Per vedere un inizio anno così positivo per il nostro indice MIB bisogna andare indietro di 9 anni. Era infatti dal 2013 che la prima giornata di contrattazioni non si chiudeva con un rialzo così importante.
Certamente l’anno che si appena chiuso verrà ricordato come uno dei peggiori da molti anni a questa parte. Non solo per l’entità delle perdite, ma per il fatto che le stesse hanno riguardato pressochè tutti gli asset (vd allegato, tratto da Il Sole 24 ore del 31/12 us). Dagli indici azionari (clamoroso il – 82,8% del MSCI Emergenti Est Europa) a quelli obbligazionari (con il – 24,6% del decennale Greco, seguito a ruota dal ns BTP, con – 23,6%), dal mercato immobiliare (- 38,1% la media europea) alle criptovalute (con le due maggiori, Ethereum e Bitcoin rispettivamente a – 67,6% e -64,2%), tutti hanno riportato a fine anno un valore inferiore a quello in essere il 1 gennaio 2022. A salvarsi, almeno in parte, le materie prime, con in testa il gas: l’indice di riferimento ha riportato un incremento del 21,2%. Bene anche, sul fronte valutario, il $ ($ index + 8,2%) e, almeno nei confronti dello yen, l’€ (+ 9,1%). Sul fronte azionario, le uniche a salvarsi, tra le borse principali, Londra, con il Ftse 100 a + 0,9% (complice la debolezza della sterlina), il Bovespa del Brasile (+ 4,7%) e, in assoluto, la Borsa di Istanbul: in valuta locale, in 12 mesi ha realizzato un incredibile + 202%.
Il mercato italiano ha perso per strada circa € 130 MD, passando da una capitalizzazione di € 757 MD (pari al 43% del PIL) a € 626 MD (33,9% di PIL); in parte a causa del calo delle quotazioni (– 13,3%), in parte per i molteplici delisting (21, di cui ben 13 il mercato principale), che hanno “cancellato” dal valore complessivo oltre 28,3 MD di capitalizzazione (solo Atlantia valeva € 19 MD).
Ovviamente, “una rondine non fa primavera”. E’ prematura, quindi, qualsiasi considerazione sull’anno che ci attende. Certo, come detto, arriviamo da un anno particolarmente difficile, soprattutto per il mercato obbligazionario. Le attese, come noto, sono un politiche monetarie ancora restrittive, con l’obiettivo di riportare l’inflazione sotto controllo. Anche se (vd intervista di oggi sul Il Sole 24ore del Presidente Abi, Antonio Patuelli) non sono pochi coloro che auspicano una BCE più “colomba”, in quanto, come molti analisti osservano, l’inflazione europea è dovuta all’aumento delle materie prime e non, come negli USA, dall’aumento dei consumi. Per quanto riguarda gli indici azionari, ieri i rialzi sono stati piuttosto diffusi, coinvolgendo quasi tutti i mercati (Wall Street era chiusa per festività), per nulla preoccupati dalle notizie sulla diffusione della pandemia in Cina, mentre invece sono sembrati positivamente influenzati dalle notizie provenienti dal settore dell’automotive, ancora in rialzo nel mese di dicembre, per quanto abbia chiuso l’anno, ancora una volta, in “profondo rosso” (per es, Stellantis ha chiuso l’anno con il 15,9% di immatricolazioni in meno rispetto al 2021), portando il settore al livello di produzione più basso da 40 anni a questa parte.
L’andamento positivo coinvolge, questa mattina, gli indici asiatici, con in testa Hong Kong, dove l’Hang Seng guadagna oltre l’1,60% , trascinato dai titoli tech. Bene anche Shanghai, in rialzo dello 0,88%. Taipei + 0,6%. Chiusa la borsa di Tokyo.
Indici americani previsti con aperture positive, con i futures in rialzo. Appena negativi, invece, quelli sull’Europa (Mib – 0,20%).
Petrolio in rialzo, con il WTI che si conferma sopra i $ 80 (80,85, + 0,62%).
Crolla il gas naturale USA: questa mattina è in caduta del 9,39% a $ 4,055.
Ieri recupero di quello allo snodo di Amsterdam, con le quotazioni tornate verso gli € 80 (81,15 per megawattora), dopo che nei giorni precedenti aveva sfiorato i 70€.
Oro ancora in crescita, a $ 1.840 per oncia.
Spread in salita, a 212 bp dai 210 della chiusura di ieri. BTP che riparte da 4,53%, dopo che aveva chiuso l’anno al 4,55%. Bund a 2,41%, Treasury al 3,87%.
€/$ a 1,0658.
Bitcoin a $ 16.708, + 0,25%.
Ps: il primo “ps” dell’anno parla di “bene”, sperando sia di buon auspicio. Si parla di beneficienza. Bill Gates verrà ricordato per essere la persona che, nel 2022, ha effettuato la donazione più grande che si ricordi: ben $ 5 MD a favore della Fondazione Bill & Melinda Gates Foundation, la fondazione da lui stesso creata (insieme all’ex moglie) e che opera nel settore della salute globale, nella lotta alla povertà e nello sviluppo. Un cifra pari a circa il 5% del suo patrimonio totale, stimato in circa 104 MD.