Novità importanti, nel 2020, per i tributi locali: all’orizzonte l’abolizione della TASI, la local tax, la riforma della riscossione e piano finanziario TARI secondo le nuove indicazioni dell’ARERA.
Il 2020 sarà un anno cruciale per i tributi locali. Tantissime le novità in vista per gli uffici tributi dei comuni che dovranno fare i conti con la riforma della riscossione e, quindi, con l’introduzione degli accertamenti esecutivi anche per le attività di recupero evasione delle tasse comunali, l’abolizione della TASI e l’unificazione con l’IMU, la redazione del piano finanziario TARI secondo le indicazioni riportate nelle delibere ARERA, l’introduzione della local tax.
Insomma, un bel da fare per i comuni che dal 1 gennaio 2020 dovranno rimettere tutto in discussione. La riforma della riscossione dei tributi locali, se da un lato consente ai comuni di disporre dello stesso potere oggi riservato all’Agenzia delle Entrate, dall’altro pone in capo al personale dell’ufficio una serie di adempimenti.
Il primo punto da considerare, però, è la riorganizzazione della riscossione non solo dal punto di vista normativo ma anche, ovviamente, da quello propriamente operativo degli uffici. Un avviso di accertamento emesso dopo il 31 dicembre 2019 sarà immediatamente esecutivo, darà cioè ai comuni la possibilità di attivare le procedure coattive (pignoramento, iscrizione di ipoteca e fermo amministrativo) decorsi invano 30 giorni per l’adempimento.
Altro aspetto è quello inerente l’unificazione di IMU e TASI in un unico tributo. La tassa sui servizi indivisibili sarà solo un lontano ricorso ma questo imporrà agli enti di procedere alla riunificazione delle banche dati nonché alla gestione dell’utenza nella fase transitoria. Come se non bastasse, ecco la local tax: verranno superate le distinzioni tra entrate patrimoniali (TOSAP, COSAP, ICP …); spazio ad un unico tributo.
Infine, a rendere tutto più complicato, ecco le delibere ARERA per la definizione dei piani finanziari per la tassa rifiuti che, dal 2020, dovranno necessariamente tener conto dei recuperi di efficienza e del contenimento dei costi. Fino ad oggi infatti gli enti si limitavano a pareggiare i costi del ciclo integrato dei rifiuti con le entrate derivanti dalla tassazione e, quindi, dall’approvazione delle tariffe TARI. Dal 2020 cambia il principio: le modalità di calcolo dovranno necessariamente tener conto di un coefficiente di correzione (stabilito in ragione dei recuperi di efficienza programmati) e dei costi standard stimati proprio dall’ARERA sul biennio 2018-2019.
I comuni non potranno più limitarsi a rigirare i costi ai contribuenti che provvedono al pagamento della TARI con modello F24, ma dovranno puntare al contenimento dei costi e, soprattutto, all’efficientamento della gestione del ciclo integrato dei rifiuti.
Il percorso di riforma della riscossione dei tributi locali
La riforma organica dei tributi locali e delle modalità di riscossione degli enti era peraltro qualcosa di atteso da tempo. Fino ad ora (e fino al 31 dicembre 2019) i comuni hanno sempre combattuto con le armi spuntate. Vetusta la normativa, difficile il rapporto con i contribuenti, in calo le percentuali di riscossione.
I nuovi strumenti messi a disposizione dei comuni per il recupero dell’evasione sui tributi locali, consentiranno (se adeguatamente utilizzati) un sensibile miglioramento delle percentuali di riscossione (e soprattutto delle entrate dei comuni).
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