Il Recovery Fund è stato dotato di un freno di emergenza, un meccanismo di controllo sugli altri Paesi. Cerchiamo di capire cos’è e come funziona.
Le trattative sul Recovery Fund hanno visto approvata a mozione relativa al freno di emergenza. Si tratta di un meccanismo chiesto dall’Olanda per controllare come verranno investiti ed utilizzati i fondi previsti dagli aiuti.
Il freno di emergenza però non è esattamente come l’avrebbe voluto dall’Olanda poiché è stato alleggerito dai vari confronti. Questo soprattutto perché dal Recovery Fund dipende l’erogazione di tutti i fondi, anche quelli destinati all’Italia. Vediamo quindi di capire cos’è e da quali meccanismi è regolato questo freno di emergenza.
Freno di emergenza: cos’è
Come ormai è noto il Recovery Fund è uno strumento grazie al quale gli Stati membri possono ottenere fondi per contenere l’emergenza Coronavirus. In queste sovvenzioni sono compresi sia prestiti che agevolazioni a fondo perduto.
L’erogazione dei fondi è legata ad alcune riforme, che dovranno prendere il via su precisa indicazione dalla Commissione Europea. Nello specifico gli aspetti si cui si focalizzeranno sono:
- salute
- lavoro
- liquidità alle imprese
- settori amministrativi e giudiziari
- crescita sostenibile
- green economy
- conversione digitale
L’Olanda ha subito voluto introdurre il freno di emergenza per il Recovery Fund, in modo da bloccare i fondi degli Stati non in linea con le riforme e gli altri obiettivi. In ogni caso, oltre al Freno di Emergenza del Recovery Fund, sarà la stessa Commissione Europea grazie al comitato economico finanziario. Sarà così possibile avere dei pareri precisi sull’effettiva osservanza degli obiettivi dell’UE.
Le possibili conseguenze
Se durante i controlli i Paesi dell’Eurozona non attueranno le riforme previste, sarà convocato il Consiglio Europeo, ovvero l’organo preposto al controllo degli stati. Questo significa che verrà convocato un incontro e l’erogazione dei fondi verrà bloccata, per un periodo massimo di 3 mesi. Il blocco, pensato e voluto dal blocco dei Paesi Frugali, ha l’obiettivo di destinare le risorse solo a spese in linea con gli obiettivi di Bruxelles.