Non si può dire che, negli ultimi giorni, la volatilità sia andata in vacanza.
Diverse sono le ragioni che stanno rendendo movimentate queste giornate. Proviamo a metterle in ordine:
- L’uccisione, da parte di Israele, di Haniyeh, il leader di Hamas, sta facendo rapidamente salire le tensioni geo-politiche in Medio Oriente, con l’Iran che torna a farsi minaccioso, dichiarando di stare preparando rappresaglie senza precedenti;
- In Giappone, con un “timing” a dir poco discutibile, la Banca Centrale ha nuovamente alzato i tassi, portandoli allo 0,25% (+ 0,15%). Senza dubbio un livello non particolarmente elevato, comunque sufficiente a gelare gli animi degli investitori, con il Nikkei in forte calo anche oggi (in questi minuti arriva a perdere il 5%), anche a causa del rinnovato vigore dello yen, che penalizza le esportazioni;
- Dopo che soltanto l’altro ieri erano stati comunicati dati piuttosto positivi da parte di alcune aziende (Amd su tutte) che avevano fatto scattare una certa euforia, ieri, al contrario, ne sono emersi altri che stanno facendo intravedere una certa “stanchezza” da parte dell’economia americana. Infatti, l’indice ISM che misura la fiducia dei Direttori degli acquisti delle principali società americane è sceso a 46,8 punti dai 48,5 di giugno, il livello più basso dal novembre 2023. Ecco, quindi, che torna ad affacciarsi lo “spauracchio” se non della recessione, per lo meno del soft lending (da notare anche che i sussidi di disoccupazione sono saliti, sempre a luglio, ben oltre le attese);
- Gli utili aziendali, per quanto continuino a dare soddisfazioni agli azionisti, devono comunque “fare i conti” con attese, da parte dei mercati, sempre maggiori. Se vogliamo, è l’altra faccia della medaglia di prezzi (dei titoli azionari) fortemente cresciuti negli ultimi mesi: se crescono i valori dei titoli, devono crescere almeno della stessa percentuale gli utili per fa sì che le azioni non diventino “troppo care” e scoraggino gli acquisti;
- Sull’Intelligenza artificiale si è detto (e si continuerà a dire) molto: se è vero che si “impadronirà” sempre di più delle nostre vite, è anche vero che costringerà chi vorrà esserne protagonista a continuare a fare investimenti importanti, sottraendoli ad altre aree di business;
- C’è poi, infine, il tema della stagionalità, elemento da non dimenticare: con agosto molti operatori vanno in vacanza, con un mercato, quindi, che diventerà, come si suol dire, molto più “sottile”, vale a dire con scambi ridotti, che possono provocare oscillazioni di prezzo marcate anche “muovendo” pochi titoli;
- Senza dimenticare, poi, che la “campagna elettorale” americana, invece, non va in vacanza, lasciando prefigurare scenari che potrebbero anche essere non così semplici da “decifrare” (non come è successo recentemente in Francia, ma comunque con il rischio che si possa, anche dalle parti di Washington, arrivare ad una certa “empasse” politica).
Situazione non facilissima da decifrare, quindi (come più di una volta succede in estate).
La diversificazione dei portafogli si rivela, quindi, ancora una volta la “difesa” migliore, con la “decorrelazione” che, dopo l’eccezione del 2022, torna ad essere protagonista, rendendo “giustizia” alle scelte di portafoglio.
E, insieme a lei, l’aspetto psicologico diventa un altro elemento centrale, che può far pendere la bilancia in un senso o nell’altro. Mantenere la lucidità, non perdendo di vista gli obiettivi di investimento, è fondamentale: magari alleggerendo una parte di portafoglio su cui le plusvalenze iniziano ad essere interessanti e, dall’altra parte, sapendo che, al di là dei cali di questi giorni, alcuni settori continueranno ad avere buone prospettive di crescita.
La settimana si chiude, nel Far East, con cali diffusi e, in alcuni casi, piuttosto pesanti.
E’ il caso del Giappone, con il Nikkei che arriva a perdere quasi il 6%, o Taiwan, dove il Taiex scende del 4%.
Un po’ meglio va a Hong Kong, con l’Hang Seng che scivola del 2,30%, o di Shanghai, che limita il calo allo 0,84%.
I futures fanno precisare, almeno ad inizio contrattazioni, un’altra giornata di “batticuore”, con cali piuttosto generalizzati, compresi tra lo 0,5 e l’1,5%.
Petrolio tutto sommato tranquillo, con il WTI che questa mattina sfiora i $ 77 (76,94, + 0,73%).
Gas naturale Usa sceso, ieri, sotto i $ 2 (questa mattina 1,976, + 0,20%).
Oro ad un passo dai $ 2.500 (2.486, + 1,12%).
Spread a 144,9, sui massimi dell’ultimo mese.
BTP a 3,63%.
Bund 2,24%.
Treasury al 3,95%, minimi da 5 mesi.
€/$ a 1,080, con il $ rinvigorito dalle vicende medio-orientali e, probabilmente, dalla convinzione che “arriverà settembre” (ergo, Powell taglierà i tassi).
Bitcoin che, come ovvio, “si accoda” alle tensioni degli “altri mercati”, ritirandosi sin verso i $ 64.000 (64.184).
Ps: 3 anni fa, alle Olimpiadi di Tokyo, sempre il 1 agosto, in 19’ l’Italia vinse 2 medaglie d’oro “storiche” nell’atletica, con il trionfo nei 100 mt (Jacobs) e nel salto in alto (Tamberi). Questa volta abbiamo fatto ancora meglio, visto che le 2 medaglie d’oro le abbiamo vinte in 11’ (magari meno prestigiose, ma sempre pesanti: canoa e judo femminile, con Giovanni De Gennaro e Alice Bellandi). Ma c’è una cosa che rende i 2 successi incredibili: i 2 vincitori arrivano entrambi da Roncadelle, paese di 9.000 abitanti in provincia di Brescia. Un buon motivo, per il parroco, per suonare le campane.