Comprende i debiti contratti sia con investitori internazionali che con investitori nazionali, tra cui banche, aziende e privati. Questo debito viene rifinanziato regolarmente attraverso emissioni di nuovi titoli del debito.
I titoli di stato del debito pubblico sono strumenti finanziari emessi dallo Stato italiano per finanziare il proprio debito. Essi rappresentano un prestito che l’acquirente fa allo Stato, il quale si impegna a restituire il capitale prestato e a pagare gli interessi a scadenza. I principali titoli di stato del debito pubblico italiano sono:
Ci sono anche alcuni altri titoli di stato con caratteristiche specifiche, come ad esempio BTP Italia, BTp Futura, BTPEuropa, etc.
Il deficit è la differenza tra le entrate e le uscite di bilancio di una entità. Un deficit di bilancio significa che le uscite sono maggiori delle entrate.
La spesa pubblica rappresenta le uscite sostenute dallo Stato per finanziare i vari servizi e programmi forniti alla società. La spesa pubblica può essere suddivisa in diverse categorie, tra cui la spesa per la difesa, la sanità, l’istruzione e le pensioni. La spesa pubblica può influire sul livello del deficit, ma non è sempre il caso poiché i ricavi possono variare in modo significativo.
Gli interessi sul debito rappresentano il costo sostenuto dallo Stato per il denaro prestato dai creditori per finanziare il proprio debito pubblico. Questi interessi devono essere pagati regolarmente ai creditori e possono influire significativamente sulle entrate e uscite di bilancio, nonché sul livello del deficit.
In sintesi:
Il rapporto tra debito pubblico e prodotto interno lordo (PIL) è un indicatore utilizzato per valutare la capacità di un paese di ripagare il proprio debito. Il rapporto debito pubblico/PIL indica la percentuale del debito pubblico rispetto al PIL.
Ci sono diversi vincoli di bilancio che possono essere utilizzati per limitare il rapporto debito pubblico/PIL. Ad esempio, la regola del 60% impone che il debito pubblico di un paese non debba superare il 60% del suo PIL. Questa regola è stata adottata dalla Unione Europea e in particolare dai paesi che hanno aderito all’Unione monetaria, l’eurozona.
Anche se la regola del 60% è una linea guida, ci sono casi in cui un rapporto debito/PIL maggiore del 60% può essere giustificato da circostanze eccezionali, come ad esempio la recessione economica o un aumento significativo dei tassi di interesse.
In ogni caso, i vincoli di bilancio basati sul rapporto debito/PIL sono una indicazione, ma non rappresentano l’unico indicatore da tenere in considerazione per valutare la situazione di un paese. Altri indicatori come il tasso di crescita economica, la sostenibilità della spesa pubblica, la situazione del mercato del lavoro, il livello dei tassi di interesse, etc, possono influire sulla valutazione della sostenibilità del debito pubblico e sull’eventuale necessità di intervenire.
L’analisi del mese di dicembre 2022 ha mostrato un aumento del debito pubblico italiano. Secondo la Banca d’Italia, a fine del periodo in esame, il debito pubblico era salito a quasi 2.771 miliardi di euro rispetto ai 2.743 miliardi (dato rivisto) all’inizio del mese, con un aumento mensile di oltre 27,5 miliardi di euro. Inoltre, rispetto al dato dello stesso mese dell’anno 2021 (2.711 miliardi di euro), il debito pubblico è cresciuto di quasi 60 miliardi.
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