Lo sport, in quanto competizione, vive di rivalità. Ma, allo stesso tempo, nel momento in cui assume una valenza “nazionale”, può diventare un “collante” potentissimo.
Il caso forse più noto, che, a detta di molti, ha forse salvato l’Italia dalla guerra civile, è quello che si è verificato nel 1948. Il 14 luglio di quell’anno, infatti, ci fu l’attentato a Palmiro Togliatti, Segretario del Partito Comunista, in seguito al quale ci furono scontri tra le opposte fazioni politiche che portarono a violenti scontri, con la morte di oltre 14 morti (7 tra le forze di polizia, altri 7 tra i cittadini, con oltre 200 feriti). Non furono pochi coloro che, ancora oggi, si dicono convinti che solo la vittoria di Bartali al Tour de France, in corso di svolgimento proprio in quei giorni, evitò conseguenze ben più gravi, fermando il Paese ad un passo dal punto di “non ritorno”. E’ difficile avere la certezza che quel trionfo sportivo sia stato lo “spartiacque”: di certo ha contribuito non poco ad allentare la tensione e “spostare” l’attenzione verso qualcosa di più “leggero” (in quegli anni il ciclismo, anche grazie alla rivalità tra Coppi e Bartali, era veramente lo sport “popolare” per eccellenza, attirando sulle strade milioni di persone).
La qualificazione raggiunta ieri sera “per il rotto della cuffia” dalla nostra nazionale non è certo paragonabile all’evento del 1948 (anche perché non abbia vinto niente: senz’altro però ci ha evitato l’ennesima “figuraccia” internazionale, a maggior ragione essendo i Campioni in carica). Indubbiamente, però, almeno sino alla prossima partita (con la Svizzera, il 29 giugno) “aiuta” a pensare ad altro.
Gli argomenti “pesi” non mancano: dalle questioni “politiche” interne, con la legge sull’autonomia delle regioni al centro dello scontro, a quelle internazionali, dominate dalle ormai vicinissime elezioni francesi di domenica prossima, dalle questioni geo-politiche, con la guerra ucraina tornata, proprio in questi giorni, di strettissima attualità, visto anche l’attacco missilistico, da parte dell’Ucraina, in Crimea, a quelle puramente economiche, con il nostro Paese sempre alle prese con vicende “trite e ritrite” (vedi il MES) e altre, invece, più “fresche”, come la procedura di infrazione fatta pervenire dalla Commissione europea al nostro Governo proprio la settimana scorsa.
Ovvio che lo sport non cambia “l’ordine delle cose”: una vittoria o una sconfitta sportiva non risolvono i problemi. Ma c’è da stare certi che oggi, in ufficio oppure sorseggiando un caffè, “l’argomento” per eccellenza sarà un risultato sportivo “agguantato” all’ultimo secondo “di vita”. E proprio questo, a pensarci bene, forse, è l’aspetto più importante, che tutti dovremmo tenere bene a mente e che, se parte del nostro “quotidiano”, potrebbe cambiare il “corso delle cose”.
A proposito di calcio, Vujadin Boskov, un personaggio unico, oltre che uno dei più grandi allenatori che si ricordino (incredibile lo scudetto che riuscì a vincere con la Sampdoria nel 1991), coniò una serie di frasi destinate a rimanere nella storia. Una delle più celebri recita, testualmente, “rigore è quando arbitro fischia”. Che potrebbe tranquillamente essere “partita finisce quando arbitro fischia”: il resto (rigore, non rigore, simulazione, palla buttata in fallo laterale, darsi per vinti) è “contorno”.
Per una volta è giusto non giudicare la qualità del gioco, ma la voglia di non arrendersi e di raggiungere l’obiettivo.
E come nello sport è un dovere lottare sino all’ultimo respiro, così possiamo fare ogni giorno, come individui e come Paese: questo è quello che “ci siamo portati a casa” ieri sera.
Ieri sera chiusura contrastata a New York: positivo il Dow Jones, in crescita dello 0,67%, mentre il Nasdaq è stato trascinato al ribasso (– 1,15%) dalla caduta di Nvidia (- 7%), peraltro reduce da un periodo di rialzi incredibili. S&P 500 – 0,29%.
Andamento analogo per i mercati asiatici: se da una parte il Nikkei ha ripreso a correre (+ 0,95%), dall’altra la borsa cinese si avvia verso una chiusura negativa (Shanghai – 0,31%), mentre a Hong Kong l’Hang Seng “traccheggia” intorno alla parità.
Debole anche Taiwan, legata, come noto, a “doppio filo” al mercato tecnologico, in discesa dello 0,3%, mentre Seul sale dello 0,4%.
Futures leggermente positivi oltreoceano, mentre accusano un po’ di debolezza in Europa, con cali intorno allo 0,4/0,5%.
Petrolio poco mosso, con il WTI a $ 81.65 (- 0,10%).
Gas naturale Usa a $ 2,932 (- 0,75%).
Oro a $ 2.338 (- 0,33%).
Spread a 150 (150,8) bp.
BTP a 3,92%.
Bund 2,41%.
Oat francesi sempre al 3,18%, con uno spread che non si schioda da 0,77%.
Treasury a 4,23%.
€/$ a 1,0735.
Bitcoin che cerca di arrestare la propria caduta: dopo essere sceso sotto i $ 60.000, questa mattina si riporta a $ 61.154.
Ps: tempo di esami, con la maturità in pieno svolgimento. Chissà quale sarebbe stato il giudizio di una Commissione se uno studente, parlando di Cristoforo Colombo, avesse scritto che “raggiunse le Americhe seguendo le teorie studiate da Galileo Galilei”. Che, però, piccolo dettaglio, nacque circa 100 anni dopo il grande navigatore (Cristoforo Colombo 1451-1506, Galileo Galilei 1564-1642). Il fatto è che a dirlo (o a scriverlo) non è stato un liceale alla ricerca della maturità, ma il Ministro alla Cultura, Gennaro Sangiuliano.