Il turismo è in crisi, e la colpa è dell’UE. Sta arrivando una maxi tassa per chi oltrepassa le frontiere, e dal 2025 sarà un problema.
Le tasse legate al turismo sono imposte applicate ai viaggiatori per finanziare i servizi pubblici e sostenere le infrastrutture locali nei luoghi di maggiore afflusso turistico. Queste tasse variano in base al Paese, alla regione o alla città e possono essere richieste sotto diverse forme, come la tassa di soggiorno, tasse aeroportuali o sovrapprezzi sui servizi.
La tassa di soggiorno è una delle più comuni. Applicata agli alloggi turistici, viene calcolata per notte e per persona e varia in base alla categoria dell’alloggio e alla località. I fondi raccolti vengono spesso utilizzati per migliorare le infrastrutture turistiche, preservare i siti culturali e naturali o promuovere il turismo locale.
Le tasse aeroportuali sono un altro esempio. Questi costi, inclusi nel prezzo del biglietto aereo, finanziano la manutenzione degli aeroporti e i servizi legati al trasporto aereo.
Altre imposte, destinate alla conservazione di parchi naturali o alla gestione dei rifiuti, riflettono l’attenzione crescente verso un turismo sostenibile e responsabile, favorendo la protezione delle risorse locali per le generazioni future.
Alcune nuove regolmentazioni
La forza di un passaporto si misura dalla libertà di movimento che garantisce, permettendo l’ingresso in numerosi Paesi senza bisogno di un visto. I cittadini di nazioni con passaporti “forti”, come Giappone, Germania e Singapore, possono viaggiare in oltre 190 nazioni senza complicazioni, una condizione che facilita non solo i viaggi turistici, ma anche le opportunità lavorative e di studio. Questo privilegio rappresenta un vantaggio competitivo in un mondo sempre più globalizzato.
Tuttavia, cambiamenti geopolitici e nuove normative possono influenzare questa libertà di movimento. Dal 2025, l’Unione Europea introdurrà nuove regole di accesso per i cittadini extracomunitari. Questi viaggiatori, provenienti da Paesi come Stati Uniti, Regno Unito, Canada e Australia, dovranno richiedere un’esenzione dal visto simile all’Esta statunitense, al costo di 7 euro, con alcune esenzioni per minori e over 70. L’obiettivo è rafforzare la sicurezza alle frontiere e prevenire rischi legati a criminalità e terrorismo.
Nuove misure di sicurezza
Oltre all’esenzione dal visto, l’Unione Europea introdurrà l’Entry/Exit System (EES) a partire dal 10 novembre 2025. Questo sistema richiederà ai viaggiatori extracomunitari di fornire dati biometrici, come impronte digitali e scansioni facciali, che saranno conservati in un database per cinque anni. Questa misura punta a rafforzare la sicurezza, ostacolando l’utilizzo di documenti falsi e monitorando con maggiore precisione gli ingressi e le uscite dall’area Schengen.
Tuttavia, l’implementazione di questi nuovi sistemi potrebbe causare disagi nei tempi di controllo alle frontiere, con un aumento delle attese da 45 secondi a circa 2-3 minuti per persona. Nonostante le possibili difficoltà iniziali per i viaggiatori e gli operatori del turismo, l’Unione Europea ritiene che queste procedure garantiranno una maggiore protezione per i cittadini e contribuiranno a rendere più sicuro l’accesso all’area Schengen. Queste misure, seppur contestate, rappresentano un passo significativo verso un controllo più rigoroso e responsabile delle frontiere europee.