Vediamo quindi di comprendere cosa si intende per paniere e in che modo esso si ricava, attraverso questa semplice guida.
Il paniere Istat è un particolare strumento o metro di misura impiegato al fine di calcolare in maniera oggettiva gli indici dei prezzi al consumo sia per l’intera collettività nazionale, indice definito in questo caso con l’acronimo NIC, che per le famiglie di operai e impiegati, indice invece definito attraverso l’acronimo FOI. In esso, a partire dal 2018 figurano 1489 prodotti elementari in totale (7 in più rispetto al 2017), raggruppati in 920 prodotti, ulteriormente suddivisi in 404 aggregati, tuttavia esiste un ulteriore indice identificato con l’acronimo IPCA relativo ai prezzi al consumo omologato in funzione dei Paesi dell’Unione europea. Quali sono quindi le principali differenze che intercorrono tra gli indici calcolati mediante il paniere?
Il Ministero dello Sviluppo ha contribuito a chiarirne le differenti finalità: il NIC viene impiegato per misurare l’inflazione contemplando l’intero sistema economico nazionale, considera cioè l’Italia come un insieme di consumatori caratterizzati da abitudini diversificate e differenti. Il FOI invece fa riferimento ai consumi dell’insieme delle famiglie che hanno a capo un lavoratore dipendente mentre l’IPCA assicura invece una misura dell’inflazione facilmente rapportabile a livello europeo.
Tutti i prodotti presenti nel paniere e il relativo peso a livello economico vengono quindi via via definiti in base a quella che è la spesa effettiva delle famiglie del Paese: questo contribuisce a fare in modo che il paniere stesso rappresenti nel modo più fedele possibile, la reale struttura dei consumi della popolazione. Ogni anno viene quindi definito un campione di prodotti per i quali la dinamica legata al prezzo è parte integrante di un insieme di prodotti più ampio. Un esempio è dato dai “Piccoli accessori elettronici” strettamente correlati a ricambi prese di corrente, pile, lampadine a risparmio energetico, lampadine a led e via discorrendo.
Fonte principale di tutte le informazioni legate ai consumi, è l’indagine Istat che ogni anno coinvolge oltre 28mila famiglie italiane. Tuttavia tali informazioni sono altresì integrate da ulteriori fonti sia interne che esterne quali ad esempio stime di contabilità nazionale, indagini relative al commercio estero e produzione industriale, dati ACNielsen, SIAE e Banca d’Italia in modo da assicurare un’accurata e meticolosa mappatura a livello informativo ed economico di quelli che sono i consumi.
Tre sono le modalità attraverso le quali vengono estrapolati i dati relativi al paniere: la prima, che coinvolge 72,7% dei prodotti presenti nel paniere è caratterizzata dalla rilevazione effettuata dai rilevatori comunali preposti su tutto il territorio nazionale. La seconda, relativa al 23,6% del paniere, è caratterizzata dalla rilevazione effettuata direttamente dall’Istat mentre la terza è la raccolta che avviene mediante le fonti amministrative quali il Ministero dello Sviluppo Economico coinvolgendo il 3,7% del paniere.
L’Istat, all’inizio di ogni anno, al fine di effettuare la rilevazione sul territorio, invia agli Uffici Comunali di statistica, un elenco che racchiude tutti i prodotti da rilevare, unitamente alle singole caratteristiche e specifiche: questo per consentire un rilevamento omogeneo e coerente per tutta l’Italia. E’ invece responsabilità del rilevatore rintracciare per ciascun prodotto, quello più venduto e consumato tra quelli che rispondo alle caratteristiche proposte dall’Istat. Analogamente il prezzo del medesimo prodotto, mese dopo mese, per l’intero anno, viene così monitorato.
La raccolta dei prezzi che viene invece direttamente effettuata dall’Istat coinvolge tutti quei prodotti che possiedono le rispettive caratteristiche:
In ultimo invece, la rilevazione diretta avviene principalmente via Internet, o attraverso nuove tecniche di raccolta dati che impiegano procedure automatiche di web scraping.
Fonte Immagini: https://www.pexels.com/photo/white-graphing-paper-164686/
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