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Tassi sui mutui, in quale paese i più convenienti?

Un recente studio condotto da facile.it e mutui.it ha messo a confronto diversi nazioni ottenendo risultati sorprendenti

L’Italia è fra i paesi nel mondo dove richiedere un mutuo conviene di più. È questo il risultato di una recente ricerca che ha messa a confronto i tassi dei mutui applicati dalle banche di diverse nazioni. Quattordici, per la precisione. In ognuna di queste si è cercato di finanziare un immobile del valore di 180.000 euro, richiedendo dunque un aiuto economico a pari a due terzi del sua stima. 120.000 euro da ripagare in vent’anni.

L’Italia in cima alla classifica

Con un TAEG (Tasso Annuo Effettivo Globale) fisso fra 0,88% e 0,98%, e uno variabile oscillante fra 0,67% e 0,77%, nessuno fa meglio dell’Italia, che da anni sta vedendo le domande di accesso al credito aumentare considerevolmente. Questo anche grazie agli incentivi dedicati ai cittadini più giovani per l’acquisto della prima casa. Vicino al gradino più alto del podio si trovano solamente altre nazioni europee. Come la Germania e la Spagna, rispettivamente con un tasso d’interesse del 1,18% e del 1,64%.

Cercare di farsi finanziare casa richiede un esborso economico maggiore fuori dall’Unione Europea. In Brasile specialmente. In questo caso il tasso fisso richiesto dalle banche sale al 6,7%. In Russia siamo al 4,95%, mentre paesi come Giappone a Stati Uniti fanno registrare 2,13% e 2,25%. Tiene ritmi più “europei” il Canada, con l’1,44%.

banca

Alcuni fattori da tenere in considerazione

Come sottolineato anche da Ivano Cresto, dirigente di facile.it, vi sono alcuni fattori che è bene tenere in considerazione in un’analisi del genere. Prima di tutto che l’Europa tende ad adottare una formula per ricavare il tasso d’interesse comune a tutte le nazioni. 

In secondo luogo che nei paesi extra-europei l’inflazione ha già ripreso a galoppare, portando i tassi di conseguenza a raggiungere livelli più elevati. Quando anche in Europa ciò avverrà potremo assistere ad una grossa variazione del quadro evidenziato dallo studio.

Davide Arcidiacono

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