
Cosa sono i contributi volontari (www.economiafinanzaonline.it)
Il percorso lavorativo di ogni individuo è raramente lineare. Spesso, alcuni fattori possono portare a interruzioni nell’attività lavorativa.
In tali casi, l’assenza di un rapporto di lavoro implica anche la sospensione della contribuzione previdenziale, fondamentale per garantire una pensione adeguata in futuro. È qui che entrano in gioco i contributi volontari INPS, un’opzione strategica per coloro che desiderano mantenere la continuità contributiva e tutelare la propria posizione previdenziale.
I contributi volontari sono versamenti che ogni lavoratore può effettuare autonomamente all’INPS per coprire i periodi in cui non si svolge un’attività lavorativa. Questi versamenti hanno come obiettivo principale quello di non interrompere la carriera assicurativa, consentendo così di maturare il diritto alla pensione di vecchiaia o anticipata. Inoltre, versare contributi volontari può aumentare l’importo della prestazione pensionistica futura, un aspetto da non sottovalutare in un contesto economico sempre più complesso.
Per accedere a questa opportunità, è necessario ottenere un’autorizzazione preventiva dall’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale. Questo passaggio è cruciale, poiché senza l’approvazione ufficiale, i versamenti non verranno riconosciuti.
Chi può richiedere i contributi volontari
Possono richiedere l’autorizzazione al versamento dei contributi volontari diverse categorie di lavoratori. In particolare, possono farlo:
- Lavoratori che hanno cessato o interrotto l’attività lavorativa.
- Coloro che hanno almeno 5 anni di contributi versati (pari a 260 settimane) in qualsiasi epoca.
- Chi ha almeno 3 anni di contributi nei 5 anni precedenti la domanda.
Tuttavia, è importante notare che i soggetti già titolari di pensione non possono accedere a questa facoltà, salvo alcune eccezioni specifiche.

Nel 2025, l’importo dei contributi volontari varia in base alla categoria del lavoratore e al reddito percepito nell’ultimo periodo di attività. L’INPS stabilisce annualmente dei valori minimi. Per il 2025, gli importi minimi da versare sono i seguenti:
- Lavoratori dipendenti del settore privato: 3.777,36 euro annui (72,64 euro settimanali).
- Artigiani: 4.354,48 euro annui.
- Commercianti: 4.391,40 euro annui.
- Coltivatori diretti, coloni, mezzadri: da circa 1.034 a 4.248 euro l’anno, in base al reddito dichiarato.
- Iscritti alla Gestione Separata: 27% del reddito di riferimento.
Per i lavoratori dipendenti, il calcolo si basa sulla media delle retribuzioni imponibili degli ultimi 12 mesi di attività. Gli importi sopraindicati sono stati aggiornati in base alla circolare INPS n. 58 del 14 marzo 2025.
Versare contributi volontari può rivelarsi una scelta strategica in diverse situazioni. Alcuni dei principali motivi per cui potrebbe essere vantaggioso includono:
- Raggiungere i requisiti minimi per la pensione: I contributi volontari possono aiutare a completare il numero necessario di anni di contribuzione per accedere alla pensione di vecchiaia o anticipata.
- Evitare la dispersione di contributi pregressi: Mantenere la continuità dei versamenti evita la perdita di diritti acquisiti in passato.
- Aumentare l’importo della futura pensione: Ogni anno di contributi versati si traduce in un incremento dell’assegno pensionistico, rendendo questa opzione interessante per chi desidera una pensione più elevata.
- Colmare periodi scoperti: In una carriera lavorativa caratterizzata da discontinuità, i contributi volontari possono aiutare a tappare i “buchi” nei periodi di non lavoro.
È sempre consigliabile effettuare una simulazione sul sito INPS o rivolgersi a un patronato per valutare la convenienza dell’operazione in base alla propria situazione specifica.
Come presentare la domanda
La domanda per ottenere l’autorizzazione al versamento dei contributi volontari può essere presentata attraverso diverse modalità:
- Online, utilizzando il portale INPS e accedendo con SPID, CIE o CNS.
- Attraverso l’app INPS Mobile.
- Tramite un patronato o intermediario abilitato.
Una volta accolta la domanda, l’INPS invierà i bollettini con gli importi da versare, che dovranno essere pagati con cadenza trimestrale.
In conclusione, è fondamentale analizzare attentamente la propria posizione contributiva e consultare un esperto per valutare la soluzione più adatta, in modo da ottimizzare il proprio futuro previdenziale.