Direttore: Alessandro Plateroti

IMU e TASI sono due delle imposte comunali che si basano sugli stessi criteri di calcolo. Cerchiamo di capire che tasse sono e come funzionano.

Quando si parla di IMU e di TASI bisogna ricordarsi che si fa riferimento a due imposte distinte, anche se molto spesso si tende a confonderle. Questo capita perché entrambe le tasse vengono calcolate utilizzando gli stessi criteri, ma in realtà si riferiscono a servizi diversi.

Nello specifico l’IMU è la tassa sulla proprietà degli immobili, mentre la TASI è relativa a servizi come illuminazione, cura del verde pubblico, pulizia delle strade. Insomma si tratta di tutti quei servizi a carico del Comune e di cui possono usufruire tutti i cittadini, per i quali non si può trovare un’utenza specifica. Vediamo quindi di capire come funzionano IMU e TASI.

IMU e TASI: cosa sono

Come abbiamo detto sia IMU che TASI sono imposte comunali relative a servizi differenti. Infatti l’IMU è la tassa per la proprietà sugli immobili e deve essere pagata per tutte le seconde case e per le rime case, ma solo nel caso si tratti di immobili di lusso.

LA TASI invece riguarda tutti quei servizi che il Comune eroga per i suoi cittadini e di cui tutti possono usufruire. Possono essere alcuni esempi la manutenzione e la pulizia delle strade, opere a giardini o verde pubblico o anche l’illuminazione. Spesso si tende a confondere queste due imposte, soprattutto a causa dei molti punti in comune. Nello specifico possiamo dire che:

  • IMU e TASI hanno gli stessi criteri di calcolo e base imponibile
  • stesso metodo di calcolo del periodo di proprietà
  • In entrambi i casi i comproprietari pagano in basa alla quota in loro possesso
  • stesse regole per le case assegnate a coniugi in caso di separazione o divorzio
  • medesimo obbligo di pagamento anche in caso di decesso di uno dei due coniugi
  • stesso trattamento per quello che riguarda immobili rurali e strumentali

Differenze tra IMU e TASI

Abbiamo già detto che è spesso si crede che IMU e TASI siano la stessa, anche perché entrambe le imposte comunali hanno dei punti in comune. Tuttavia ci sono molte differenze tra IMU e TASI che è fondamentale comprendere se si vogliono fare bene i conti. Possiamo quindi dire che:

  • la TASI è un contributo sui servizi locali, perciò devono versarla anche gli inquilini e chi detiene un alloggio sociale. Normalmente la quota va dal 10 al 30% e nel caso di immobili sociali l’imposta va calcolata con le aliquote stabilite e poi divisi tra inquilino e proprietario
  • nell’IMU, anche nel caso di affitto di una stanza, considera la casa come abitazione principale. Nella TASI l’inquilino paga una quota con aliquota dell’abitazione principale
  • nel caso di cooperative edilizie l’imposta è totalmente a carico della stessa cooperativa perché ogni volta che si può parlare di abitazione principale, l’obbligo ricade sul proprietario
  • i terreni agricoli sono esenti dalla TASI, mentre, nel caso dell’IMU, l’esenzione è relativa solo ai terreni incolti

Pagamenti e agevolazioni

Per quanto riguarda i pagamenti di IMU e TASI possiamo dire che chiunque possiede un immobile e lo utilizza come abitazione principale, non deve pagare queste tasse. Bisogna versare l’IMU se si possiedono immobili, terreni o aree edificabili.

denaro mani casa
Fonte foto: https://pixabay.com/it/photos/ipoteca-casa-soldi-bilancio-3580537/

Come per ogni imposta però esistono delle agevolazioni di cui è possibile usufruire. Infatti l’importo su cui si calcolano IMU e TASI si riduce della metà, ad esempio, per gli immobili concessi in comodato d’uso o a titolo gratuito tra genitori e figli. Per accedere a queste agevolazioni devono essere rispettate contemporaneamente determinate condizioni. Ovvero:

  • registrare il contratto all’Agenzia delle Entrate
  • il contratto deve essere tra genitori e figli e non vengono considerate altre parentele
  • i figli devono risiedere e avere dimora abituale nello stesso Comune dove è situato l’immobile
  • i genitori devono usare l’immobile come abitazione principale e quindi devono vivere abitualmente e avere residenza nell’immobile
  • il comodante, e quindi il genitore, deve possedere al massimo un altro immobile, adibito ad abitazione principale, situato nello stesso Comune in cui c’è quello dato in comodato
  • l’immobile concesso in comodato non deve essere di lusso, perciò non deve essere registrato al catasto come categoria A1, A8 o A9

In ogni caso, visto che IMU e TASI variano in base al Comune, proprio il Comune può imporre delle aliquote agevolate per i casi che non rispettano le caratteristiche sopra elencate. Anche in questi casi la base imponibile non si riduce, ma può cambiare il valore dell’imposta.

In caso di ritardo

Se si versano in ritardo IMU e TASI bisogna ricordare che verrà applicato un interesse sull’imposta, che ammonta allo 0,8% annuo, e una sanzione sull’imposta da versare. La sanzione va calcolata in base ai giorni di ritardo nel pagamento. In questi casi c’è quello che viene definito ravvedimento e può essere:

  • sprint – sanzione dello 0,1% giornaliero se il pagamento arriva entro 14 giorni dalla scadenza
  • breve – la sanzione sale al 1,5% se il versamento viene effettuato tra 15 e 30 giorni dopo la scadenza
  • medio – 1,67% se si paga dopo 30 giorni, ma entro 90
  • lungo – quando si paga dopo 90 giorni. La sanzione in questo caso è fissata a 3,75%

Fonte foto:
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ultimo aggiornamento: 13-10-2020


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