La ricevuta per prestazione occasionale è un documento redatto dal lavoratore autonomo e fatto per pervenire al datore di lavoro. Negli ultimi anni, con l’aumento della condizioni di precarietà e con la crescita di attività lavorative in smart working, le prestazioni occasionali pagate in ritenuta d’acconto sono diventate molto più comuni. Vediamo nello specifico di cosa stiamo parlando.
La ricevuta per prestazioni occasionali a seguito di un pagamento in ritenuta d’acconto serve per delegare il datore di lavoro (nella fattispecie considerabile un sostituto d’imposta) al pagamento delle imposte sul reddito. Con la ritenuta d’acconto il lavoratore freelance vedrà detrarsi il 20% (30% per i non residenti in Italia) dalla propria retribuzione lorda a titolo d’anticipo IRPEF, che il datore di lavoro pagherà per suo conto.
Se una prestazione freelance viene pagata 10 euro lordi e il lavoratore ne produrrà 10 al mese, la retribuzione lorda mensile ammonterà a 100 euro al mese. Quando la ricevuta di pagamento verrà fatta pervenire al datore di lavoro essa dovrà presentare una trattenuta del 20% a titolo di ritenuta d’acconto. Quindi la retribuzione netta sarà data da 100 euro (il lordo) – 20 euro (ritenuta d’acconto) = 80 euro (la retribuzione netta).
Se il datore di lavoro e il lavoratore non sono la medesima persona, la trattenuta presente in ricevuta dovrà poi essere versata nelle casse dell’erario dal primo per conto del secondo. Ciò deve avvenire necessariamente entro la metà del mese successivo rispetto a quello del pagamento della retribuzione.
In caso di omesso versamento della ritenuta il datore di lavoro è soggetto a sanzioni amministrative pari al 30% dell’importo non versato. Come in altre circostanze il legislatore ha previsto un ravvedimento operoso in questo caso attraverso il quale il sostituto d’imposta può sanare la propria posizione.
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