Direttore: Alessandro Plateroti

Nella giornata in cui il CdM si è riunito per stendere la bozza della Nota di aggiornamento al DEF, il Premier Draghi ha ribadito che sino al 2024 la politica economica non potrà che essere espansiva.

La crescita di questi 3 anni sarà un passaggio obbligato per consentire di mettere in sicurezza i nostri conti pubblici ed assicurare stabilità finanziaria. Per raggiungere l’obiettivo, diventa indispensabile che il PIL si mantenga su una “velocità di crociera” a cui non siamo abituati: oltre all’ormai certo + 6% per l’anno in corso, si ipotizza un + 4,7% l’anno prossimo (oltre quindi alle precedenti stime del + 4,2%), + 2,8% per il 2023 e + 1,9% nel 2024. Il rapporto debito/PIL già quest’anno dovrebbe assestarsi al 153,5% (meno quindi rispetto al 154,5% stimato sino a pochi giorni fa), con un rapporto deficit/PIL al 9,4%. L’obiettivo dichiarato è che il rapporto debito/PIL nell’arco del triennio scenda al 146,1%: certamente ancora superiore al 135% pre-pandemia, ma lontano dal 155.6% del 2020 (con punte anche del 159%), per tornare ai livelli pre crisi entro il 2030.

Gli effetti della ripresa, con il fondamentale aiuto che arriva dai vaccini, sono peraltro già evidenti.

Lo scorso week end le sale cinematografiche hanno realizzato i maggiori incassi da quando è cominciata la pandemia, con € 4.8 ML.

La Confcommercio prevede per quest’anno un aumento dei consumi pari al 4.9%, che diventerà il 3,5% l’anno prossimo. A trainare le spese saranno salute e casa. Si calcola che oltre 1,2 ML di italiani siano interessati ad acquistarne una, mentre ben 10 ML desiderano ristrutturala (in questo è fondamentale l’ecobonus 110%: non a caso il Governo ha deciso la sua proroga sino al 2023). Non da meno saranno gli acquisti di beni durevoli (elettrodomestici e autovetture): già ora possiamo notare come la produzione industriale sia in forte aumento (+ 9,4% a luglio), il doppio rispetto ai beni di consumo (+ 4,2%).

Un freno potrebbe arrivare dall’erosione del potere di acquisto dovuta all’aumento eccezionale dei prezzi, con l’inflazione ormai al 3% anche da noi. Ne sono un esempio gli aumenti, a cui si accennava ieri, a partire da domani delle bollette di luce e gas (rispettivamente + 29,8% e + 14,4%), che ha costretto l’esecutivo a “scovare” € 3.5MD di risorse per alleggerire i bilanci di famiglie e imprese.

Azioni

La ripresa dei consumi (e delle economie)non riguarda comunque solo il nostro Paese. Situazioni analoghe si stanno osservando un po’ ovunque, grazie anche ai grandi risparmi accumulati negli ultimi 20 mesi, che ora iniziano ad essere rimessi in circolo. Fa eccezione la Gran Bretagna, con la fiducia dei consumatori in forte calo. Diverse le cause: dall’aumento delle tasse, annunciato dal Premier Boris Johnson, allo shock energetico, con aumenti pesanti delle bollette, all’inflazione, più alta rispetto ad altre aree (si ipotizza un + 4% per l’anno in corso).

Ieri sera seduta fiacca per gli indici statunitensi, con il Dow a + 0,26%, mentre il Nasdaq ha chiuso appena negativo (– 0,12%). Andamento analogo nella notte per i mercati asiatici: positiva la Cina, con Shanghai che si appresta a chiudere intorno all’1%, mentre Tokyo ha fatto registrare uno – 0,25%. Sulla parità Hong Kong, dove arretra Evergrande. La società immobiliare ha ceduto ieri azioni della partecipata Shengjing Bank per circa $ 1.5MD, cedendole ad una Compagnia statale. Operazione importante, quindi, non tanto sotto l’aspetto puramente finanziario (1,5MD significano lo 0,5% del debito di oltre $305 MD accumulato dalla società), quanto piuttosto per il significato “politico”, quasi a confermare la volontà del Governo di Pechino di lanciare una “scialuppa” di salvataggio.

Futures saldamente positivi questa mattina: la notizia che la Camera del Congresso USA ha dato il via libera alla legge che sospende gli effetti dello sforamento del debito (e quindi, di fatto, evita il “congelamento” delle attività di molti uffici pubblici)ha dato nuovo slancio ai mercati.

Petrolio stabile, con il WTI $ 74.94.

In leggero recupero l’oro, dopo il nuovo calo di ieri, che lo ha portato sotto i $ 1.730.

Non si ferma il rafforzamento del $: siamo oramai ad un rapporto €/$ 1,16, massimo (per il $)degli ultimi 12 mesi.

Spread a 101,7, con il BTP che scende allo 0,80%.

Treasury a 1,51%.

Riprende la corsa del Bitcoin, che questa mattina si è portato con forza sopra i $ 43.000 (43.593).

Buona giornata.

Roberto

Ps: è nota la “passione” per la casa da parte degli italiani. A differenza di quanto succede, però, in altri Paesi, da noi si fa un minor ricorso al debito, preferendo utilizzare i risparmi a disposizione. Infatti, a fine 2020, i finanziamenti (mutui)in essere sono pari “solo” ad € 391MD. In Germania siamo a quasi 4 volte tanto (€ 1.629MD), con una popolazione di circa 20ML superiore (+ 25% rispetto a quella italiana). In Gran Bretagna si arriva addirittura a € 1.666 MD, ed in Francia siamo a € 1.116 MD. Ci supera anche la Svezia, con una popolazione nettamente inferiore alla nostra, con € 469 MD. E pensare che oggi i tassi che si trovano nel nostro Paese sono tra i più bassi di sempre e tra i più bassi in Europa.

A cura di:

Roberto Ravera Consulente finanziario

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ultimo aggiornamento: 30-09-2021


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