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Partite IVA, se non hai accettato il CPB preparati al peggio: ecco perché

Allerta fisco! Invio massivo di lettere ai contribuenti; a quale scopo sono state indirizzate e come bisogna comportarsi

La Partita IVA serve a contribuire l’imposta sul valore aggiunto all’Agenzia delle entrate. Si tratta di un codice numerico che identifica i lavori autonomi (non dipendenti), che sono tenuti ad aprirla se hanno entrate superiori a 5000 euro l’anno e se l’attività svolta è continuativa.

Un lavoratore, per aprire la partita IVA, necessita di fare domanda, in modo gratuito, presentando il modulo in cui si indica il codice ATECO, allegando un documento d’identità in corso di validità o in maniera telematica, attraverso il portale web dell’Agenzia delle Entrate, o di persona, presso un ufficio della stessa.

In Italia, i requisiti minimi per poter aprire una Partita IVA sono: aver compiuto la maggiore età ed essere residenti in Italia, anche se per alcune specifiche professioni, è necessario possedere qualifiche o abilitazioni.

Identificando il titolare dell’attività e la sua posizione fiscale, permette lui di pagare contributi quali IRPEF, contributi INPS, assicurazione INAIL e iscrizione alla Camera di Commercio.

Il ruolo dell’Agenzia delle Entrate

L’Agenzia delle Entrate, attiva dal 1° gennaio 2001, ha il compito di svolgere tutte le funzioni relative alla gestione, all’accertamento e alla riscossione dei tributi. Questo ente è sottoposto alla vigilanza del Ministero dell’Economia e delle Finanze, facendo sì che operi in piena responsabilità gestionale ed operativa. L’agenzia opera allo scopo di raggiungere determinati obiettivi, tra i quali incrementare l’azione di contrasto all’evasione fiscale e migliorare i servizi di assistenza ed informazione.

Proprio la tematica del contrasto all’evasione ha assunto un’importanza sempre crescente nel corso degli anni, arrivando a divenire una meta prioritaria da raggiungere. La violazione di regolamenti e norme attuate dal contribuente viene definita evasione fiscale; si tratta di un’infrazione volta a ridurre o eliminare il prelievo fiscale effettuato dallo Stato. Questa trasgressione fa sì che il recupero di fondi che lo Stato dovrebbe impiegare nella spesa pubblica venga a mancare, causando, come risposta dello Stato stesso, tagli alla pubblica amministrazione, riduzione dei servizi pubblici e conseguente aumento della pressione fiscale, data dall’elevamento della tassazione a carico dei contribuenti.

fisco, controlli antievasione – www.economiafinanzaonline.it

La serrata azione dell’Agenzia

L’Agenzia delle Entrate ha inviato oltre 700.000 lettere ai lavoratori possessori di partita IVA con il principale obiettivo di combattere l’evasione, e la conseguente pressione, fiscale. Si tratta di un’iniziativa promossa da Maurizio Leo, viceministro dell’economia e delle finanze, volta a recuperare 1,2 miliardi di euro da destinare alla riduzione IRPEF dal 35 al 33%. I destinatari delle lettere sono, generalmente, tutti coloro che hanno dichiarato redditi inferiori a 15.000 euro annui; l’agenzia avrebbe, tuttavia, rilevato una serie di anomalie, grazie all’individuazione di contribuenti dichiaranti redditi inferiori rispetto alle soglie minime.

E’ stato proprio il fidiellino Leo ad intervenire sull’argomento per chiarire i punti maggiormente dubbi o contestati. Secondo lo stesso, l’invio delle lettere non è da interpretare come una condanna che lo Stato vuole emettere nei confronti dei suoi debitori, ma possiede solo una funzione di avviso preventivo, dunque non punitivo. Coloro che ricevono questo avviso dovranno, perciò, agire nel più breve tempo possibile, al fine di evitare di incorrere in sanzioni più salate.

Roberto Toob

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