L’utilità marginale caratterizza un fenomeno economico strettamente correlato all’utilità e al valore di un bene. Essa rappresenta uno tra i principali fattori che determinano quello che è il prezzo di mercato di beni e servizi.
Per comprenderne a fondo la dinamica, è necessario pensare ad un bene come qualcosa di materiale suddiviso in unità: tali unità determinano quelle che sono le “priorità” legate a tale tipiche dell’individuo, in grado di rendere l’utilità marginale crescente e o decrescente. Vediamo dunque nel dettaglio di cosa si tratta attraverso una serie di informazioni utili a chiarire tale concetto.
Cos’è l’utilità marginale
L’utilità marginale è l’incremento di utilità conseguita a seguito di una piccola variazione nella quantità consumata di un bene. Tuttavia occorre partire in primis dal concetto di “utilità” che secondo le teorie formulate da filosofi ed economisti dell’età vittoriana rappresenta la misura oggettiva del benessere di un individuo. L’utilità diviene quindi un veicolo attraverso il quale è possibile esprimere numericamente i risultati del confronto tra possibili scelte di consumo: esiste uno strumento matematico in grado di concretizzare tale concetto, trasformandolo in dati oggettivi e misurabili detta funzione di utilità.
L’utilità di un bene è quindi strettamente collegata ad un bisogno e conseguentemente l’utilità marginale risulterà sempre decrescente, questo poiché, preso in esame un dato bene, il consumo successivo di un’unità dello stesso, fornirà all’individuo un bisogno via via decrescente, fino a giungere alla totale soddisfazione. Viene da sé che l’utilità marginale di un bene, risulta essere molto alta nel momento stesso in cui si consuma la prima unità di un bene economico o di un servizio, mentre decresce man mano che viene consumata la seconda unità, la terza ecc.
Legge dell’utilità marginale
Quando un bene o un servizio risultano scarsi rispetto a quello che è il fabbisogno dell’individuo, il bisogno si fa sempre più rilevante e l’individuo di conseguenza è disposto a pagare un prezzo maggiore per ottenere un’unità di consumo di quel dato bene. Per questo motivo l’utilità marginale della prima unità di un bene o di un servizio risulta sempre molto alta. La seconda unità ovviamente risulterà meno rilevante proprio perché tale bisogno, risulterà in parte soddisfatto e analogamente la terza unità.
Conseguentemente, quante più unità di un bene o di un servizio vengono consumate dall’individuo, maggiore sarà la soddisfazione di tale bisogno, fattore che contribuisce a rendere il bene stesso meno scarso. La riduzione dell’utilità marginale contribuisce quindi a ridurre il prezzo che un individuo è disposto a pagare per un’ulteriore unità del bene pertanto il prezzo di un bene economico diminuisce man mano che l’individuo o il consumatore soddisfano quelle che sono le personali singole necessità. Qualora l’individuo soddisfi interamente tale bisogno, ogni ulteriore unità di consumo determina un’utilità marginale nulla: è dunque implicito che in questo caso l’individuo non è più disposto a pagare nulla.
Esiste poi la legge dell’utilità marginale decrescente: essa stabilisce secondo quanto detto, che l’utilità marginale di un bene economico decresce in proporzione al consumo del bene stesso.
Esempio di utilità marginale
Vediamo di fare un esempio pratico che sia in grado di far capire in maniera molto semplice, quali sono le dinamiche che coinvolgono l’utilità marginale. Un individuo che si trova a sostare nel deserto sente il bisogno impellente di bere un bicchiere d’acqua, per il quale, pur di soddisfare una reale necessità è disposto a pagare 10€. Soddisfatto in parte tale bisogno, per il secondo bicchiere, necessario ma non indispensabile, esso sarà invece disposto a pagare 8€ e ancora per il terzo, quasi superfluo 5€.
Soddisfatto completamente il bisogno, l’individuo non necessiterà più di acquistare un ulteriore bicchiere d’acqua e in questo caso l’utilità marginale legata ad esso risulterà nulla. Qualora invece l’individuo decidesse di continuare a bere fino a provare fastidio, sussisterebbe la cosiddetta utilità negativa o disutilità.
L’utilità marginale quindi, rapportata nel settore economico e finanziario rappresenta un fattore di rilievo che influisce in maniera significativa sull’andamento dei prezzi di mercato, facendo leva sulle reali necessità degli investitori o dei semplici consumatori che usufruiscono di un bene o di un servizio.
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