Non ricordare la figura di Silvio Berlusconi equivarrebbe a negare la realtà, tanto è stata la sua influenza sulla vita politica, economica, sportiva, comportamentale del nostro Paese.
Probabilmente quanto è accaduto negli ultimi 30 anni è andato ben oltre le aspettative che lo stesso Berlusconi si era posto dando vita al partito di cui è stato leader indiscusso sino al momento della sua scomparsa e decidendo in questo modo di entrare in politica.
I cambiamenti fanno parte della natura stessa delle cose e del tempo che scorre.
Ma non c’è dubbio che vi siano dei “promotori” nonché “fautori” del cambiamento o, per lo meno, degli “acceleratori”: e il 4 volte Capo del Governo rientra di diritto tra questi.
Come nel 1994 si è aperta un’epoca, così oggi una ne finisce. Con quella che nasce tutta da disegnare, a partire da quella politica.
Prematura qualsiasi valutazione o ipotesi per quanto riguarda il futuro del suo impero economico/finanziario, vista anche la natura del business. Che ha come oggetto soprattutto l’informazione e la comunicazione, materie evidentemente molto delicate, vista la possibilità che hanno di incidere sul nostro quotidiano. Come ben sapeva l’ex Presidente del Consiglio. E che ha reso la sua figura ancora più centrale e, se si vuole, anche “divisiva”, contribuendo a renderlo un “unicum” non solo in Italia.
Venendo a temi prettamente economico/finanziari, gli sguardi sono tutti rivolti alla giornata di domani, quando la FED tornerà riunirsi e dirà la sua sull’inflazione.
Le attese sono per una forte frenata dei prezzi, con una riduzione dal + 4,9% di aprile ad un + 4,1% per maggio. Sorte analoga per l’inflazione core, che non tiene conto dei prezzi di energia e beni alimentari, in calo dal 5,5% al 5,2%.
Tutti elementi che fanno pensare che il Presidente Powell questa volta “passi la mano”, lasciando le cose invariate. Questo ci dice l’andamento del mercato statunitense, che ieri sera ha chiuso le contrattazioni in forte rialzo. Allo stesso tempo, continua il calo della volatilità, altro fattore che lascia sottintendere che l’ottimismo è il sentiment che prevale in questa fase.
Intanto la People’s Bank of China, la Banca Centrale cinese, ha deciso il taglio dei tassi “reverse repo” a 7 giorni, il primo da 10 mesi a questa parte, portandoli dal 2% all’1,9%, immettendo, in questo modo, circa $ 280 ML di liquidità sul sistema, nel tentativo di rilanciare un ciclo economico che stenta a riprendersi dallo shock pandemico. Mossa che, almeno per il momento, non sta producendo alcun effetto positivo per quel che riguarda l’andamento del mercato cinese, che forse avrebbe necessità di una scossa più forte per far ripartire gli investimenti delle imprese da una parte e i consumi delle famiglie dall’altra.
Come accennato, chiusura positiva, ieri sera, per il mercato statunitense: il Dow Jones ha chiuso a + 0,56%, il Nasdaq a + 1,79%, toccando nuovi massimi dal mese di aprile, mentre lo S&P 500 ha fermato le contrattazioni a + 0,93%.
Questa mattina a Tokyo il Nikkei di nuovo sugli “scudi” , con un rialzo vicino al + 2%, facendo segnare nuovi massimi da 33 anni.
In ripresa anche, a Hong Kong, l’Hang Seng, a + 0,65%.
Rimane “al palo” invece Shanghai, per quanto, si stia risollevando dai minimi di giornata, arrivando in questi minuti ad un frazionale rialzo.
Bene anche gli altri indici del Pacifico, con Taiwan che sale dell’1,6% e il Kospi di Seul a + 0,6%.
Buon avvio per i futures, anche oggi positivi ovunque, con l’Europa vicina al + 1%.
Ieri petrolio in caduta libera, in calo di oltre 4 punti percentuali, con il WTI a $ 67, vicino ai minimi dell’anno (questa mattina leggero rialzo a $ 67,65, + 0,7%).
Gas naturale Usa a $ 2,304, + 1,54%.
Oro in lieve ripresa, a $ 1.976 (+ 0,24%).
Spread a 163 bp, record da 14 mesi, con il BTP al 4,04%. Rendimento che, peraltro, rimane ancora più alto del Governativo greco di pari durata, al 3,76%, cosa che, evidentemente, non sfugge agli investitori, che potrebbe ulteriormente spingere nuovi acquisti.
Treasury al 3,72%.
€/$ vicino a 1,080 (1,0796).
In ripresa il bitcoin, che riconquista i $ 26.000 (26.114).
Ps: si sa che a volte la realtà supera la fantasia. E quanto successo sabato ai fratelli Esposito ne è la conferma. Salvatore, Sebastiano e Francesco Pio sono 3 calciatori professionisti, figli di Agostino, anche lui calciatore (era difensore del Napoli negli anni 80). I 3 fratelli giocano in altrettanti club: Salvatore nello Spezia, Sebastiano nel Bari, Francesco Pio nelle giovanili dell’Inter. Tutti e 3 hanno giocato sabato partite decisive: il primo nello spareggio con il Verona per rimanere in Serie A, il secondo nella partita di ritorno della sua squadra contro il Cagliari per la promozione in Serie A, il terzo nella Nazionale Under 20 nella finale mondiale contro l’Uruguay. Tutti e tre hanno perso le loro partite: fratelli sino in fondo.