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Direttore: Alessandro Plateroti

Un ponte verso la riabilitazione sociale, un bonus di 520€ per assumere detenuti

Detenuto che firma documenti

Nell’ambito della rieducazione e del reinserimento sociale dei detenuti, lo Stato italiano ha predisposto un’iniziativa incentrata sul mondo del lavoro.

Un bonus fino a 520 euro al mese per le imprese che decidono di assumere questi lavoratori. Questa misura si inserisce in un quadro più ampio di politiche volte a favorire l’inclusione sociale di chi ha scontato una pena, promuovendo al tempo stesso opportunità di lavoro che possono significare una vera e propria seconda chance per i detenuti o chi gode di misure alternative come la semi-libertà.

La Legge Smuraglia, ovvero la legge 193 del 2000, disciplina l’erogazione di un bonus mensile di 520 euro per l’assunzione di detenuti o internati, anche coloro che sono ammessi al lavoro esterno o in semi-libertà, per contratti di almeno un mese. Questo incentivo è accessibile a cooperative, imprese pubbliche e private. Il contributo si riduce a 300 euro al mese per le assunzioni in semi-libertà e si configura come un credito di imposta. Un aspetto rilevante è che il suddetto bonus non incide sulla formazione del reddito aziendale né sul calcolo dell’IRAP, offrendo così alle aziende un vantaggio fiscale non indifferente.

Il credito di imposta generato da questo incentivo è non rimborsabile, ma compensabile con altre imposte. Importante è che la retribuzione corrisposta ai lavoratori detenuti non sia inferiore a quella prevista dai contratti collettivi di lavoro, garantendo così la piena equità salariale. Si sottolinea che l’incentivo è riconosciuto non solo durante il periodo di detenzione attiva ma anche nei 18 o 24 mesi successivi alla cessazione dello stato detentivo, a seconda che il detenuto abbia o meno beneficiato di semilibertà o lavoro esterno.

Detenuto in carcere
Detenuto in carcere

Procedura per l’accesso al bonus

Le aziende interessate devono presentare ogni anno la domanda entro il 31 ottobre alla direzione dell’istituto penitenziario di riferimento, specificando l’ammontare del credito d’imposta previsto. Successivamente, le direzioni trasmettono le richieste ai Provveditorati che a loro volta inviano tutto al Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria. Entro il 15 dicembre di ogni anno viene definito l’importo massimo spettante a ciascuna azienda e comunicato all’Agenzia delle Entrate per la gestione del credito fiscale. L’utilizzo effettivo del credito, attraverso il modello F24 e sistemi telematici dell’Agenzia delle Entrate, è possibile solo in seguito all’effettiva assunzione del lavoratore e del reale sorgere del credito.

Sintesi e potenzialità dell’iniziativa

Questa misura rappresenta un’espressione concreta della convinzione che il lavoro sia un veicolo fondamentale per la rieducazione e l’inclusione sociale dei soggetti detenuti. Attraverso incentivi economici tangibili, lo Stato incoraggia il settore privato a partecipare attivamente nel processo di reinserimento lavorativo, offrendo alle imprese uno stimolo concreto ad assumere persone che altrimenti potrebbero incontrare notevoli difficoltà nel rientrare nel mondo del lavoro. La critica fondamentale rimane l’effettiva presa di consapevolezza e l’apertura delle aziende verso queste opportunità, che oltre a rappresentare un vantaggio economico possono tradursi in un valore aggiunto sociale e umano di grande impatto.

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ultimo aggiornamento: 10 Giugno 2024 15:57

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