Il mese che sta iniziando potrebbe essere, per molti versi, quello della “svolta”.
Il riferimento, ancora una volta, è alle prossime, ormai praticamente ineluttabili, decisioni che le due più influenti Banche Centrali al mondo saranno chiamate a prendere nelle prossime settimane.
Pur ribadendo, nel tentativo di tenere sempre “sulla corda” gli analisti e i mercati, che le scelte saranno comunque e sempre “data dependent”, rimandando cioè al costante “monitoraggio” dell’economia, il 12 settembre (BCE) e il 17-18 (FED) dovremmo finalmente “muoversi qualcosa” per quanto riguarda il taglio dei tassi.
La pubblicazione, venerdì, dei dati sull’inflazione è stato il “segnale” che tutti si aspettavano.
Negli Usa l’indice PCE (quello preferito dalla Banca Centrale: di fatto, ne esistono 2. Quello più tradizionale – quello in uso peraltro in gran parte del Paesi – il CPI – Consumer Price Index – calcolato su un paniere di beni e servizi sostanzialmente “bloccato” (viene aggiornato ogni 2 anni), e, appunto, il PCE – Personal Consumer Expenditures – che invece tiene conto, mese dopo mese, del comportamento dei consumatori, aggiornando, quindi, in tempo reale lo spostamento dei consumi) ha confermato il “raffreddamento” dei prezzi, con l’inflazione oramai al 2,5%, quindi non lontana dal tanto sospirato target del 2% fissato dalla Banca Centrale. E anche l’inflazione core (quella al netto delle componenti più volatili, quali alimentari ed energia) da segnali positivi, con i prezzi saliti del 2,6% rispetto al 2,7% di luglio.
Analogamente, in Europa ad agosto l’indice si è fermato al 2,2% (2,6% il dato di luglio). Un calo, peraltro, determinato quasi unicamente dalla discesa dei prezzi dell’energia (– 3% su base annua, – 1% mensile), come dimostra il fatto che il dato core continua a rimanere su livelli certamente maggiori (+ 2,8%).
Se l’analisi economica si fermasse all’andamento dell’inflazione, il nostro Paese ne uscirebbe a pieni voti. Siamo, infatti, quello che, a livello UE, sta confermando la situazione migliore, con i prezzi saliti solo dell’1,1% (anche in questo caso il condizionamento dei prezzi energetici è rilevante (– 6,1% agosto vs il – 4% di luglio). In leggera risalita, invece, l’indice del cosidetto “carrello della spesa”, che identifica i beni di più largo consumo, salito dal + 0,7% al + 0,9%.
A proposito di Italia, continuano a sorprendere i dati occupazionali. Per la prima volta da quando esistono le “serie storiche” (le rilevazioni statistiche da parte dell’Istat) è stata superata la “barriera” dei 24 milioni di occupati (seppur di un’inezia: 24.009.000), con un tasso di occupazione del 62,3% (con una netta differenza, però, maschi-femmine, con i primi al 71% e le seconde al 53,2%). Continua a diminuire il tasso di disoccupazione, sceso al 6,5%, il valore più basso dal 2008, quando si era fermato al 6,4%. Rimane pericolosamente alto, per quanto migliorato, quello relativo agli under 25: siamo al 20.8%, tra i peggiori in Europa, lontani “anni luce” da altri Paesi dove le “politiche giovanili” continuano a produrre risultati nettamente migliori (vd la Germania, che, seppur in crisi, vede un livello di disoccupazione giovanile intorno al 6,6%).
Inflazione in calo e occupazione in aumento: tutto bene, quindi, per “l’azienda Italia”?
Mica tanto, a giudicare dalle difficoltà in cui sta prendendo forma la nuova legge finanziaria (manovra che dovrebbe confermarsi vicino ai 25 MD, di cui 18 MD solo per il mantenimento delle misure attualmente in essere), per la quale stanno già iniziando le “grandi manovre” per il reperimento delle risorse (e su cui pesa, tanto per cambiare, il nostro problema maggiore, cioè le dimensioni del debito pubblico, ad un passo dai 3.000 MD). In ottica di più ampio “respiro”, la candidatura di Fitto (attuale Ministro con le deleghe sul PNRR) a Commissario UE va vista, appunto, nella “certezza” di avere una “sponda” in Europa su un tema così importante per la ns crescita quale, appunto, l’attuazione del piano PNRR.
Avvio di mese ancora una volta contrastata per i mercati asiatici.
Si “salva” il Nikkei di Tokyo, che recupera la parità poco prima della chiusura (+ 0,14%).
Male, a Hong Kong, l’Hang Seng, che ripiega dell’1,66%.
Non bene anche Shanghai, che, in questi minuti, lascia sul terreno lo 0,83%.
Leggero rialzo per Seul e, tanto per cambiare, Mumbai.
Oggi mercati “orfani” di Wall Street, chiusa per il Labour day.
Futures poco brillanti ovunque, in calo sia a Wall Street, dove trattano pur se i mercati rimarranno chiusi, che in Europa, dove il calo è nell’ordine dello 0,20%.
Nuovo ribasso per il petrolio, con il WTI sceso a $ 73,14 (- 0,65%).
Gas naturale a $ 2,165 (+ 1,22%).
Oro sopra i $ 2.500 (2.510) non lontano dai massimi storici.
Spread a 141,1 bp, con il BTP a 3,69%.
Bund a 2,29%.
Treasury al 3,90%.
€/$ a 1,1061, con l’€ in leggero ribasso.
Ribasso che invece è più marcato per il bitcoin, che tratta sotto i $ 58.000 (57.995).
Ps: Valle dei Templi, 31 agosto. Temperature africane, come in buona parte del nostro Paese. Eppure, al Tempio della Concordia, circa 400 persone sono vestite come se le temperature fossero invernali, con cappotti e, in qualche caso, pellicce. E non perché avessero dimenticato gli abiti estivi da qualche parte. Bensì perché si stava registrando il Concerto di Natale del gruppo musicale Il Volo. Viene naturale chiedersi cosa possa spingere l’organizzazione ad una scelta del genere, manco fosse il set del classico “Vacanze di Natale” dei fratelli Vanzina, visto che a Natale mancano “solo” 5 mesi.