
Il Presidente degli Stati Uniti ha recentemente modificato la sua posizione riguardo ai **dazi** sull’importazione di **alluminio** e **acciaio** provenienti dal **Canada**. Inizialmente, il 12 marzo 2025, aveva annunciato l’intenzione di applicare un’imposta del 50%, ma ha poi deciso di mantenere solo il **dazio** del 25%. Questa decisione è seguita a una reazione forte da parte del premier dell’**Ontario**, **Doug Ford**, il quale ha minacciato di introdurre una **sovrattassa** del 25% sulle vendite di **elettricità** destinate agli **Stati Uniti**.
La **Casa Bianca** ha dichiarato uno stato di **emergenza** nel settore **energetico** in risposta alle dichiarazioni di **Ford**, ma la situazione è rapidamente degenerata, con la mancanza di **energia** necessaria per soddisfare gli ordini governativi. Questo episodio evidenzia le **tensioni** crescenti tra i due **Paesi**.
Le contromisure del Canada
A partire dal 13 marzo 2025, il **Canada** implementerà **dazi** del 25% su beni **statunitensi** per un valore di 20 miliardi di **dollari**. Nonostante le pressioni, il nuovo **Primo Ministro** canadese, **Mark Carney**, ha confermato che non ci saranno ritiri nelle **contromisure** commerciali già pianificate. **Carney** ha assicurato che la risposta del **Canada** alle azioni **statunitensi** sarà mirata a massimizzare l’impatto **economico**.
Parallelamente, l’**Unione Europea** ha annunciato l’intenzione di introdurre misure **restrittive** su merci **statunitensi** per un valore di 26 miliardi di **euro**, a partire da metà aprile. Le critiche rivolte a **Trump** da parte di vari leader **europei** si intensificano, con **Bruxelles** che continua a sottolineare come le politiche **statunitensi** possano danneggiare le **relazioni** commerciali.
Le reazioni interne agli Stati Uniti
Negli **Stati Uniti**, le critiche nei confronti della gestione commerciale di **Trump** si fanno sempre più forti. L’ex segretario al **Tesoro**, **Larry Summers**, ha messo in guardia sul fatto che i **dazi** sull’**alluminio** e sull’**acciaio** canadesi potrebbero danneggiare settori vitali per l’**economia** americana, impattando negativamente su milioni di posti di lavoro. **Summers** ha descritto tali misure come una mossa controproducente, evidenziando la fragilità della situazione **economica**.
**Jamie Dimon**, CEO di **JP Morgan**, ha segnalato un deterioramento dell’**economia** **statunitense**, esprimendo preoccupazione per il clima di sfiducia tra le **aziende** e gli **investitori**. Anche **Ray Dalio**, esperto di **hedge fund**, ha avvertito riguardo a un possibile rischio di scarsità di **materie prime** negli **Stati Uniti**, suggerendo che le politiche di **Trump** potrebbero avere conseguenze a lungo termine.
Le dinamiche politiche tra Stati Uniti e Canada
Analizzando le ragioni dietro le **misure** commerciali, molti esperti ritengono che la strategia di **Trump** possa risultare rischiosa per gli **Stati Uniti** stessi. Alcuni osservatori collegano la decisione di rinunciare al **dazio** del 50% al recente cambio di **leadership** in **Canada**, con la sostituzione di **Justin Trudeau** da parte di **Mark Carney**. **Trump**, noto per il suo approccio personalistico nei rapporti internazionali, potrebbe aver voluto stabilire un dialogo più diretto con il nuovo **Primo Ministro**, evitando riferimenti controversi come l’idea che il **Canada** sia il “51° **Stato**”.
La situazione attuale rappresenta un delicato equilibrio tra **strategie** commerciali e **relazioni** diplomatiche, con potenziali ripercussioni significative per entrambe le **nazioni** e per il **mercato** globale.