Comprare una casa durante la pandemia e la crisi sanitaria sembra una pessima idea? In realtà i numeri dicono il contrario! Ecco perché conviene aprire un mutuo durante il Covid.
Con il lockdown in primavera il mercato immobiliare e dei mutui sembrava dovesse passare un duro stop e una conseguente grave crisi economica. Tuttavia così non sembra essere stato! Durante la Fase 1 gli italiani pare abbiano messo al primo posto la necessità di una casa sicura e confortevole e gli acquisti e le richieste di mutuo sono aumentati considerevolmente a giugno 2020. Tutti i cittadini che hanno deciso di comprare una casa adesso hanno fatto bene?
Vediamo meglio i dati sui tassi, l’apertura delle banche e i soggetti principali da conoscere per aprire un mutuo al tempo del Coronavirus (e non).
Mutuo e Coronavirus: conviene o no?
Sembrava impossibile ma l’incremento dei mutui dopo il lockdown di marzo 2020 ne è una prova: nonostante il Coronavirus non c’è stato uno stop in questa fascia di mercato ma, per lo più, un rallentamento. Per quale motivo? La permanenza forzata in casa ha permesso agli italiani di informarsi, valutare i rischi e scegliere anche le piattaforme di mutuo online per il calcolo della rata del mutuo.
Inoltre ci sono almeno 3 ragioni per cui conviene stipulare un mutuo durante il Coronavirus:
- Distanza a livelli minimi tra tassi di interesse fissi e tassi variabili
- Massima apertura delle banche per il finanziamento
- Tassi fissi mai così bassi. Infatti raggiungono una soglia inferiore addirittura allo 0,5 %, mentre nei primi mesi del 2019 arrivava a 1,5 punti percentuali.
La percentuale influisce pesantemente sulla rata mensile dei mutuatari che, in media, risulta essere di 333 € (registra quindi un ribasso di circa il 3 % rispetto al 2019).
Cosa sapere per attivare un mutuo
Stipulare un mutuo nel 2020, per chi è riuscito a mettere da parte dei risparmi, sembra quindi un’idea vincente per scegliere la casa dei sogni dove passare momenti di serenità e sicurezza. Tuttavia aprire un mutuo non è così immediato e le variabili da mettere in campo sono numerose. Non vogliamo spiegarvi dalla A alla Z come ci si muove, ma ecco alcuni punti che non potete non conoscere prima di prendere una decisione così importante:
- Il mutuo prevede una durata (che va dai 5 al 30 anni a seconda dell’ammontare della rata), ma anche una finalità e naturalmente dai tassi di interesse che aumentano la somma finale dovuta.
- I tassi di interesse si dividono in fissi e variabili. Il tasso fisso è legato all’Irs (Interest Rate Swap) ovvero un contratto a termine che permette di annullare il rischio connesso alle oscillazioni dei tassi di interesse variabili. I tassi di interesse variabili sono infatti legati alla Bce (Banca Centrale Europea) e all’Euribor, subiscono fluttuazioni anche considerevoli e da entrambe le direzioni e non permettono di stabilire una rata certa per tutta la durata del mutuo.
- Valutare bene il TAEG (Tasso Annuo Effettivo Globale) che indica il costo esatto del finanziamento e racchiude tutte le voci di spesa del mutuatario dovute alla banca finanziatrice come anche i bolli statali, le imposte, le spese di perizia.
- Ultimo punto fondamentale è la possibilità di surroga. Ovvero la possibilità di trasferire a costo zero l’intero mutuo dalla banca originale a un’altra, per apportare modifiche più favorevoli al mutuatario senza modificare l’importo del finanziamento.