Il regime semplificato è una forma di regime fiscale ordinario e si distingue da quello forfettario.
Quest’ultimo è stato introdotto soltanto recentemente, per l’esattezza con la L. 190/2014, a cui sono poi state apportate ulteriori modifiche e integrazioni. Interessa in ogni caso quanti si trovano a lavorare con partita Iva.
Il regime semplificato, che fino a quel momento si era rivelato una soluzione adottata da diverse imprese e professionisti, è andato a perdere la rilevanza conquistata, in quanto quello forfettario risulta particolarmente vantaggioso.
Questo significa che nel momento in cui si apre un’attività, da libero professionista come in forma societaria, è possibile scegliere tra tre regimi fiscali, ognuno con caratteristiche diverse, in special modo per quanto riguarda il calcolo tasse partita Iva:
- Regime ordinario con contabilità ordinaria.
- Regime ordinario con contabilità semplificata.
- Regime forfettario.
Ricordiamo a tal proposito che al 20 luglio è in programma la scadenza dell’Irpef, una tassa che interessa tutti i lavoratori: quelli che hanno un reddito dipendente ma anche una partita IVA.
Tale scadenza fissata precedentemente al 30 giugno, è stata prorogata grazie all’azione dell’Associazione Nazionale Commercialisti. È stata inoltre confermata la possibilità di effettuare il saldo dell’IRPEF con maggiorazione dello 0,4%. Per accedere a tale misura la data ultima è il 31 luglio.
Cos’è il regime semplificato
Il regime semplificato è una forma di tassazione fiscale di tipo ordinario e solitamente viene adottato da quei lavoratori o imprese a partita Iva che non presentano i requisiti per poter accedere al regime forfettario, le cui condizioni sono più favorevoli.
Si tratta di una formula opzionale, in quanto è da considerarsi come una forma di contabilità: nulla vieta al lavoratore di usufruire di quella ordinaria. A poter beneficiare del regime semplificato sono i seguenti soggetti:
- Ditte individuali.
- Lavoratori autonomi.
- Liberi professionisti.
Quali sono i requisiti di accesso
Per poter disporre del regime ordinario semplificato occorre adempiere ai requisiti di seguito riportati:
- I ricavi derivanti dalla cessione o commercio dei beni non debbono superare i 700.000 annui.
- I ricavi derivanti dalla prestazione dei servizi non debbono superare i 400.000 euro.
Ciò significa che in mancanza di adempimento a tali condizioni economiche il soggetto contribuente potrà usufruire della sola modalità di contabilità ordinaria, risultando escluso dal regime semplificato.
Le categorie a cui è precluso l’accesso sono:
- Organizzazioni societarie che hanno la residenza in Paesi esteri.
- Società S.r.l. S.r.l.s., S.p.A.
- Enti pubblici.
- Mutue assicurazioni.
L’esclusione risulta indipendente dai ricavi conseguiti ed è legata alla tipologia di società.
Per usufruire del regime semplificato, il contribuente non deve far altro che predisporlo durante la dichiarazione dell’IVA.
Se questa procedura non viene rispettata, si trova a perdere la possibilità di accedere a tale opzione, la quale comporta diversi vantaggi. Parliamo infatti di un regime fiscale che permette di redigere una contabilità più semplice, esattamente come suggerisce la denominazione.
Come funziona la contabilità nel regime semplificato
La contabilità, nel caso in cui venga adottato un regime semplificato, viene predisposta tramite i registri Iva, ovvero:
- Registro degli incassi, inerente i ricavi conseguiti.
- Registro dei pagamenti, inerente le spese sostenute.
- Registri dei beni ammortizzabili, inerente il libro cespite.
Dove risiede allora la semplificazione? Nel fatto che è assente la tenuta del libro giornale e una gestione di tipo patrimoniale, sia che la situazione risulti in attivo come passivo.
Rimane comunque obbligatoria l’emissione di una fattura elettronica, la quale va poi inviata al Sistema di Interscambio (Sdl) tramite codice destinatario del soggetto acquirente o indirizzo PEC.
Una delle domande che viene posta più frequentemente da parte dei contribuenti è: ci sono delle spese che è possibile detrarre con questo tipo di partita Iva? La risposta è affermativa e si tratta sia delle spese personali che di quelle specifiche rispetto all’attività, inerenti lo svolgimento della stessa.
Per fare degli esempi, può trattarsi di device computeristici come stampante, computer, libri, affitto o ristrutturazione nel caso l’immobile venga adoperato per il solo uso in ambito professionale, ma anche assicurazione auto per un veicolo abilitato agli spostamenti per del lavoro, ecc. ecc.
La detrazione fiscale è un tratto tipico delle Partite Iva a regime ordinario e quelle con contabilità semplificata non fanno eccezione. Si rivela una soluzione vantaggiosa per chi si trova a sostenere molte spese.
Cosa c’è di diverso nel regime semplificato
Il regime semplificato, come visto, prevede una contabilità più semplice di quella ordinaria. Dal punto di vista fiscale, invece, non presenta sostanziali differenze rispetto al regime ordinario , con il quale ha in comune anche l’aliquota dell’imposta sui redditi, compresa tra il 23 e il 43%.
Uguali le scadenze delle imposte, che come abbiamo visto hanno come prossima data di scadenza da tenere a mente il 20 luglio.
Diverso il discorso per quanto riguarda le differenze con il regime forfettario, il quale se da un lato non prevede la possibilità di detrazione fiscale, dall’altro presenta una tassazione più bassa, a fronte di un’aliquota al 15% (5% per i primi 5 anni). Anche in questo caso la prossima data in scadenza per le imposte è fissata al 20 luglio.