A partire dal 1° gennaio 2022 le agevolazioni in materia di debiti col fisco messe in campo dal decreto Ristori cessano di esistere. Ecco cosa succede nel dettaglio.
Il decreto Ristori aveva agevolato i richiedenti la rateizzazione dei debiti prevedendo una tolleranza di 10 rate consecutive non pagate, una soglia del debito di 100.000 euro e la possibilità di fare domanda senza inviare documenti per attestare le difficoltà economiche. Dal 1° gennaio 2022 tornano in vigore le regole precedenti, almeno per chi richiederà la rateizzazione per la prima volta.
Debiti: nuove regole di rateizzazione
Con il nuovo anno le agevolazioni per la rateizzazione delle cartelle del fisco decadono. Non ci sono novità , ma tornano le vecchie regole, precedenti al decreto Ristori. Che cosa significa questo? Il tetto massimo di debito per richiedere il pagamento a rate torna a 60.000 euro: questa cifra fa scattare la rateizzazione automatica, quindi non servono documenti che attestino le difficoltà economiche. È sufficiente richiederlo online o tramite PEC. Si accede, così, al piano ordinario che prevede 72 rate, fisse o crescenti in base alla scelta operata, per 6 anni. Oltre i 60.000 euro si deve far domanda e specificare il proprio ISEE. Con il decreto Rilancio può chiedere di pagare a rate anche chi è risultato inefficace per rottamazione-ter, saldo e stralcio e definizione agevolata delle risorse UE a causa di mancato, insufficiente o tardivo versamento delle somme in scadenza nel 2019.
Debiti: proroga piani di rateizzazione
I contribuenti che hanno già attivo un piano di rateizzazione e la cui situazione economica è peggiorata, possono richiedere un allungamento del periodo di pagamento e quindi più rate. La proroga può, però, essere richiesta una sola volta. Si distingue una proroga ordinaria, fino a massimo 72 rate, e una proroga straordinaria, fino a un massimo di 120 rate. In questi casi è necessario fare domanda tramite modello.
Decadenza piano di rateizzazione
La rateizzazione decade quando si verificano quattro situazioni: inadempienza, assoggettamento del richiedente a una procedura concorsuale, decesso o società cancellate dal registro delle imprese. Per le rateizzazioni che partono dal 1° gennaio 2022 l’inadempienza si verifica al mancato pagamento di 5 rate anche non consecutive, mentre con il decreto Ristori erano 10. Diversa situazione si verifica per le rateizzazioni concesse prima dell’8 marzo 2020 (18 rate) e dopo l’8 marzo 2020 ma fino al 31 dicembre 2021 (10 rate). È possibile fare una nuova richiesta dopo aver risolto i debiti pregressi.