Si apre una settimana decisiva per le sorti del Governo Draghi, per l’Italia e forse, come scritto su un editoriale del New York Times, anche per l’Europa.
Mai, nel nostro Paese, abbiamo assistito ad una mobilitazione così forte e ampia, nel senso di “politicamente trasversale, rivolta ad un Capo di Governo affinchè continui il lavoro che ha iniziato circa 18 mesi fa e si arrivi a fine legislatura, prevista per inizio 2023: da Confindustria a associazioni di categoria (come Compagnie Armatoriali, Autotrasportatori, logistica), da Federalberghi a Confagricoltura, dal personale medico e paramedico fino ad arrivare a quello 1000 sindaci (destinato senz’altro ad aumentare), da un punto di vista prettamente politico il più importante, comprendendo primi cittadini di tutti gli schieramenti politici che appoggiano il Governo (rimangono da verificare gli appartenenti, se ne esistono…., all’ala “estremista” del M5S, quella che ha tolto, assentandosi dall’aula al momento del voto, la fiducia a Draghi), per non parlare della comunità internazionale, Biden e von der Leyen in testa, tutti, a gran voce, chiedono a Mario Draghi di rimanere.
E mai, ancora, si era verificato che un Primo Ministro desse le dimissioni comunque “non dimissionato”: non va dimenticato, infatti, che nonostante l’assenteismo del M5S, il Governo è rimasto ben sopra il “quorum”, non essendo sceso “sotto” nel voto di fiducia, cosa che, quella sì, come previsto dalla nostra Costituzione, avrebbe costretto alle dimissioni. Sarebbe, quindi, un precedente molto particolare assistere ad un Presidente del Consiglio che si dimette pur in presenza della maggioranza in entrambe le Camere.
Tra le tante pagine e gli innumerevoli articoli apparsi in questi giorni e dedicati alla crisi, forse la “fotografia” migliore è quella a firma di Alessandro De Angelis su La Stampa, in cui invita il Presidente del Consiglio, peraltro pienamente nel suo ruolo, come di nostra il viaggio odierno in Algeria, accompagnato da una delegazione composta da ben 6 ministri, per stilare nuovi accordi sulle forniture di gas (un viaggio compiuto anche nell’interesse dell’Europa, a conferma della leadership internazionale di cui gode Draghi), a rimanere, “ascoltando lui, questa volta, il whatever it takes che la stragrande maggioranza del Paese gli sta chiedendo. Indubbiamente il Presidente del Consiglio è molto deluso dalla “politica”: peraltro, dall’alto della sua esperienza ed avendo accolto, nel febbraio 2021 l’invito del Presidente della Repubblica a formare il nuovo Governo, a causa, appunto, dell’incapacità della “politica” di comprendere al gravità della situazione e di affrontare, di conseguenza, il problema, ben sapeva che la strada sarebbe stata irta di ostacoli e “tranelli”. Il suo “forzare la mano” potrebbe essere un modo per mettere, ancora una volta, tutti davanti alle proprie responsabilità e, dall’altra parte, dimostrare che è la politica che ha bisogno di lui, e non il contrario. Insomma, fare chiarezza in maniera definitiva, in modo da affrontare il tempo che manca da qui alla fine della legislatura, nel migliore dei modi possibili, e non con un esecutivo logorato dalle polemiche e dai veti incrociati. Sette/otto mesi che saranno fondamentali per il nostro Paese, nei quali ci sarà bisogno (e non è detto che basti) un esecutivo nel pieno dei suoi poteri (cosa ben diversa e assolutamente lontana dai “pieni poteri” che giusto 3 anni fa qualcuno evocava) per affrontate i tanti temi aperti. Senza fare “l’elenco della spesa”, per i quali ci vorrebbe un report dedicato, basta citarne una per evocare cosa ci può attendere domani mattina: ai primi di agosto scadrà il provvedimento che prevede lo “sconto” delle accise sui carburanti, del valore di circa 30 centesimi al litro. In mancanza di un Governo “vero”, non si potrà attuare il rinnovo del provvedimento, con il prezzo che “decollerà” a circa € 2,20/2,30 al litro, con un aumento di almeno il 15% rispetto ai valori attuali. A quel punto, altro che inflazione all’8%….
Di certo, in qualche cancelleria estera, soprattutto quelle “a nord dell’Italia”, quanto sta succedendo non potrà che dare fiato a tutti coloro che hanno sempre espresso dubbi su di noi e sull’effettiva nostra capacità di “risolvere” i problemi, traducendosi, con tutta probabilità, in atteggiamenti più rigidi e rigorosi nei nostri confronti quando ci saranno da approvare interventi tesi a favorire le singole economie UE…
Inizio settimana effervescente per i mercati asiatici: chiusa Tokyo per festività, Shanghai sale dell’1,4%, superata da Hong Kong, con il + 2,44%. Forte rialzo anche per Seul (+ 1,7%).
Segnali positivi dai Futures, ovunque in rialzo ben oltre lo 0,50%.
Notizie più che buone arrivano anche dalle materie prime, tutte in netto rialzo: petrolio (WTI) + 1,27%, a $ 98.94.
Gas naturale USA a $ 7,155, + 1,82%.
Torna ad affacciarsi sopra i $ 1.700 l’oro, che si porta a $ 1.711 (+ 0,39%).
Spread sempre, come ovvio, vista la crisi politica, “in quota”: questa mattina è a 227bp, con un rendimento del BTP non lontano dal 3,40%.
Treasury che questa mattina riparte dal 2,91%.
“Tira il fiato” il $, che si avvicina a 1,010 vso €.
Rimbalzo, nel we, del bitcoin: dopo settimane vissute tra i $ 19.000 e i $ 20.000, lo troviamo a $ 22.300, in rialzo anche questa mattina (+ 3,30%).
Ps: il telescopio James Webb lancia indubbiamente il suo occhio verso il futuro, come si scriveva la settimana scorsa. Ma il futuro deve appoggiare le sue basi sul passato: senza la conoscenza di quanto è successo nel corso di milioni di anninon ci sarà possibilità di progresso. Sapere che 518 milioni di anni fa sulla terra è esistito una creatura acquatica vertebrata è un’altra di quelle scoperte ai confini dell’inspiegabile: rimane un mistero comprendere come delle persone, per quanto aiutate dalla tecnologia, riescano a fissare epoche così precise (per quanto sia relativo parlare di “precisione” quando si parla di milioni di anni….).