Fonte foto:https://pixabay.com/it/photos/pianificazione-edilizia-3536758/
La Giunta Solinas ha recentemente varato il Piano Casa per la Sardegna, un provvedimento che avrebbe abolito i vincoli di inedificabilità della costa sarda. Tuttavia a seguito dell’intervento del GRIG e di Stefano Deliperi, il Governo Draghi ha deciso di porre il veto sulla questione, ritenendo il provvedimento incostituzionale. Sembra infatti che la giunta volesse eludere gli obblighi di pianificazione per edificare nelle zone costiere. A dare forza a questa decisione c’è anche una petizione, firmata da circa 40 mila cittadini sardi, che vogliono proteggere il patrimonio paesaggistico e costiero dell’isola. Vediamo di capire cosa ha portato il Governo a bloccare il Piano Casa e a preservare fascia costiera e zone agricole tutelate.
Il tanto discusso Piano Casa studiato dalla Giunta Solinas ha da subito incontrato diverse resistenze. In primo luogo i Progressisti e la consigliere regionale Maria Laura Orrù ha evidenziato come il provvedimento voglia promuovere una cementificazione indiscriminata e selvaggia. Infatti il primo cittadino e la sua maggioranza sembrano non aver considerato i vincoli paesaggistici e ambientali della regione Sardegna.
Questo comportamento, giudicato prepotente e impreparato, sia dalla Orrù che dal Deputato Mario Perantoni. Quest’ultimo, pur dicendosi soddisfatto per il veto posto dal Governo Draghi, resta sconfortato dall’indifferenza mostrata dalla giunta sardo-leghista che non ha minimamente ascoltato le indicazioni degli esperti. Al coro si unisce anche Legambiente che ritiene fondamentale la risposta del Governo.
Per l’associazione infatti si tratta di una legge che puntava a eludere i regolamenti vigenti ed era in totale contrasto con le nuove politiche di protezione del territorio dell’Unione Europea comprese nel Green Deal.
Il ricorso del Governo Draghi contro il Piano Casa si conforma come un provvedimento fondamentale. Questa legge infatti con l’alibi del Covid e della spinta verso la costruzione prevedeva colate di cemento su un territorio conosciuto per le sue bellezze naturali. Inoltre concedeva l’autorizzazione per trasformare seminterrati e abitazioni all’insegna di una vera e propria “deregolarizzazione” urbanistica, con terribili conseguenze sotto il punto di vista ambientale e sostenibile.
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