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Coronabond, cosa sono e qual è il loro impatto sull’Europa

I Coronabond sono una possibile soluzione ventilata dagli economisti per finanziare gli Stati colpiti dall’emergenza Coronavirus. Ma vediamo in dettaglio cosa sono.

Vista la situazione e l’emergenza che sta interessando tutta l’Europa molti paesi hanno deciso di spingere per l’emissione di Coronabond. Si tratta di un debito congiunto tra tutti i paesi dell’Eurozona, ovvero delle obbligazioni che tutti gli Stati membri si incaricano di ripagare.

Proprio per il fatto che tutti i paesi devono sostenere questa spesa, e quindi i costi degli Coronabond, si sono creati screzi. La divisione che sta vivendo l’UE vede contrapporsi gli Stati che vorrebbero emanare questa misura per contenere la crisi e quelli che invece non vogliono impegnarsi in questa spesa, ovvero i paesi più a nord.

Ma cosa sono effettivamente i Coronabond e quali sono le conseguenze della loro emissione? Vediamo di capirlo.

Cosa sono i Coronabond

Cerchiamo di capire in dettaglio a cosa ci riferiamo quando parliamo di Coronabond. Si tratta di un meccanismo solidale che interessa tutta l’Europa e vede la distribuzione dei debiti tra tutti gli stati che fanno parte dell’Eurozona.

Sono quindi delle obbligazioni, create ad hoc, che riguardano il debito pubblico degli stessi paesi. In sostanza uno Stato può chiedere dei soldi in prestito per fare fronte ad una serie di interventi ordinari, come quelli che riguardano sanità o infrastrutture, o straordinari.

Ovvero tutte quelle manovre non programmate ed emanate per contenere l’emergenza provocata dal Coronavirus. Nel caso dei Coronabond però il debito non sarà a carico del solo stato, ma sarà ripartito tra tutti gli Stati membri dell’UE.

Fonte foto: https://pixabay.com/it/photos/blu-costruzione-modello-libert%C3%A0-1283011/

Proprio per questo è il motivo alla base della divisione visto che, paesi con conti in ordine e generalmente virtuosi, non vogliono appoggiare questa manovra. Al contrario i paesi del sud Europa chiedono a gran voce i Coronabond che potrebbero essere di grande aiuto per i paesi più in difficoltà, ma la cui emissione viene frenata.

Altre soluzioni all’emergenza coronavirus

Anche se l’emissione di Coronabond attraverso il Fondo salva Stati, almeno a livello ideale, potrebbe essere uno degli strumenti più adatti per uscire dall’emergenza economica, ora come ora sembra essere una strada poco praticabile.

L’alternativa su cui molti esperti puntano è l’utilizzo del Meccanismo Europeo di Stabilità o MES, che sembra essere più semplice e veloce. Questo soprattutto perché nel MES sono presenti già 410 miliardi di euro, ma anche in questo caso sono presenti delle problematiche.

Infatti il Meccanismo di Stabilità può essere utilizzato dagli Stati solo se sono in difficoltà, o comunque in condizioni specifiche. Secondo gli esperti l’emergenza provocata dal Coronavirus però non sarebbe compatibile con le regole del MES.

Proprio per questo il Presidente del Consiglio ha chiesti di istituire una task force di cui faranno parte i Presidenti di Consiglio UE, Commissione Europea, Europarlamento, BCE ed Eurogruppo.

Non è stata solo l’Italia a sostenere questa decisione, ma un grande impulso è arrivato dal Premier spagnolo Sanchez e da Francia, Irlanda,Grecia, Portogallo e Lussemburgo. L’obiettivo è quello di evitare che il virus e l’emergenza dilaghino in tutto il mondo, ma soprattutto avere una strategia compatta e vigorosa mettendo da parte i personalismi nazionali.

Le conseguenze dei Coronabond

La conseguenza più grande relativa dell’emissione di Coronabond sarebbe la stessa assenza dell’unione Europea. Infatti il rifiuto di alcuni Paesi di far parte di questo progetto potrebbe affossare le finanze dei Paesi più colpiti, contemporaneamente verrebbe a mancare la solidarietà cioè uno dei principi fondamentali dell’Unione Europea.

Fonte foto:
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Davide Marroccoli

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