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Decreto Ristoro, cos’è, cosa comprende e quali sono gli aiuti per le aziende

Il Governo, a seguito del DPCM di ottobre, ha varato il Decreto Ristoro per aiutare i lavoratori più colpiti dalle restrizioni. Scopriamo di cosa si tratta e cosa prevede.

Il recente Consiglio dei Ministri ha varato il Decreto Ristoro, il nuovo gruppo di misure a sostegno dei lavoratori. Il Governo infatti, consapevole delle dure restrizioni imposte ad alcuni settori, ha velocemente lavorato a questa manovra che comprende aiuti molto importanti.

Lo stesso ministro Gualtieri ha sottolineato che il Decreto si focalizza su aziende ed esercizi pubblici di ristorazione, cultura, intrattenimento e attività sportive. Nonostante questo però la tensione sociale è aumentata, provocando proteste anche violente in tutte le città italiane. Scopriamo quindi cosa prevede il Decreto Ristoro e come andrà in aiuto delle imprese italiane.

Decreto Ristoro: chi riceverà gli aiuti

Il Presidente del Consiglio, già durante l’annuncio del DPCM di ottobre, ha anticipato che le manovre di aiuto si sarebbero concentrate sui settori più colpiti. Palazzo Chigi è infatti consapevole della situazione precaria in cui si trovano molti imprenditori. Per questo ha deciso di stanziare circa 4,5/5 miliardi di euro per la manovra.

Giuseppe Conte

Inoltre, secondo quanto anticipato, i destinatari degli aiuti saranno aziende e partite IVA, compresi gli esercizi pubblici colpiti dal DPCM di ottobre. Si stima che questo Decreto dovrebbe dare una mano ad almeno 350.000 realtà. In particolare per coloro che devono chiudere o limitare gli orari delle proprie attività. Tra le categoria comprese da questi aiuti possiamo quindi trovare gelaterie, pub, ristoranti, bar, pasticcerie, teatri, cinema, discoteche, sale giochi, piscine, palestre e impianti sciistici. Vediamo quindi quali sono le manovre di aiuto previste dal Decreto Ristoro.

Entità ed erogazione dei contributi

Gli aiuti diretti ai lavoratori del Decreto Ristoro si basano su due presupposti fondamentali, ovvero i contributi a fondo perduto e l’accredito diretto. Infatti lo stesso Premier Conte ha spiegato che il Mise e il Mef stanno lavorando per definire entità e modalità di erogazione dei sussidi.

In generale però possiamo dire che l’Agenzia delle Entrate si occuperà di eseguire l’addebito dell’eventuale contributo direttamente sul conto corrente, come già avvenuto col Decreto Rilancio. Questo decreto però escludeva alcuni soggetti economici, come realtà con fatturato superiore a 5 milioni di euro. In questo caso i tempi saranno più lunghi, mentre chi aveva già fatto richiesta per altri sussidi potrebbe ricevere il contributo a novembre. Le cifre comunque, secondo le stesse parole di Gualtieri, saranno superiori agli indennizzi precedentemente varati.

Nel Decreto Rilancio si offriva il 10, 15 o 20 % in base a ricavi o compensi compresi in diminuzione rispetto al 2019, e per le persone fisiche un minimo di 1.000 euro, aumentato a 2.000 per le persone giuridiche. Il Decreto Ristoro prevede indennizzi più elevati che dovrebbero coprire dal 100 al 200% della riduzione di fatturato. Probabilmente saliranno al 400% per le attività che non hanno riaperto. In ogni caso il tetto massimo di copertura delle perdite delle attività dovrebbe essere di 150 mila euro.

Decreto Ristoro: IMU e affitti

Uno degli aiuti più importanti inseriti nel Decreto Ristoro è la cancellazione temporanea dell’IMU. La rata dell’imposta scade normalmente a dicembre, ma quest’anno, a causa dell’emergenza, dovrebbe essere eliminata per imprese e soggetti economici interessati dal DPCM.

Secondo quanto previsto questa misura dovrebbe pesare sul bilancio per circa 114 milioni di euro. Inoltre il Decreto prevede anche una proroga sul credito d’imposta sugli affitti. Questo sostegno per imprese e commercianti che devono sostenere spese di affitto, dovrebbe durare tre mesi. In particolare ci sarà la possibilità di scontare il credito del canone o cederlo al proprietario.

Decreto Ristoro: cassa integrazione e bonus

Tra le manovre previste dal Decreto Ristoro ci dovrebbe essere anche la proroga alla Cig. In particolare sarebbe prevista per tutte quelle imprese che l’hanno utilizzata continuativamente e per quelle a cui scade a novembre. Il periodo ipotizzato per il prolungamento della Cassa integrazione è di sei o dieci settimane, per una spesa totale di 1,6 miliardi di euro.

Inoltre è prevista un’indennità di circa 1.000 euro dedicata a tutte le categoria più in difficoltà, tra cui gli stagionali di spettacolo, turismo, operatori dei centri sportivi, lavoratori occasionali ed intermittenti e a domicilio. Questo bonus dovrebbe quindi aiutare tutte quelle categorie colpite dalla chiusura e dalle limitazioni imposte dal DPCM di ottobre.

Rimane però ancora da definire l’erogazione e le modalità relative a questo bonus una tantum, ma per il mese di novembre le categorie non comprese nella cassa integrazione potrebbero ricevere 800 euro. Infine sembra che nel Decreto Ristoro siano comprese anche misure aggiuntive ed integrative per il Reddito di emergenza, anch’esso del valore di 800 euro al mese.

Davide Marroccoli

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