L’Italia oggi si sveglia sul tetto del mondo, almeno per quel che riguarda il tennis: anche noi, evidentemente, abbiamo il nostro “Goldilock” (anche se i riccioli non sono d’oro, ma rossi, non così distanti quindi), come nella celebre fiaba Riccioli d’oro e i tre orsi, pubblicata quasi 200 anni fa, da cui ha preso spunto la definizione, appunto, di Goldilock. Termine a cui si si fa riferimento quando si assiste ad un ciclo economico tutto sommato equilibrato, in cui l’inflazione rimane contenuta e la crescita non è surriscaldata, con le autorità monetarie che da ruolo di protagoniste assumono quello di “osservatrici”. Un primato che ci mancava, visto che mai nessuno, sino ad ora, era riuscito nell’impresa.
Eppure di primati, negli anni, anche recenti, il nostro Paese ne ha toccati. Tralasciando quelli sportivi (a dire il vero non molti), sul fronte economico/finanziario diversi sono i settori in cui siamo all’avanguardia. Per esempio, pur essendo noti, nel mondo, per essere degli “spendaccioni”, con un debito pubblico tra i più elevati al mondo, sia in termini assoluti che, ancor di più, percentualmente, siamo tra coloro che, a livello privato, risparmiano di più.
Siamo, tra i Paesi europei, insieme alla Spagna, quello che ha saputo reagire meglio alla crisi scatenata dal Covid.
Abbiamo alcuni distretti produttivi (per esempio il bresciano) con il più alto contributo di PIL a livello europeo.
Siamo leader europei nel riciclo dei rifiuti speciali e urbani, con un tasso che arriva a superare l’80%, ben superiore alla media europea (circa 54%) o, per esempio, della Germania, ferma al 70%.
Abbiamo una società (Enel) tra i più grandi, se non il più grande, operatori al mondo nel settore delle rinnovabili, con una produzione energetica che, nel 2022, ha superato i 59 GW (1 GW è uguale a 1 MD di watt).
Siamo leader assoluto nel settore del tessile e della moda, primo esportatore europeo e secondo al mondo dopo la Cina (ma lì è un altro tipo di tessuti, e parlare di “moda” forse è inappropriato).
Sul design siamo forse il Paese più gettonato al mondo: basta pensare a cosa è diventato il Salone del mobile.
E ancora, siamo tra le mete turistiche più richieste al mondo: solo nel 2023, su un numero di turisti complessivo di 451 ML, oltre la metà (52,4%) sono stati gli stranieri.
Siamo i primi produttori al mondo di vino, con una produzione superiore ai 50 ML di ettolitri, con un contributo all’export che si avvicina a € 10 MD.
E anche sulla tecnologia non scherziamo: siamo i primi esportatori al mondo di apparecchi a raggi ultravioletti e infrarossi ad uso medico-chirurgico.
Siamo primi al mondo per l’export di apparecchi per bevande calde e cottura di alimenti.
Nel settore manufatturiero siamo tra i leader mondiali della cantieristica, soprattutto quella di altissima qualità (navi da crociera, yatchs e cigayatchs, i cargo merci li lasciamo alla Corea…).
E si potrebbe continuare.
Venendo alla nostra “materia”, quest’anno il nostro indice MIB è quello che, almeno in Europa, ha fatto meglio: nonostante il calo di ieri (– 1,14%, ma le prese di beneficio sono salutari perché allontanano il “surriscaldamento”: un po’ come quando si fa bollire l’acqua, quando “tracima” dalla pentola abbassiamo il gas – o la piastra – e comunque manteniamo la temperatura a livello ideale, permettendo la cottura ideale degli alimenti), siamo al + 12,93%, distanziando di 1 punto Madrid (+ 11,72%), di 3 punti Francoforte (+ 9,87%), di ben 7 la Francia (+ 5,23%), di 5 l’Eurostoxx (+ 7,95%).
Domani è il “d-day” della BCE, con il ribasso, ormai scontato (le ripercussioni, se così non fosse, non si farebbero attendere, sia sulle borse che, ancor di più, sui mercati obbligazionari, con i rendimenti che prenderebbero probabilmente il volo) dello 0,25%. Da lì ricominceranno le “scommesse”, con previsioni che vanno da un’altra (1 sola) limatura entro l’anno a ben 4: anche questa volta è probabile che il detto in medio stat virtus dimostri la sua validità, e quindi con un paio di altri tagli entro l’anno.
Il resto “lo scopriremo solo vivendo”, aggrappandoci (più che altro lo faranno la Lagarde e Powell) ai dati e ai numeri che di volta in volta verranno comunicati, attenti alle minime sfumature e cercando di interpretarle nella maniera più corretta. Ma, come tutte le interpretazioni (difficile che si potrà avere una lettura “univoca” dello stato dell’economia, a meno che la situazione non imbocchi una strada inequivocabile, essendo, da sempre, il mondo diviso tra chi ha una visione più ottimistica e chi, invece, preferisce essere più prudente, per non dire guidato dal pessimismo – fermo restando che, in questi casi, spesso viene definito “sano realismo”).
Nonostante ieri la giornata fosse iniziata male, i mercati USA, grazie ad un buon recupero finale, hanno chiuso nuovamente in territorio positivo, con il Dow Jones a + 0,36%, il Nasdaq a + 0,29%, S&P 500 + 0,2%.
Infatti, il non buonissimo dato relativo alle nuove offerte di lavoro (8,059 ML vso i precedenti 8,4 ML di marzo, peggior dato dal 2021) ha alimentato le speranze di un prossimo intervento da parte della FED.
Incerte, questa mattina, le borse asiatiche: il Nikkei scivola dell’1,04%, mentre Shanghai arretra dello 0,47%.
In buona salute, invece, l’Hang Seng di Hong Kong, che sale dello 0,38%.
Leggerissimo recupero per il Sensex di Mumbai, dopo la “batosta” (– 5,39%) di ieri a seguito dei risultati elettorali (anche se non ancora definitivi): vero che Modi otterrà il terzo mandato consecutivo, ma dovrà, questa volta, chiedere aiuto, non avendo raggiunto la maggioranza che gli consentirebbe, come in passato, di governare in assoluta autonomia.
Futures ovunque in crescita, con rialzi intorno allo 0,20%.
Sempre più giù il petrolio, ormai ai minimi dell’anno, con il WTI sceso a $ 73,20 (– 0,18% questa mattina).
Gas naturale Usa a $ 2,643 (in rialzo, questa mattina, del 2,05%).
Da segnalare la discesa, allo snodo di Amsterdam, del megawattora, a € 35.
Spread a 130,8.
In recupero i rendimenti obbligazionari.
Il nostro BTP si allontana dal 4%, arrivando a segnare il 3,86%.
Bund a 2,53%, dopo che nei giorni scorso aveva toccato il 2,70%.
Treasury a 4,35%.
€/$ stabile, a 1,0875.
Balzo del bitcoin, che si piazza ben oltre i $ 70.000 (70.879).
Ps: manca ancora qualche giorno, ma i festeggiamenti sono già iniziati. Infatti, sta per compiere 90 anni (la sua prima immagine risale al 9 giugno 1934) Donald Fauntleroy Duck, meglio conosciuto come Paperino.
Chi, nella vita, non ha letto almeno una delle sue avventure e non si è sentito un po’ “paperino”: un personaggio quasi mai vincente (anzi, quasi il contrario), che deve affrontare spesso dei fallimenti, ma non per questo si arrende (nulla, comunque, rispetto a Willy il Coyote, il più grande perdente della storia, ma anche il più grande resiliente che si conosca) e continua a fare la sua vita, zio e “fidanzato” felice. E proprio questo forse lo rende simpatico: non come Topolino, sempre perfetto, mai una parola fuori posto, con la soluzione a portata di mano, un “problema solving” costante. Che noia….