Il decreto varato ieri dal Governo Draghi ci riporta alla memoria i frequenti interventi a sostegno dell’economia nei 2 drammatici anni del Covid. L’entità degli aiuti (€ 14MD, circa il doppio di quelli previsti nel momento in cui il Governo ha iniziato a riunirsi nella tarda mattinata di ieri) conferma la gravità del momento. Il “combinato disposto” guerra, inflazione, covid sta spingendo il mondo verso la recessione, se non addirittura verso la stagflazione, il pericolo n.1 per l’economia (alta inflazione e decrescita diffusa).
I provvedimenti presi dall’esecutivo prevedono molteplici provvedimenti a favore di famiglie e imprese.
Sul primo punto spicca l’una tantum di € 200 a favore di lavoratori e pensionati con redditi non superiori ad € 35.000, un “pacchetto” che da solo vale circa € 6MD. A cui va aggiunta la proroga, valida sino all’8 luglio, dello sconto di € 0,25 lt (che diventano € 0,30 al lordo dell’IVA) grazie al taglio delle accise, nonché il bonus sociale per le famiglie meno abbienti, con valore retroattivo ed estensione al 3° trimestre.
Sul fronte delle imprese, previste compensazioni sino ad € 3MD per i rincari dei materiali da costruzione per i cantieri pubblici. Previsto anche un fondo ristori per le Piccole-medie imprese più colpite dalle conseguenze economiche della guerra; varato anche un nuovo pacchetto di semplificazioni sul tema dell’impatto ambientale e finalizzato ad accelerare i tempi di autorizzazione di nuovi impianti per la produzione di energie rinnovabili.
Sul tema energia, in considerazione della necessità di trovare in tempi rapidi l’indipendenza dalle forniture russe (con il ministro Cingolani che nelle scorse settimane si è detto certo che nell’arco dei prossimi 18 mesi l’obiettivo sarà raggiunto), con un focus particolare sull’import di gas liquefatto, si da per certa la nomina di commissari straordinari che dovranno garantire lo sviluppo di nuovi impianti di rigassificazione (la momento il nostri Paese ne ha operativi solo 3).
E sempre sul tema energia ieri è scoppiata una polemica (a quanto pare poi rientrata) in merito alla presunta volontà, sempre del ministro per la transizione ecologica, di autorizzare il pagamento delle forniture energetiche provenienti dalla Russia in rubli, in aperta violazione delle sanzioni. In realtà appare sempre più probabile che le maggiori compagnie (tra cui la nostra ENI) aderiranno “all’invito” (….) del Governo russo di aprire, oltre al conto nella valuta definita contrattualmente, anche un conto in rubli: sarà poi la stessa GazpromBank a provvedere “d’iniziativa” ad effettuare il cambio, togliendo, almeno formalmente, dall’impiccio l’importatore.
Sempre a margine della conferenza stampa, Draghi si è soffermato sui “brillanti” risultati sull’occupazione ottenuti, negli ultimi 2 anni, dall’Italia. Rispetto al marzo 2021, nel nostro Paese gli occupati sono aumentati di 804.000 unità (430.000 a tempo determinato, 312.000 a tempo indeterminato, 62.000 autonomi), con un tasso di “occupazione” del 59,9%, mai così alto da quando esistono le “serie storiche” (1977), tornando sopra i 23ML di persone che hanno un lavoro. Va detto, però, che la “platea” è diminuita, essendo la popolazione complessiva in ribasso (siamo scesi sotto i 60ML di abitanti), mentre, di contro, continua ad aumentare il numero dei pensionati.
Ieri giornata piuttosto nervosa sui mercati. Wall Street, grazie al recupero nell’ultima parte della seduta, ha chiuso in territorio positivo, con il Nasdaq a + 1,72% e il Dow Jones a + 0,26%.
Europa di contro debole: inoltre ieri si è verificato un fenomeno piuttosto raro, ma potenzialmente con conseguenze pesanti, il cosi detto “vuoto d’aria”. Succede quando, per un errore, un operatore inserisce un ordine (in acquisto o in vendita) di dimensioni clamorose, che provoca sbalzi di prezzi sproporzionati. Ieri è successo che sia stato inserito un ordine di vendita (pare da Citigroup sulla borsa di Stoccolma) che ha portato i listini a perdere in pochi minuti, verso le 10.00, sino all’8%, poi in gran parte recuperati.
Questa mattina mercati asiatici in gran parte chiusi per festività: aperta, infatti, solo Hong Kong, che sale di un modesto 0,20%.
Futures ovunque positivi, con l’Europa al momento indirizzata verso un rimbalzo delle quotazioni vicino all’1%.
Petrolio questa mattina leggermente debole, con il WTI a $ 104,73, – 0,52%.
Gas naturale ancora in crescita a $ 7,672, + 2,49%.
Debole l’oro, a $ 1.857 (- 0,37%), sfavorito dalla forza del $.
Spread che, dopo aver toccato nella giornata di ieri, i 189bp, questa mattina apre a 187bp, per un rendimento del BTP vicino a 2,80%.
Sul fronte valutario, altra giornata di forza per il $, a 1,0508.
Bitcoin a $ 38,572, – 0,97%.
Ps: Alitalia ormai appartiene al passato, con Ita Airways che ha preso il suo posto, anche se in termini molto ridimensionati. Per il volo del 28 aprile Milano Malpensa – New York i passeggeri prenotati erano 1 (uno). La capienza dell’aeromobile (Airbus 330) è di 250 posti. Alla fine, grazie al “codesharing” i passeggeri imbarcati sono stati una trentina. Ma a quanto sembra il caso non è isolato (sul volo per Londra di venerdì erano una ventina). Speriamo che anche di Ita, nel breve, non si debba parlare al passato….