L’andamento climatico e quello borsistico non hanno nessuna connessione (tranne, forse, per quegli strumenti finanziari, come gli ETF, che hanno come riferimento le materie prime agricole – le cosi dette soft-commodities – che, a seconda del raccolto, possono avere un brusco impatto sull’offerta). Raramente si ha memoria di una primavera così “invernale”, almeno alle ns latitudini.
La giornata di ieri, sotto alcuni aspetti, ricorda la strana stagione che stiamo vivendo, con i dati provenienti da oltre oceano che hanno raffreddato, e non di poco, l’ottimismo (l’entusiasmo è stato abbandonato qualche mese fa) di molti osservatori, oltre che di diversi investitori (l’umore delle 2 categorie non sempre coincide).
Siamo venuti a sapere che negli USA la crescita ha subito, nel 1° trimestre, una certa contrazione, mentre di contro l’inflazione, nell’ultimo periodo, continua a dare segnali di ripresa. Parlando si crescita, il Pil americano è passato dal + 3,4% annualizzato realizzato nell’ultimo trimestre 2023 ad un ben più modesto + 1,6% del 1° trimestre dell’anno in corso (verso stime che lo davano al + 2,5%). I prezzi, invece, non solo non hanno invertito il loro corso, ma hanno continua a crescere, soprattutto nella loro componente core (al netto delle componenti più volatili, vale a dire energia e alimentari), passata dal 2% precedente al + 3,7% (stime al 3,4%).
Una realtà che, se dovesse essere confermata dalle prossime scadenze, aprirebbe le porte al peggiore degli scenari possibili, vale a dire il rischio stagflazione, che si concretizza quando l’inflazione sale e la crescita si ferma, per poi diventare recessione. Ipotesi probabilmente prematura e ancora lontana, rimanendo i consumi continuano a rimanere sostenuti. Diventa, invece, più attuale parlare di reflazione, che si verifica allor quando la crescita rimane a livelli accettabili e l’inflazione “rialza la testa”, come sta accadendo in queste settimane.
Come di consueto sono arrivate, da parte dei diretti interessati (l’Amministrazione Biden) immediate smentite sulle attuali criticità, con il segretario al Tesoro, Janet Yellen che ha affermato che la crescita rimane sostenuta mentre l’inflazione è destinata a scendere a livelli ben inferiori.
Un po’ diverso il parere di molti osservatori, secondo i quali le prospettive non sono così “splendide”, con i prezzi che faticheranno a rientrare nei ranghi e con l’economia che faticherà a mantenere i ritmi sin qui ottenuti.
E’ destinato, quindi, a proseguire il dibattito sul taglio dei tassi, con la “scuola di pensiero” che antepone l’inflazione ferma nel ritenere pericolosa una riduzione, mentre quella che mette al centro la crescita che spinge per un taglio (con riferimento agli USA: in Europa, come sappiamo, le cose sono un po’ diverse, e giugno oramai alle porte….).
Anche l’ipotesi dei 2 tagli da parte della FED, pertanto, perde qualche “fans”, aprendo la strada ad un unico intervento (sembra incredibile come soltanto 4/5 mesi fa si parlasse di 5, 6, addirittura 7 tagli).
Una situazione che sembra dare, al momento, perfettamente ragione a Jerome Powell, Presidente Fed, che nel corso di questi mesi ha più volte riaffermato la necessità di osservare con attenzione i dati che mese dopo mese sarebbero stati comunicati, rimandando qualsiasi decisione alla loro positività.
Ieri sera il mercato statunitense ha chiuso in negativo, per quanto sul finale di seduta abbia tentato di recuperare le perdite.
Di tenore ben diverso, questa mattina, i mercati asiatici, con tutti gli indici in positivo.
Spicca l’Hang Seng di Hong Kong, in rialzo del 2,18%: se dovesse chiudere le contrattazioni su questi livelli, porterebbe a + 9% il saldo settimanale.
Molto bene anche Shanghai, + 1,17%, mentre a Tokyo il Nikkei ha chiuso + 0,81%. Sulla stessa falsariga Taiwan (+ 1,5%, + 3,2% la settimana) e Kospi di Seul (+ 1,1%, + 2,5% la settimana).
Futures Usa in rialzo, mentre le borse europee hanno aperto in territorio positivo (MIB + 0,64%).
Tutte in rialzo le materie prime: il petrolio (WTI) fa segnare + 0,60%, a $ 84,17.
Gas naturale USA a $ 1,991, + 0,05%.
Oro a $ 2.359, + 0,62%.
Spread a 131,1, con il BTP a 3,91%.
Bund a 2,60%.
Treasury a 4,68%, dopo aver toccato anche il 4,71%.
€/$ a 1,0732, con ulteriore rafforzamento per l’€.
Bitcoin a $ 64.280.
Ps: e così, nella prossima giornata del Campionato di serie A (Inter-Torino), esordirà una terna arbitrale tutta la femminile. La prima nella storia del ns campionato. In uno sport maschile per definizione chissà quale sarà l’approccio dei giocatori in campo (per non parlare del pubblico…).