L’Europa ritiene che Meta abbia abusato della sua posizione dominante, attraverso il suo servizio di pubblicità online, che imporrebbe condizioni commerciali sleali ai suoi concorrenti. Il 4 giugno 2021, la Commissione europea ha avviato un’indagine preliminare riguardante un possibile comportamento anticoncorrenziale di Facebook nel mercato europeo e dei suoi oltre 400 milioni di utenti regolari.
La Commissione Europea è giunta alla conclusione che Meta, società madre di Facebook (che possiede anche WhatsApp, Messenger e Instagram), abbia violato le norme dell’Unione Europea sulle pratiche anticoncorrenziali. Ritiene, inoltre, che l’azienda distorca la concorrenza nei mercati della pubblicità online.
In un comunicato, la Commissione Europea spiega che – a causa della sua posizione dominante sul “mercato dei social network professionali”, oltre che sui mercati pubblicitari – Meta avrebbe abusato di questa situazione in due casi.
Il primo è l’automazione dell’accesso dei suoi utenti al Marketplace di Facebook. “La Commissione teme che i concorrenti di Facebook Marketplace possano essere esclusi, dato che il collegamento offre a Facebook un vantaggio di distribuzione sostanziale che i concorrenti non possono eguagliare“.
Il secondo è che Meta imporrerbbe unilateralmente “clausole commerciali abusive sui servizi pubblicitari online concorrenti” che fanno pubblicità su Facebook o Instagram.
Questa “comunicazione degli addebiti” nei confronti di Meta da parte della Commissione europea è, però, solo un passaggio della procedura stessa.
Così informata, Meta può modificare la propria pratica commerciale, rispondere o difendersi. Se, però, al termine di tutte queste procedure, l’infrazione viene effettivamente accertata, Meta rischia una sanzione “fino al 10% del fatturato mondiale annuo della società interessata“.
“La nostra preoccupazione preliminare espressa è che Meta stia legando il suo social network dominante, Facebook, ai suoi servizi pubblicitari online chiamati Facebook Marketplace“, ha affermato Margrethe Vestager, Commissario europeo per la concorrenza dal 2014.
Ciò “significa che gli utenti di Facebook non hanno altra scelta che accedere al Marketplace di Facebook. Inoltre, siamo preoccupati per il fatto che Meta abbia imposto clausole commerciali sleali che le consentono di utilizzare i dati sui servizi pubblicitari online concorrenti. Se confermate, le pratiche di Meta sarebbero illegali secondo le nostre regole sulla concorrenza“, ha aggiunto la Vestager.
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