Si apre una settimana che potrebbe essere fondamentale, non tanto per i temi economici quanto piuttosto per gli equilibri geopolitici (che comunque un impatto economico, come ancora una volta le vicende ucraine hanno dimostrato, lo hanno quasi sempre). Martedì inizierà, infatti, a Bali uno dei G20 tra i più complicati che si ricordino, anche se mancherà (per “altri impegni”….) Vladimir Putin, che sarà probabilmente rappresentato dal Ministro degli Esteri Vlarov. In realtà, uno degli incontri cruciali (se non il più importante) avverrà già domani, con un “extra vertice”: il Presidente Usa Biden e quello cinese, Xi Jinping, si incontreranno per la 1° volta. Ognuno avrà “la sua dose” di problemi, a partire da quelli economici, con entrambi i Paesi preoccupati da una crescita inferiore alle attese, se non addirittura a rischio, come nel caso degli USA. Ma impossibile che le 2 economie più forti del mondo non parlino di altri aspetti, da quelli energetici, con in agenda l’attuazione di un massimale sul prezzo del petrolio russo, la più importante “fonte di approvvigionamento” per finanziare la guerra, all’Ucraina e, ancor di più Taiwan, potenzialmente il “vero” grande problema nei rapporti tra i 2 Paesi.
Se quella che sta per arrivare sarà una settimana impegnativa, quella trascorsa, da un punto di vista borsistico, è stata tra le più positive dell’anno. I numeri sull’inflazione USA migliori delle previsioni hanno dato il via ad un rimbalzo che ha portato indici come il Nasdaq e Hong Kong a recuperare tra il 7 e l’8% in un giorno solo. Ma, soprattutto, potrebbero aver modificato il “sentiment” di fondo: si infoltisce infatti sempre di più il numero di coloro che sostengono che la FED sia già “oltre la curva”, vale a dire che la manovra restrittiva messa in campo da Powell sia in ritardo, con il rischio di conseguenze dannose per l’economia (non solo americana, visto il ruolo di “benchmark” della Banca Centrale americana): un ulteriore forte calo della domanda e della crescita, se da una parte porteranno con loro l’atteso calo dell’inflazione, possono causare, a distanza di tempo, gli effettivi recessivi tanto temuti da Governi e autorità monetarie. Guardando all’Area €, per il 2023 la crescita dovrebbe a fatica rimanere positiva (+ 0,3%), per poi salire all’1,5%. L’inflazione dovrebbe passare al 6,1% nel 2023 e al 2,6% nel 2024. Restringendo ulteriormente il campo di osservazione, il nostro Paese non si dovrebbe di molto discostarsi dall’Europa: la crescita è prevista identica (0,3%) per il 2023, ma inferiore l’anno successivo (1,1%). L’inflazione sarà superiore nel 2023 (6,6%), ma inferiore (2,3%).
A proposito di inflazione, da oggi e sino a mercoledì avrà luogo il collocamento del nuovo BTP Italia (salvo chiusura anticipata, evento peraltro mai accaduto per questa tipologia di titoli). Intanto è stato fissato il tasso reale (il rendimento minimo garantito), indicato all’1,6% per anno (che sale all’1,73% se si aggiunge il premio dell’8 per mille per chi dovesse detenere il titolo per tutta la durata), lo stesso livello dell’emissione precedente, che però aveva una durata di 8 anni, contro i 6 di quella attuale. L’andamento dell’inflazione ha ovviamente premiato questa particolare tipologia di emissioni, con cedole che, su base annua, in qualche caso arrivano quasi al 10% per l’anno in corso. Un dato può ulteriormente far comprendere cosa possa significare l’indicizzazione per le casse del Tesoro: la somma delle emissioni del BTP Italia è pari al 10% del debito italiano. Ma il loro “peso” sale al 75% se si guarda alla spesa per gli interessi “aggiuntivi” calcolata dalla Nadef.
Mercati asiatici contrastati in apertura di giornata: a Tokyo il Nikkei arretra di quasi 1 punto percentuale, mentre Shanghai si muove poco sotto la parità. Molto bene invece l’Hang Seng di Hong Kong, che svetta con un rialzo di oltre l’1,5%.
Futures che preannunciano un avvio di giornata orientata alle vendite, con ribassi comunque contenuti entro lo 0,50%.
Rimbalza il petrolio, con il WTI a $ 88,97 (+ 2,79%).
Andamento opposto per il gas naturale Usa, con un calo del 4,97%, sotto i $ 6 (5,94).
Oro che continua la sua scalata a $ 1.800 (1.771,7, + 0,94%).
Spread a 202 bp, per un rendimento del BTP intorno al 4,15%.
Treasury a 3,89%.
Continua a rafforzarsi l’€, che questa mattina ferma “la lancetta” a 1.030 vs $.
Momento sempre difficile per le criptovalute, con il bitcoin di nuovo sotto i $ 16.000 (15.884, – 4,85%).
Ps: aumentano in Italia, settimana dopo settimana, coloro che cercano la fortuna giocando al superenalotto, il cui montepremi ha superato i 300ML di €, la cifra più alta mai toccata da un concorso a premi nel nostro Paese. Un somma enorme. Ma che diventa quasi poca cosa in confronto alla vincita realizzata, in un concorso analogo, in California, dove con una schedina di 6 numeri sono stati vinti $ 2,04 MD….