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I Titoli di Stato rappresentano la migliore opportunità per tutti coloro che desiderano investire i propri risparmi con una percentuale di rischio più bassa possibile.

Di fatto però, è da tenere in considerazione che quando si parla di investimenti, di norma un rischio inferiore è proporzionale all’ipotetico guadagno: investire in Titoli di Stato è sicuramente meno rischioso rispetto a titoli azionari o obbligazioni ma non assicura tuttavia guadagni particolarmente elevati. Un titolo di Stato infatti di solito è appetibile proprio per la sua estrema affidabilità. L’Italia ha una lunga tradizione in questo senso, con i titoli di Stato spesso considerati il bene rifugio per eccellenza da moltissime famiglie.

Vediamo dunque cosa sono i Titoli di Stato, come funzionano e come sfruttarli al meglio per garantire un rendimento sicuro anche sul lungo termine.

Cosa sono e come funzionano i Titoli di Stato

I Titoli di Stato non sono altro che obbligazioni emesse dallo Stato e nello specifico dal Ministero dell’Economia e delle Finanze col fine di finanziare tutte quelle attività che non riescono naturalmente ad essere coperte dai soli introiti acquisiti mediante le tasse: in questo modo lo Stato sfrutta l’emissione di tali titoli in modo da raccogliere tutte le risorse necessarie a coprire eventuali debiti accesi per poter fornire alla popolazione tutti i servizi di sua competenza quali sanità, difesa, ordine pubblico e istruzione.

Le obbligazioni sono infatti titoli finanziari che rappresentano una sorta di prestito e danno diritto a chi le sottoscrive, al rimborso della cifra messa a disposizione unitamente ai relativi interessi maturati durante il periodo di validità dell’obbligazione stessa: avendo infatti una durata predeterminata, il capitale ricevuto va ovviamente restituito con relativi interessi corrisposti mediante il pagamento di cedole periodiche fisse o variabili. Esse possono essere emesse da aziende, Enti pubblici e dallo Stato dove assumono la definizione di Titoli di Stato.

titoli di stato italiani
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Quali sono i Titoli di Stato italiani

In Italia sono disponibili sei tipologie di Titoli di Stato differenti con altrettanto differenti caratteristiche legate ad una serie fattori principali: la remunerazione, la durata e le modalità che li costituiscono. Eccoli illustrati di seguito:

  • Buoni Ordinari del Tesoro o BOT: hanno una durata di 3, 6 e 12 mesi, sono privi di cedole e il loro rendimento è dato dallo scarto di emissione;
  • Btp Italia: hanno durata di 4, 6 o 8 anni e sono costituiti da cedole annuali liquidate a cadenza semestrale;
  • Certificati di Credito del Tesoro o CCT: hanno durata di 7 anni e cedole semestrali a tasso variabile;
  • Buoni del Tesoro Poliennali o BTP: possono avere una durata di 3, 5, 10, 15, 30 e 50 anni e sono costituiti da cedole fisse semestrali;
  • Buoni del Tesoro Poliennali Indicizzati all’inflazione europea o BTP€i: hanno una durata di 5 e 10 anni e il capitale così come le cedole semestrali vengono rivalutati in base all’andamento dell’inflazione europea;
  • Certificati del Tesoro Zero Coupon o CTZ: sono titoli della durata di 24 mesi, privi di cedole il cui rendimento è direttamente influenzato dallo scarto di emissione.

Cosa sono i BTP?

I BTP sono Buoni del Tesoro Poliennali. Sono fra le obbligazioni di Stato più famose e diffuse, dopo i Buoni Ordinari del Tesoro. La principale differenza è nella durata. Mentre i BOT arrivano al massimo a 12 mesi, i BTP hanno una durata che va da 3 a 30 anni.

Ad oggi i Titoli di Stato sono totalmente dematerializzati: a riprova della loro esistenza il cartaceo è stato sostituito dalle iscrizioni contabili mentre eventuali ricevute, sono state rimpiazzate da documenti quali ricevute d’acquisto e relativi estratti conto.

Il rendimento dei Titoli di Stato

Il rendimento dei Titoli di Stato viene calcolato in base a due principali variabili: gli interessi e il guadagno in conto capitale. Gli interessi possono essere liquidati sotto forma di cedole o di scarto di emissione mentre il guadagno in conto capitale viene definito dalla differenza tra il prezzo di vendita e il prezzo di acquisto, nel momento stesso in cui il titolo viene acquistato o venduto nel mercato secondario. La variabile più importante da valutare prima di decidere se e quanto investire in Titoli di stato è sicuramente il loro rendimento che dipende fondamentalmente da tre fattori:

  • Il reddito generato dall’investimento;
  • L’ammontare capitale investito;
  • Il tempo impiegato ovvero la durata di tale operazione.

Il rendimento viene sempre espresso in termini percentuali e solitamente calcolato su base annua.

Rischi legati ai Titoli di Stato

Il rischio connesso ai Titoli di Stato è sempre piuttosto ridotto. Risulta infatti piuttosto difficile che uno Stato fallisca nonostante eccezioni, quali ad esempio l’Argentina o la Grecia dove alcune emissioni di Titoli di Stato non sono state ripagate ai sottoscrittori, in toto solo in parte.

Ad ogni modo è possibile considerare l’investimento in Titoli di Stato come quasi del tutto sicuro. Dando per certo il rimborso a scadenza, l’unica percentuale di rischio è legata alle cedole quando l’interesse è variabile. Se tuttavia, per qualsiasi motivo il titolo venisse venduto sul mercato secondario in anticipo rispetto alla sua scadenza, in questo caso anche il capitale investito verrebbe messo a rischio, in quanto non è possibile prevedere il prezzo per cui tale titolo potrà essere venduto.

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ultimo aggiornamento: 23-12-2019


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