Direttore: Alessandro Plateroti

Nel corso degli ultimi anni, quasi in contrapposizione alla “velocità” con cui affrontiamo la nostra quotidianità, qualsiasi sia l’ambito, sta prendendo piede una nuova filosofia di vita, basata sulla “lentezza”. Uno stile di vita che mette in risalto la qualità delle relazioni e la ricerca dei dettagli, alla ricerca di un equilibrio che può migliorare non poco la nostra esistenza. E indubbiamente ognuno di noi credo abbia avuto modo, in più di un’occasione, di constatare come una vita meno “frenetica” possa portare benefici evidenti. Ma a guardare come va il mondo, viene da pensare che lo “status” naturale dell’essere umano rimane la corsa più che la meditazione.

Una considerazione che, almeno per quanto riguarda i mercati finanziari, lascia poco spazio ai dubbi, come la giornata di ieri ci ha confermato.

Si ha la sensazione che oggi il mondo (e quindi il progresso) non possa prescindere dall’intelligenza artificiale. Né più né meno di quanto accaduto all’inizio del secolo scorso con l’acciaio, ritenuto essenziale per far crescere il benessere della vita, grazie al quale si costruivano fabbriche, ferrovie, automobili etc (ivi comprese le armi – tante – indispensabili per le guerre che continuavano a susseguirsi). A pensarci bene, a cosa serve l’intelligenza artificiale se non a correre sempre di più, accelerando processi produttivi, di calcolo, di erogazione di servizi etc etc, eliminando il più possibile il rischio di errori e di intoppi che possono essere causa di “ritardi”.

Già in passato (si pensi alla “bolla” di inizio millennio) abbiamo assistito a fasi di crescita impetuosa dei mercati. Cosa che dovrebbe indurre, oggi, a ponderare con attenzione alcune mosse.

Ma ciò che sembra prevalere oggi è il FOMO, l’ennesimo acronimo in voga tra gli investitori di mezzo mondo: fear of missing out, la “paura di rimanere fuori” (e quindi di non partecipare “alla festa”).

La pubblicazione dei dati di Nvidia, da cui è partita l’euforia che ha contagiato ieri i mercati mondiali, peraltro già da qualche mese entrati in un “canale ascensionale”, (il Giappone ha toccato i massimi di sempre, il Nasdaq è di nuovo ad un passo dal record fatto segnare il 12 febbraio, il nostro MIB è tornato a livelli che non vedeva dal 2008), ci dice alcune cose.

La prima, molto semplice e banale, che l’azienda di microchip (che è cosa diversa dall’essere un’azienda che genera intelligenza artificiale, fornendo i propri prodotti alle aziende tech che operano in ogni ambito) vale oggi quasi $ 2.000 MD (ha visto crescere il proprio valore di quasi $ 1.000 MD in circa 8 mesi….), preceduta in questa speciale classifica solo da Microsoft e Apple.

La seconda che gli utili possono crescere a ritmi se non uguali alla capitalizzazione di certo in maniera molto significativa. Le attese degli analisti, per quanto riguarda lo S&P, si attestano su una crescita degli utili intorno all’11%. Quanto realizzato da Nvidia (l’aumento è stato di oltre il 700% su base annua) ovvio che faccia spostare l’asticella verso l’alto. Da qui lo scatto delle quotazioni non solo per le aziende del settore.

La terza è che il fenomeno non sarà di breve periodo, interessando sempre più aziende e andando ad impattare sempre di più sulla nostra vita: un classico esempio di disruptive, vale a dire quelle innovazioni in grado di modificare i modelli di business e le abitudini comportamentali delle persone.

La quarta, che esula, se vogliamo, da un ‘analisi prettamente “tecnica”, che inflazione e crescita vengono quasi “derubricate” in seconda o terza pagina, se non addirittura in terza o quarta. In pratica è come se i mercati avessero “digerito” che le banche centrali non effettueranno più 5 o 6 (in certi momenti qualcuno ha pensato anche 7…) “sforbiciate” ma si limiteranno a 3. Ciò che è importante è che i tassi scenderanno, indipendentemente da quanto lo faranno nel corso dell’anno. Anzi, comincia a farsi largo l’ipotesi che una discesa più lenta (elogio della lentezza…?) possa essere più positivo, evitando shock (rischi) che potrebbero interrompere il ciclo “virtuoso”. E se tutto ciò fosse vero (a partire dagli utili aziendali) sarebbe la conferma che il mondo ha “scampato” (scamperà) la recessione.

Oggi il mercato giapponese è chiuso per festività.

La corsa di ieri a Wall Street aiuta, questa mattina, gli indici cinesi: Shanghai cresce, infatti, dello 0,55% (se confermasse in chiuse tale livello la settimana si chiuderebbe in progresso di quasi il 4%), mentre a Hong Kong l’Hang Seng “galleggia” intorno alla parità (+ 2,2% la settimana).

Futures americani poco mossi, mentre quelli europei sono appena negativi.

Petrolio stabile, con il WTI a $ 78.19 (- 0,65%).

Gas naturale Usa questa mattina in ripiegamento (– 3,98%), a $ 1,668.

Oro fermo in area £ 2.030 (2.031).

In recupero lo spread, a 145,9 bp.

BTP al 3,90%. Oggi il Tesoro comunicherà il rendimento minimo garantito relativo alla nuova emissione del BTP Valore, che inizierà lunedì e che si concluderà venerdì alle ore 13.00 (salvo chiusura anticipata, peraltro poco probabile).

Bund 2,43%.

Treasury 4,30%, meno 5 bp.

€/$ poco mosso (1,0829).

Torna indietro, dopo la corsa delle ultime 2 settimane, il bitcoin ($ 50.896, – 0,69% questa mattina).

Ps: la Costituzione irlandese è la più “datata” tra i Paesi UE. Forse anche per questo un articolo (41.2) recita che”…lo Stato riconosce che, passando la sua vita in casa, la donna da alla comunità un sostegno senza il quale il bene comune non potrebbe mai essere raggiunto”.  Quindi, secondo la Costituzione di quel Paese, il lavoro “di casa” è una “competenza” prettamente femminile. Il prossimo 8 marzo, però, i cittadini irlandesi potranno modificare lo stato delle cose. E quindi l’8 marzo potrebbe essere una vera “festa delle donne” (almeno di quelle irlandesi).

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ultimo aggiornamento: 23-02-2024


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