
L’iniziativa italiana volta a mobilitare fino a 200 miliardi di euro in investimenti privati per la difesa ha ricevuto un’accoglienza positiva durante i recenti incontri a Bruxelles. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha ottenuto il sostegno di numerosi colleghi europei, a seguito di un intenso dibattito nell’ambito dell’Ecofin, tenutosi il 15 e 16 gennaio 2025. L’obiettivo principale di questo incontro è stato identificare le risorse necessarie per sostenere l’aumento degli armamenti in Europa e delineare le eccezioni al Patto di stabilità. La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha sottolineato l’urgenza di questa iniziativa, affermando che è giunto il momento di agire con determinazione.
I fondi per la difesa
Il piano italiano si propone di affrontare il disimpegno strategico degli Stati Uniti dalla sicurezza europea, mirando a destinare 800 miliardi di euro alla difesa dell’Unione Europea nei prossimi quattro anni. Questa somma include 650 miliardi di euro provenienti da fondi nazionali, che sarebbero “liberati” dai vincoli del Patto di stabilità per consentire investimenti militari anche in deficit. Inoltre, si prevede un programma europeo di prestiti per un totale di 150 miliardi di euro, finalizzato all’acquisto di armamenti prodotti in Europa, come ha spiegato von der Leyen. Questa proposta rappresenta un cambiamento significativo, in quanto per la prima volta si fa riferimento all’idea del “Buy European“, sostenuta in particolare dalla Francia, che desidera aumentare gli investimenti senza dover ricorrere all’acquisto di armi statunitensi, che attualmente costituiscono oltre il 60% delle commesse militari europee.
Giorgetti ha messo in guardia riguardo alla necessità di non compromettere i finanziamenti per la difesa a scapito della spesa sanitaria e dei servizi pubblici. Durante l’Ecofin, ha presentato i dettagli dell’iniziativa italiana, che prevede l’inserimento di una nuova garanzia pubblica di 16,7 miliardi di euro nel programma InvestEU, con un moltiplicatore di 12x, in grado di innescare investimenti industriali aggiuntivi fino a 200 miliardi di euro. A Bruxelles, il riscontro è stato definito “positivo”, con un’alleanza tra Francia e Polonia e aperture da parte di Grecia e Paesi Bassi. Il ministro dell’Economia francese, Éric Lombard, ha descritto la proposta come “molto interessante”, mentre il suo omologo polacco, Andrzej Domanski, ha sottolineato che ora spetta alla Commissione decidere.
La flessibilità del patto
Nell’ambito delle discussioni, né i Paesi rigoristi né quelli con elevato debito sembrano supportare la proposta tedesca di rivedere il Patto di stabilità per esentare in modo permanente la spesa per la difesa dal calcolo del deficit. Piuttosto, si sta considerando un’opzione più mirata, che prevede l’attivazione di esenzioni su base nazionale per gli Stati che ne faranno richiesta. Una bozza al riguardo potrebbe essere presentata dalla Commissione già la prossima settimana, in preparazione del summit dei leader del 20 marzo 2025. Questa proposta prevede una “flessibilità” limitata in termini di tempo e volume, con una durata di quattro anni e un limite dell’1,5% del PIL. Tuttavia, la Francia ha già dichiarato di non avere margini per avvalersi di tale clausola. Inoltre, il commissario ha specificato che la definizione di spesa per la difesa, ai fini delle deroghe e degli investimenti, seguirà la classificazione “Cofog“, che include tutte le spese per la difesa, compresi equipaggiamenti e infrastrutture militari, ma esclude le pensioni dei soldati.