 settembre. Campagna elettorale che, per ora, non passa attraverso programmi tesi non si dice a migliorare la vita dei cittadini ma, almeno, a far si che non peggiori, ma si ferma alle alleanze e a definire chi sarà legittimato ad indicare il futuro Presidente del Consiglio.
Intanto il tempo passa, e i nodi cominciano a venire al pettine. Ce lo dicono anche S&P e Moody’s, due tra le principali società di rating, che nei giorni scorsi hanno “suonato l’allarme” sul nostro Paese, riducendo da positive a stabili le prospettive per il nostro debito. Ma, più delle parole, per quanto importanti, degli osservatori e degli esperti, ce lo dicono i fatti. Senz’altro dovuti anche ad una situazione più generale e non solo imputabili alla crisi politica, ma, appunto per questo, che forse rendono ancora più difficile da comprendere la scelta, quasi dissennata, di alcune forze politiche di “mandare a casa” Draghi.
Continua a salire lo spread, forse il “termometro” più attendibile in merito alla situazione del nostro Paese: ieri, dopo aver toccato i 248bp, è leggermente ripiegato, tonando sotto i 240 bp. Ma questa mattina, nei primi scambi, lo troviamo a 254 bp.
Ieri il Tesoro ha piazzato € 6MD di Bot a 6 mesi: per la prima volta dal 2018, il rendimento, seppur di poco, è volato sopra lo zero, a 0,628%, contro il – 0,088% di maggio. Ed oggi sarà la volta del collocamento di BTP a 5-10 anni per circa € 6,25MD.
Il calo della fiducia di famiglie e imprese è sempre più evidente (per le prime l’indice ha toccato 94,8, minimo da maggio 2020, per le seconde 110,8 punti), e non recepisce ancora le preoccupazioni per la crisi di Governo.
Si è già detto, nei giorni, dell’impatto dell’aumento dello spread sul costo del debito: il Tesoro calcola in 5,5MD annui (circa 3 decimali di PIL) il maggior costo derivante da un aumento di 100 bp dei rendimenti. Rispetto alle stime del 2021, il costo degli interessi, su un arco temporale di 3 anni, ha già superato i 30MD. Dall’altro lato, la caduta del PIL, altro elemento certo che il nostro Paese si troverà ad affrontare, previsto per l’anno prossimo sotto l’1% (e quindi circa 1,5% in meno rispetto al precedente tendenziale 2,3%), significa minori entrate erariali (oltre che minore ricchezza per i cittadini). Il “combinato disposto” maggiori interessi-minore crescita significa che il Tesoro potrebbe trovarsi con circa € 20MD in meno da poter riservare alla manovra finanziaria che dovrà essere presentata entro il prossimo autunno (e che sarà il primo banco di prova per il futuro Governo).
Ma forse una notizia può darci la percezione della gravità della situazione più di spread, tassi che salgono, costi che aumentano.
L’Italia, oltre ad essere uno dei maggiori consumatori di acque minerali, è anche uno dei maggiori produttori. Fonti di Vinadio, produttrice dell’acqua Sant’Anna, è tra le più note aziende del settore e forse la più grande. Ieri Alessandro Bertone, AD della Società, ha deliberato il riconoscimento di uno stipendio straordinario a tutti i dipendenti (circa 200) in considerazione dell’aumento del costo della vita che le famiglie si trovano ad affrontare. Diciamo che se la nostra classe politica avesse questa sensibilità, probabilmente non ci troveremmo in questa situazione e a discutere di quanti seggi spettano alle prossime elezioni…
Intanto, come previsto, ieri la FED ha nuovamente ritoccato i tassi, confermando l’aumento dello 0,75%, portandoli così al 2,25/2,50%. La cosa che ha favorevolmente colpito i mercati sono state le dichiarazioni di Powell, Presidente FED, che non ha dato così per scontati nuovi aumenti futuri (per quanto ancora molto probabili).
Ieri giornata euforica per Wall Street: i listini, già positivi, hanno avuto un’impennata dopo le parole di Powell, con il Nasdaq che ha chiuso a + 4,26%, miglior seduta dall’aprile 2020. Lo S&P, in rialzo del 2,6%, è al livello più alto dall’8 giugno.
Più tranquilli, questa mattina, gli indici asiatici, con Tokyo e Shanghai in marginale rialzo e Hong Kong, invece, in ribasso dello 0,17%.
Petrolio (WTI) nei “pressi” dei $ 100, in crescita dell’1,55%.
Gas naturale Usa a $ 8,614.
Segnali di vita dall’oro, che si rafforza dell’1%, a $ 1.748.
Spread a 245 bp, nuovamente in crescita rispetto alla chiusura di ieri (anche se leggermente inferiore ai primi scambi di giornata). BTP intorno al 3,40%, con il bund a 0,95%. Stabile il treasury Usa, a 2,79%.
€/$ a 1,021.
Vivace il bitcoin, il rialzo del 9% a $ 23.226.
Ps: oggi parliamo di fantascienza. In Arabia Saudita, il principe Mohammed Bin Salman è intenzionato a costruire un agglomerato urbano (NEOM) gigantesco, con un investimento stimato di $ 1.000 MD. L’asse principale sarà una costruzione lunga 170 Km (centosettanta chilometri), larga 200 mt, alta non più di 500, in cui dovrebbero vivere circa 9ML di persone, con giardini pensili e una metropolitana ad alta velocità in grado di trasportare gli abitanti da un capo all’altro in circa 20’. Fantascienza o follia….?