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Premi di produttività: vantaggi e svantaggi per le aziende

I vantaggi e gli svantaggi per le aziende legati ai premi di produttività che possono essere elargiti ai propri dipendenti.

I premi di produttività sono uno strumento che le aziende hanno a disposizione al fine di motivare i propri dipendenti e migliorarne le prestazioni, provocando, di conseguenza, un aumento dei profitti aziendali. I lavoratori rispondono bene agli incentivi, che possono essere anche molto utili ai fini del reclutamento, per far entrare in azienda i migliori talenti. Il discorso vale per tutte le aziende? Scopriamo i vantaggi e gli svantaggi di questa pratica.

Premi di produttività: i vantaggi

Per le piccole imprese con budget limitati, creare uno schema di bonus di produttività può risultare complicato. Bisogna, infatti, trovare il giusto equilibrio tra premiare i propri dipendenti e portare avanti la propria attività, senza andare in bancarotta. Tuttavia, i bonus annuali non sono l’unico incentivo che si possono elargire ai propri sottoposti.

Premi di produttività

I premi puntano ad aumentare la motivazione e la produttività dei dipendenti. Per assicurarsi che la struttura sui cui si basano i bonus sia solida, è necessario delineare gli obiettivi che si intendono raggiungere con il proprio schema di incentivi.

Pertanto, è fondamentale definire gli obiettivi che i dipendenti devono raggiungere in un dato lasso di tempo, in modo che tale sistema di incentivazione sia specifico, misurabile, realizzabile e che permetta di ottenere risultati e che, soprattutto, sia limitato nel tempo. Se i dipendenti lavorano verso traguardi definiti, si potrà attuare un maggiore controllo sulle loro prestazioni.

La tassazione applicata e gli eventuali svantaggi

Bisogna sottolineare che i premi di produzione sono tassati. In Italia, in quanto considerati come denaro aggiuntivo che va a sommarsi allo stipendio tradizionale. Il premio, secondo le leggi vigenti, può essere assoggettato a un’imposta sostitutiva del 10% fino a massimo 3000 euro. La somma lievita a 4.000 euro, qualora i dipendenti abbiano un contratto stipulato prima del 24 aprile 2017.

Per evitare tale situazione, è possibile optare per soluzioni defiscalizzate come quella offerta dalla conversione dei premi di produttività in servizi di welfare aziendale, qualora tale opzione sia inclusa nel proprio contratto.
Lo confermano le circolari 28/E/2016 e 5/E/2018 dell’Agenzia delle Entrate, che chiariscono i contenuti delle Leggi di Stabilità 2017 e 2018 sottolineano come la tassazione agevolata garantisca dei vantaggi sia all’azienda che al lavoratore.
Il lavoratore, convertendo il premio di produttività in premio di risultato welfare può accedere, ad esempio, a sconti per i libri scolastici per i propri figli o alla pensione integrativa. In alternativa, per evitare la tassazione, il lavoratore può scegliere anche i buoni acquisto o i buoni carburante.

Gli svantaggi dei premi di produttività sono legati ad eventuali periodi di stress e di insuccesso: qualora un dipendente non ricavi i frutti del proprio lavoro, può far ricadere la propria frustrazione sull’attività lavorativa, visto che non riesce a raggiungere i propri obiettivi.

Daniela Caruso

Sono copywriter freelance e mi occupo di diverse tematiche. Sono laureata in Culture Digitali e della Comunicazione alla triennale e alla magistrale posseggo una laurea magistrale in Comunicazione Pubblica, sociale e Politica. Ho conseguito entrambi i titoli all’Università degli Studi di Napoli “Federico II”. Parlo tre lingue: inglese, francese e tedesco. Ho come passioni la musica (canto) e il disegno manga.

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Daniela Caruso

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