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Medici con le pezze: sempre più professionisti si lamentano degli stipendi, cosa sta succedendo

Medici con le pezze: cresce il malcontento tra i professionisti della salute per gli stipendi troppo bassi. Scopri di più sulle cause.

Oggi come oggi, parlare di stipendi è diventato inevitabile. Siamo in un periodo in cui anche chi ha studiato per anni, faticando sui libri e investendo tempo ed energie, si ritrova a fare i conti con retribuzioni che non rendono giustizia ai sacrifici fatti. Una situazione che, fino a qualche anno fa, sembrava impensabile per certe categorie professionali.

Ma non è solo una questione di soldi. Qui si tratta di molto di più: della possibilità di avere una carriera soddisfacente, di costruirsi un futuro stabile e, soprattutto, di sentirsi rispettati nel proprio lavoro. Eppure, sempre più persone, anche tra i lavoratori più qualificati, raccontano di sentirsi bloccate, quasi prigioniere di un sistema che invece di premiare il merito sembra fatto apposta per mortificarlo.

Non sorprende, quindi, che tanti giovani decidano di fare le valigie e cercare fortuna altrove. Il fenomeno dell’emigrazione per lavoro non è una novità, ma oggi colpisce anche quelli che dovrebbero rappresentare l’eccellenza intellettuale e professionale del Paese. Una fuga di talenti che dovrebbe farci riflettere.

Tra le tante professioni colpite da questa crisi, ce n’è una che più di tutte simboleggia il problema: quella dei medici. Parliamo di persone che dedicano anni della loro vita a formarsi, che sacrificano tempo, denaro e spesso anche relazioni personali, per poi trovarsi a lottare per uno stipendio che non ripaga affatto i loro sforzi.

Il declino delle retribuzioni in Italia

I numeri parlano chiaro e, purtroppo, dipingono un quadro deprimente. Tra il 2015 e il 2022, gli stipendi dei dirigenti medici italiani sono scesi del 6,2%. Questo dato, fornito dall’Anaao Assomed, racconta una realtà che mette a dura prova la resistenza di chi lavora nella sanità pubblica.

Se poi guardiamo all’Europa, il confronto è davvero sconfortante. In Italia, un medico in formazione specialistica guadagna meno rispetto ai colleghi di molti altri Paesi, piazzandosi al quint’ultimo posto in classifica. Solo Grecia, Slovacchia e poche altre nazioni fanno peggio di noi. Nel frattempo, Paesi come Germania, Austria e Olanda offrono stipendi decisamente più generosi, attirando professionisti italiani stanchi di lottare contro un sistema che non li valorizza. E non è solo una questione di soldi. Le carriere sono spesso ferme, senza reali opportunità di avanzamento. Molti lamentano una meritocrazia assente e condizioni di lavoro sempre più difficili, con turni infiniti e risorse che scarseggiano. Insomma, lavorare nella sanità pubblica sembra più un sacrificio che una scelta di vita.

Quanto guadagna un medico di base?

L’esodo dei professionisti e il suo impatto

Davanti a questo scenario, non stupisce che migliaia di medici decidano di mollare tutto. L’Anaao Assomed ha registrato oltre 8.000 dimissioni solo nell’ultimo anno e mezzo. Ma attenzione: non è solo questione di stipendio. Certo, i soldi contano, ma il problema è più profondo.

Chi lavora in ospedale deve affrontare condizioni insostenibili, con organici ridotti all’osso, carichi di lavoro impossibili e una crescente esposizione a rischi, comprese aggressioni fisiche e denunce. È una situazione che logora, che porta tanti a dire “basta”. Ma le conseguenze non si fermano qui. Questa “fuga bianca”, come la chiamano, rischia di svuotare il nostro sistema sanitario, lasciandoci senza personale qualificato e con un servizio sempre più fragile. Senza interventi seri, ci troveremo davanti a un deserto di competenze, in cui a pagare il prezzo più alto saranno i cittadini.

Roberto Toob

Capace di trasformare concetti complessi in contenuti chiari e accessibili, adatti a un pubblico variegato.

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