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E quindi “il gatto è nel sacco”.

Dopo l’ennesimo braccio di ferro, si è finalmente sbloccata la trattativa per il varo del 6° pacchetto di sanzioni alla Russia: il Presidente ungherese Orban “porta a casa” un altro risultato,permettendo al Patriarca ortodosso Kirill, grande amico di Putin, di essere escluso dalle sanzioni. Viene confermato, quindi, l’embargo al petrolio russo che viaggia via mare (circa il 90% dell’export verso l’Europa), mentre viene evitato al blocco a quello che arriva via oleodotto (quindi quello che rifornisce l’Ungheria, oltre che Repubblica Ceca e Slovacchia, tutti Paesi senza alcuno sbocco sul mare). Inoltre, viene esteso il blocco dello Swfit a Sberbank, una delle più importanti banche russe. Rimane, peraltro, il tema “politico”: oggi lo statuto della UE prevede che alcune decisioni (tra cui quelle che riguardano i rapporti tra UE e altri Paesi) richiedano l’unanimità. La preoccupazione, neanche troppo velata, è che l’Ungheria, visti i rapporti tra il proprio Presidente e Putin, sia una sorta di “testa di ponte” della Russia, rendendo sempre più difficile l’assunzione, da parte della UE, di iniziative volte a depotenziare Mosca.

Ieri, dopo un avvio delle negoziazioni in forte calo, il petrolio ha chiuso la giornata in rialzo dell’1,5%, con il WTI a ridosso dei $ 117. L’Opec+, il cartello che riunisce alcuni tra i più grandi produttori di petrolio, ha deciso di ridurre i tagli a suo tempo avviati, aumentando la produzione di circa 650.000 barili giorno. In questo modo viene in gran parte compensata la caduta della produzione russa, che quest’anno, come fonti dello stesso governo hanno dichiarato, dovrebbe passare da 10 mgb a circa 8,7 mgb, con una contrazione giornaliera, quindi, di circa 1,3 mgb (si tenga conto che “l’extra produzione” dei Paesi Opec+ è stimata in circa 2 mgb.

Intanto, sempre ieri, i mercati sembrano aver dimenticato, almeno in parte, le parole del CEO di JP Morgan, Jamie Damon, che il giorno precedente aveva creato non poco allarme, dichiarando che siamo alle porte di una tempesta epocale. Il recupero, negli ultimi 10 giorni di mercato, è stato piuttosto evidente: grazie anche al + 2,75% di ieri, per esempio, il Nasdaq è rimbalzato di circa il 10% dai minimi, lasciando spazio a scuole di pensiero secondo le quali il peggio potrebbe essere passato. Di certo i dubbi rimangono: sempre ieri, Lael Brainard, potente n. 2 della FED, ha detto che le attese di un rialzo dei tassi dello 0,50% a giugno e luglio sono realistiche. I dati macro americani, peraltro, continuano a mostrarsi contraddittori: ieri, per esempio, è emerso che i nuovi posti di lavoro creati a maggio dal settore privato sono stati 128.000 anziché i previsti 300.000. Oggi, invece, sono attesi quelli sull’occupazione totale, con attese di creazione di 325.000 posti di lavoro, e la diminuzione del tasso di disoccupazione al 3.5% dal 3.6% di aprile.

Questa mattina borse della Great China chiuse per festività (come pure Londra, in concomitanza con il Giubileo di platino della Regina Elisabetta, iniziato ieri). Tokyo, sulla scia dei rialzi di Wall Street chiude in rialzo di oltre l’1,27%. Salgono anche molte delle altre borse del Far East, da Seul a Sidney.

Futures europei che “adeguano” gli indici alle chiusure di ieri sera di New York, mentre sembrano più cauti, per quanto positivi, quelli USA.

Petrolio che stabilizza i prezzi di ieri ($ 116.70 WTI).

Debole il gas naturale a $ 8,372 (- 1,48%).

Oro a $ 1.871.

Spread a 203,80, con il BTP a 3,29%, rendimento più alto dall’autunno 2018. Il rialzo dei rendimenti, peraltro, è generalizzato: il treasury USA tratta a 2,92%.

In forte recupero l’€, con €/$ a 1.0756.

Torna sopra quota $ 30.000 il bitcoin ($ 30.489, + 1.80%).

Ps: hanno destato rumore le dimissioni di Sheryl Standberg, la 52enne braccio destro (era Chief operating officer) di Mark Zuckerberg in Meta. Quando è arrivata,l’allora Facebook, fondata nel 2004, generava ricavi per $ 200ML; la lascia con $ 117 MD di fatturato e $ 46 MD di profitti. Oltre ad un patrimonio personale di $ 1.6MD. 14 anni non passati invano, si direbbe.

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ultimo aggiornamento: 03-06-2022


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