Direttore: Alessandro Plateroti

Neutralità.

Questa sembra essere la “parola d’ordine” delle Banche Centrali con riferimento ai livelli di tasso.

Ormai è nota l’idea che, dopo il picco di questa prima parte dell’anno, l’inflazione (8,3% negli USA, 7,5% nell’area € le ultime rilevazioni) dovrebbe iniziare a “ripiegare”, tornando verso il 2/2.3% in Europa, forse ad un livello leggermente superiore negli USA.

Ecco quindi che la politica monetaria delle 2 Banche Centrali è orientata verso quei livelli, diventando, appunto, neutrale.

Dalle minute della FED, rese pubbliche ieri, arriva la conferma che sta preparando due nuove strette da 50 bp ognuna, di cui la prima a giugno. I mercati scontano, pertanto, questo scenario, che vede i tassi posizionarsi, entro la fine dell’anno, tra il 2,50 e il 2,75%. Diverso sarebbe se si raggiungesse la soglia del 3, se non addirittura, del 3,50%, livelli che aprirebbero la strada quasi certamente a nuove cadute dei mercati.

Mercati che, nel momento in cui, come ieri, in sostanza a prevalere è l’allineamento tra le attese degli operatori e le notizie provenienti dalle Banche Centrali, reagiscono positivamente. La mancanza di  notizie negative, infatti, è all’origine del rimbalzo a cui abbiamo assistito, con rialzi nell’ordine dell’1% e più da parte di molti indici (Milano + 1,52%, Nasdaq + 1.48%, Madrid + 1.49%). Una boccata di ossigeno per i listini, alle prese con uno dei maggiori primi semestri che si ricordino. Lo S&P 500, per esempio, nonostante il + 0.95% di ieri, da inizio anno perde il 17.05%, peggior performance dal 1970. Non molto meglio sta andando per i listini di mezzo mondo: il Nasdaq è tra i peggiori, con una perdita del 27%. In Europa i cali sono tra l’11 e il 14% (Milano – 11,3%, Dax – 11,8%, Cac Parigi – 11,9%), con l’eccezione di Madrid (un marginalissimo + 0,5%) e Londra (+ 1,87%).

Comincia a farsi largo tra gli operatori un cauto ottimismo, grazie al quale prende piede l’idea che le Borse siano destinate, se non a riprendersi, a ritrovare una maggior stabilità, con le quotazioni che, da qui a fine anno, dovrebbero spingersi su livelli superiori agli attuali (si ipotizza un + 10%), ma comunque inferiori a quelli di inizio anno. Da notare che il livello di cash all’interno dei portafogli degli investitori (soprattutto fondi) è al 6%, la quota più alta dal 2001 (l’anno degli attentati alle Torri Gemelle) ad oggi. Insomma, una serie di combinazioni che potrebbe far intendere che i minimi sono stati toccati e che, da qui in avanti, potremmo iniziare a vedere la volatilità ridursi. Per quanto lo “spettro” della recessione continui ad alleggiare, costringendo gli operatori a “navigare a vista”.

Si delinea con maggior chiarezza anche l’azione della BCE. Si da per scontato, oramai, che tra luglio e settembre si tornerà a tassi a zero, con 2 rialzi da 0,25% (anche se qualcuno continua a chiedere un rialzo a luglio più “secco”, pari allo 0,50%). Di certo quello che per quest’anno non dovrebbe essere contemplata è la riduzione del bilancio della BCE, e quindi la vendita, mese per mese, dei titoli acquistati in questi ultimi anni (come invece sta iniziando negli USA, dove dovrebbe partire da questo mese da $ 60 MD, per poi gradualmente salire a $ 95MD). Dovrebbero invece terminare i “prestiti minati” (identificati dalla manovra TLTRO), equivalenti a € 2.200 MD di liquidità messa a disposizione del sistema bancario per sostenere le imprese e le famiglie.

Ripiegano nel finale gli indici asiatici. Chiusura in negativo per il Nikkei (- 0,27%) e Hong Kong (a poco più di un’ora dalla chiusura fa segnare – 0,83%), mentre Shanghai si avvia a chiudere in territorio positivo (+ 0,33%).

Futures al momento leggermente negativi, con il Nasdaq a – 0,51% e Dow a – 0,10%.

Petrolio stabile, con il WTI a $ 110,8 (+ 0,31%).

Gas naturale che invece “rompe” il muro dei $ 9 (9,067, + 0,71%).

Lieve calo per l’oro, a $ 1.845.

In recupero lo spread, in calo a 195bp, con il BTP a 2,95%. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha comunicato che a giugno, con inizio il 20 e termine il 23, ci sarà una nuova emissione di BTP Italia, che potrà avere una durata di 6 e 10 anni, con un’importante novità: la possibilità, per il sottoscrittore retail (il collocamento sarà riservato solo alle persone fisiche), di avere un doppio “premio fedeltà”. Uno percepito durante la vita del titolo, l’altro, come al solito, a scadenza (per chi, ovviamente, avrà mantenuto il titolo).

Treasury a 2,76%, stabile.

Stabile anche €/$, a 1,0678.

Bitcoin sempre a $ 29.700 (- 0,34%).

Ps: il mondo è ancora una volta sconvolto dalla nuova strage avvenuta in una scuola americana. Ormai, le morti per armi da fuoco sono la prima causa di morte tra bambini e adolescenti (0-19 anni) negli Stati Uniti.

In assoluto, si calcola che, solo nel 2020, siano morte, nel Paese, oltre 45.222 persone per le ferite riportate da armi da fuoco. Non a caso gli USA sono il Paese con la maggior concentrazione di armi tra gli abitanti (si calcola 120 armi ogni 100 abitanti, in Italia siamo a 14,4 ogni 100 abitanti). Numeri che lasciano esterrefatti. E c’è qualcuno che si chiede ancora il da farsi per diminuire questa mattanza….

Riproduzione riservata © 2024 - EFO

ultimo aggiornamento: 26-05-2022


Il più grande d’Europa?

Il ruolo di Draghi