In questi giorni l’indice ha perso 800 punti ( il famoso 4% anticipato) fino a portarsi oltre il supporto previsto a 20.400 e si è appoggiato in chiusura a 20.200. Domani potrebbe scendere fino a 20.000 o nella peggiore delle ipotesi a 19.970 dove lo aspetta il rintracciamento di Fibonacci .
Le Borse in questi giorni, come previsto nelle settimane scorse stanno scendendo. Scendono verso i loro supporti che sono di 19.970 per il Ftse, di 3.250 per lo Stoxx e di 11.844 per il Dax, sotto questi livelli ci sarebbe un’accelerazione al ribasso.
Cosa potrebbe innescarla ?
Le definitiva chiusura negativa dei rapporti Usa Cina, che ha già colpito duramente i tecnologici e sembra non avere fine. C’è molta incoscienza nell’agire di Trump che sembra non rendersi conto che un terzo dei suo Treasury è in mano cinese e basterebbe un po’ di ulteriore pressione per avviare disastrose ripercussioni finanziarie. E’ evidente che questa assurda guerra dei dazi non giova a nessuno ma, anche in Italia, era evidente che quota 100 e reddito di cittadinanza non avrebbero portato alcun beneficio e invece le hanno avvallate.
In Italia la situazione è davvero disastrosa. Pendono sul nostro capo le seguenti potenziali disgrazie : Pil a -0,1% nel prossimo trimestre, giudizio UE che potrebbe portarci a infrazione, potenziale downgrade a junk bond, crisi economica diffusa e calo degli occupati, produzione industriale in affanno e PMI sotto il 50 ( indicatore di recessione ) . In più le liti tra i due partiti generano proprio quel che i mercati temono di più : l’incertezza. I continui incoerenti messaggi dati quotidianamente, l’attenzione su temi irrilevanti come la cannabis e i grembiuli a scuola, non servono a niente e danno la precisa sensazione che il governo non abbia la benchè minima idea costruttiva sull’economia italiana.
In questo contesto alcuni titoli che avevano brillato subiscono delle gravi punizioni : STM che scende oggi del 5%, Prysmian che aveva recuperato il gap sta tornando verso il basso, Finecobank, che aveva brillato fino a 40 gg fa sta scendendo con velocità e volatilità mentre Unicredit testa i 10 euro.
Come avevamo anticipato gli stacchi cedole, le elezioni europee, la lite Usa Cina, e la crisi italiana con lo spread a 280 ( circa 6,5 miliardi di interessi da pagare in più a fine anno se resterà a questi livelli ), stanno accompagnando la discesa.
Toccati i supporti si auspica un movimento laterale prodromo a una risalita dell’indice verso i 22.000 nel secondo periodo dell’anno. Incredibilmente, infatti, le industrie resistono e generano cassa. Tanto di cappello agli imprenditori. Ma non si può tirare troppo la corda e portare il deficit al 3% e il rapporto deficit /Pil a 140 sarebbe un vero e definitivo suicidio. Speriamo che le elezioni europee non prendano la rotta sbagliata o per l’ Italia si aprirebbe un periodo di grave crisi economica.