Secondo Luigi Signorini, Direttore Generale di Bankitalia, la crescita italiana dovrebbe attestarsi, per l’anno in corso, intorno al 4%, rialzo possibile anche se dovesse perdurare l’elevato numero di contagi in quanto il perdurare dell’emergenza non dovrebbe comunque portare a nuove chiusure. Fondamentali, invece, le aspettative sui prezzi dei prodotti energetici, che già entro l’anno dovrebbero rientrare a livelli tali da non avere conseguenze pesanti sull’inflazione.
Indubbiamente l’analisi non tiene conto delle variabili politiche e dello stallo che potrebbe derivare se non si trovasse un accordo sul nome che siederà per i prossimi 7 anni al Quirinale e sulla conferma o meno di Draghi a capo dell’esecutivo.
Nell’attesa, con i tempi che si fanno sempre più stretti, lo spread continua la sua crescita (ieri 141 bp), trascinando al rialzo il rendimento dei BTP (ieri il decennale ha testato l’1,40%), “aiutato” in questo esercizio poco positivo per il nostro Paese, dall’ulteriore “passo avanti” del Bund tedesco che ha “rotto” la resistenza dello zero, portandosi a 0,002, livello, da un punto di vista puramente numerico, equivalente allo zero ma con un “valore” simbolico senz’altro maggiore, dopo 3 anni di rendimenti negativi. Il rendimento del BTP è praticamente raddoppiato rispetto a circa 12 mesi fa (e se guardiamo al periodo immediatamente successivo all’insediamento di Draghi, quando era arrivato ad un minimo di poco inferiore allo 0,50%, è praticamente triplicato). Questo per rimanere a pure e semplici valutazioni di tipo finanziario. Ma forse è ancora più importante pensare a quali potrebbero essere le conseguenze se non si desse corso alle riforme in avviate e in corso di attuazione per ottenere gli aiuti europei targati PNRR-Next Generation EU, un ambito su cui l’Europa è stata molto chiara e i cui tempi sono molto rigorosi e stringenti per avere diritto alle erogazioni.
Sarebbe sufficiente riflettere su questi 2 aspetti per spingere le forze politiche (almeno quelle che sostengono il Governo) a trovare un accordo condiviso che consenta di mettere “in sicurezza” i nostri conti. E invece…
Intanto i mercati continuano a dimostrarsi nervosi, con cambi di rotta repentini anche nella stessa giornata, come ben dimostra la giornata di ieri, con Wall Street che ha chiuso negativa dopo che, per buona parte delle contrattazioni aveva prevalso il segno più. Con il ribasso di ieri, il Nasdaq, più esposto al rialzo dei tassi e all’avvento delle nuove politiche monetarie di maggior rigore, perde circa l’8,50% da inizio anno e si allontana del 10% dai massimi di novembre 21. Il 10% è una soglia che può essere considerata una “correzione”: nel recente passato, dopo cadute simili, abbiamo assistito non solo ad un veloce recupero, ma anche al raggiungimento di nuovi massimi. Sarà importante, quindi, capire se nei prossimi giorni verranno mantenuti questi livelli o, piuttosto, si aprirà una nuova fase, dando voce a chi pensa che i prossimi mesi sarà un periodo ben più difficile per gli indici di borsa. Peraltro, almeno per l’indice tecnologico, va detto che la fase difficile in realtà è già iniziata da un po’: infatti la caduta, per quanto già significativa, è stata attenuata dal fatto che il valore del listino è dato, per circa il 50%, da pochissimi titoli (i “soliti noti”, Apple, Microsoft, Google-Alphabet, Meta-Facebook, Tesla, Amazon). Se dovessimo “depurare” il listino da questi nomi, analizzando quello che viene definito “deep Nasdaq”, quello che rappresenta la “nuova frontiera” tecnologica, il calo, da 1 anno a questa parte, sarebbe di oltre il 50%…
Le notizie provenienti dal Far East asiatico questa mattina danno vigore ai mercati.
La Banca Centrale Cinese continua a fornire rassicurazioni, allentando nuovamente il credito e andando contro tendenza rispetto alle alte maggiori banche centrali del mondo. Il Nikkei chiude oltre l’1% (+ 1,10%), Shanghai, dopo essere stata a lungo in territorio positivo, si appresta a chiudere intorno alla parità, mentre Hong Kong rimbalza di un clamoroso + 3,34%, con titoli come Alibaba, Tencent, Evergrande tutti oltre il + 4% (ma con altri titoli del settore immobiliare con rialzi a 2 cifre).
Futures in buon rialzo sulle 2 sponde dell’oceano, mentre innesta la retromarcia il Vix, che arretra di oltre il 2%.
Si ferma la corsa del petrolio, con il WTI che consolida a $ 85,5 (- 0,50%).
Gas naturale che danza intorno ai $ 4 (- 1,04%).
Ieri buon rialzo dell’oro, che supera la soglia dei $ 1.840, valori confermati questa mattina, anche se con una leggera debolezza ( – 0,20%).
Spread, come detto più sopra, che ha superato i 141 bp. Rendimento del BTP che riparte da 1,40%, mentre il treasury oramai è vicino all’1,90% (1,89%).
Stabile l’€/$, a 1.1365.
Rimbalza anche il bitcoin, che torna sopra i $ 42.000 (+2,10%).
Ps:decisione storica da parte della Scala. Speranza Scappucci, Direttrice d’orchestra nonché pianista, è la prima donna a dirigere un’opera al Teatro milanese, da sempre “dominio” incontrastato di Direttori maschi.