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Licenziamento tramite WhatsApp: il Ministero del Lavoro si esprime sul divieto

In seguito agli ultimi casi di licenziamento, tramite forme digitali, causati dalla pandemia, Il Ministero del Lavoro ha regolamentato quelli per delocalizzazione: ecco come.

Il licenziamento tramite WhatsApp e altre app di messaggistica o videochiamata non è illegale, il problema è soltanto di natura etica. Il Ministero del Lavoro ha, dunque, deciso di regolamentare i licenziamenti per delocalizzazione obbligando le aziende a comunicarlo anche per iscritto.

Licenziamento tramite WhatsApp: nuove regole per casi di delocalizzazione

Per evitare una deriva di tali comportamenti e assicurare ai lavoratori una transizione più soft, il Ministero del Lavoro ha approvato il “pacchetto anti delocalizzazioni“. I licenziamenti devono avvenire tramite forma scritta, quindi anche tramite app come WhatsApp, email, Telegram, ma bisogna informare il dipendente tramite una comunicazione ai sindacati almeno 90 giorni prima. In allegato anche la comunicazione ai sindacati e alle Regioni interessate, ai ministeri del Lavoro e dello Sviluppo e all’Anpal. Le motivazioni della dislocazione devono essere valide e di natura economica, finanziaria o tecnica. Un punto importante riguarda i piani di ammortizzatori sociali e gli incentivi ai sindacati. «C’è una volontà di contrastare le imprese che fanno attività di carattere esclusivamente speculativo, depauperando un patrimonio industriale che è di tutto il Paese» dice il ministro Andrea Orlando.

licenziamento tramite whatsapp

Licenziamento tramite WhatsApp: le sanzioni per le aziende

Poco si conosce circa le sanzioni per le aziende. Le aziende che non rispettano le nuove regole vanno incontro a delle sanzioni. Si parla di pagare il doppio del contributo di licenziamento se non viene presentato il piano, il 50% in più per mancato accordo sindacale. I controlli sui piani di ammortamento e incentivi sono affidati alla struttura per le crisi d’impresa del Mise.

Agevolazioni e incentivi per le aziende virtuose

Il ministro Giancarlo Giorgetti chiede agevolazioni per le aziende virtuose. È previsto uno sconto sull’imposta di registro e le imposte ipotecaria e catastale e 200 euro per il trasferimento dei beni strumentali con la cessione si mantengono attività e posti di lavoro. Le imprese che investono in Italia avranno agevolazioni per l’acquisto di immobili da imprese in chiusura, un fondo di 100 milioni di euro per il prepensionamento e la decontribuzione totale per chi assume a tempo indeterminato lavoratori provenienti da aziende in fallimento.

Viviana Calabria

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