Secondo l’Eurostat (l’Istituto di statistica europea), nel primo trimestre dell’anno l’economia europea sarebbe cresciuta di un molto modesto 0,1%. A consuntivo, le cose sono andate un po’ peggio, evidenziando un arretramento dello 0,1%. Poco cambia sul fronte dei numeri, visto che si sta parlando di decimali, mentre le cose cambiano da un punto di vista “tecnico”: poiché anche l’ultimo trimestre dell’anno scorso aveva avuto un andamento analogo, l’Europa è in quella che si definisce “recessione tecnica”. Ma, con una certa somiglianza al nostro Paese, con grosse differenze tra i Paesi nordici e quelli del Sud Europa. Per una volta, a fare la parte del leone sono proprio quei Paesi spesso accusati di essere la “zavorra” dell’area €, mentre a soffrire sono le economie tradizionalmente più forti (e stabili). Clamoroso il caso dell’Irlanda, il cui PIL, nel trimestre, è arretrato di quasi il 5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Qualche problema pare averlo anche l’Olanda, che arretra dello 0,7%, più o meno quanto l’Estonia e l’Ungheria. Della Germania già di è detto (– 0,3%).
Un po’ diversa la situazione per alcuni Paesi del sud.
Se si esclude la Polonia (in vetta alla classifica, con un + 3,8% nel trimestre), ad ottenere i risultati migliori sono Paesi come il Portogallo, la Croazia, la Spagna, Cipro, per non parlare dell’Italia.
Una crescita che potrebbe ulteriormente rafforzarsi in vista del periodo estivo. Non a caso il settore trainante è quello dei servizi, per il quale la componente turistico-ricettiva è fondamentale. Guardando solo all’Italia, si calcola che entro agosto verranno creati oltre 1,4 ML di nuovi posti di lavoro (solo per il mese di giugno si prevedono 568.000 nuove assunzioni), per una volta equamente divise tra nord-est, nord-ovest, centro e sud-isole. La grande difficoltà sarà reperire le risorse, vista la carenza di personale specializzato, che tocca quasi il 46% delle richieste.
Per una volta, quindi, la “locomotiva” dell’Europa cambia faccia e non parla tedesco, con la Germania costretta a fare i conti con la stretta dipendenza dal settore automobilistico, oltre che la “vicinanza” con la Russia.
Di contro, l’Italia, in questo particolare momento, sembra più forte delle varie problematiche legate all’utilizzo dei fondi del PNRR, con la 3° rata, nonostante le continue rassicurazioni, che continua a non arrivare e la 4° ancora oggetto di “trattativa” con l’Europa.
Intanto si avvicina il momento in cui la FED americana e la BCE saranno chiamate a decidere sui tassi (mercoledì e giovedì della settimana prossima).
Gran parte degli osservatori ritengono che la prima lascerà le cose come stanno (cioè nella forchetta 5-5,25%), mentre la Banca Europea dal 3,75% dovrebbe passare al 4%. Non deve sfuggire il fatto che i tassi, in USA, si trovano già ora sopra il livello di inflazione (5-5.25% vso 4,9%), mentre da noi sono abbondantemente sotto (3,75% vso 6,1%). Motivo che forse può aiutare a capire come la di diminuzione dei prezzi prosegua ad una velocità inferiore alle attese e che potrebbe ulteriormente giustificare l’eventuale scelta della Lagarde di continuare sulla strada dei rialzi. Fermo restando che il rallentamento dei consumi, che fa da “contraltare” alla crescita occupazionale, potrebbe portare, per il futuro, la BCE a prendersi una pausa.
Chi la pausa non se la prende, per il momento, è il mercato tecnologico americano, con i “soliti noti” a tirare la volata. Ieri sera il Nasdaq è cresciuto di un altro 1,27%, recuperando in buona parte la battuta d’arresto del giorno precedente, con Tesla a far la parte del leone (+ 4,5%): da inizio anno le quotazioni, pur rimanendo ancora sotto i valori massimi, sono praticamente raddoppiate.
Mercati asiatici ben impostati questa mattina: Nikkei + 1,96%, Shanghai + 0,36%, Hong Kong + 0,58%.
Bene anche il Kospi di Seul.
Futures appena sotto la parità nei primi scambi di giornata.
Soffre ancora il petrolio, con il WTI che scende verso i $ 70 (70,88, – 0,67%).
Gas naturale Usa a $ 2,319 (- 1,57%).
“Tiene” l’oro, a $ 1.980 per oncia.
Buon recupero dello spread, che “restringe” a 174 bp, con il decennale al 4,17%.
Si chiude oggi il collocamento del BTP Valore: a ieri le sottoscrizioni avevano superato i 17MD €, con oltre 610.000 sottoscrittori ed un contratto medio di circa € 25.000, confermando un risultato ben superiore alle più ottimistiche previsioni.
Bund al 2,40%.
Treasury Usa a 3,73%.
In rafforzamento l’€, con €/$ che si porta a 1,077.
Cerca di rialzare la china il bitcoin, che si porta a $ 26.533.
Ps: ieri MSC Crociere ha varato MSC Euribia, la sua 22° nave (madrina, per la 19° volta, Sophia Loren, ma sicuramente è la MSC a fare un regalo a lei, e non il contrario….). La particolarità della nave non sta tanto nelle dimensioni o nel prezzo, tutti “ultra” (lunghezza 331 mt, larghezza 43, stazza 184.000 ton, 2.419 cabine, 19 ponti, 1.700 membri dell’equipaggio, capacità 6.334 passeggeri, € 1,1 MD di investimento), quanto nel fatto che è in grado di viaggiare ad emissioni zero, alimentata a gas naturale liquefatto.