Direttore: Alessandro Plateroti

Il villaggio globale in cui viviamo ci ha insegnato che ogni avvenimento importante ha le sue conseguenze.

E le guerre, attuate o soltanto paventate, hanno sempre influito sui mercati, perché è la psicologia dei consumi a mutare, portando con sé nuovi trend.

Nell’ultimo periodo, i riflettori si sono accesi sull’alta tensione tra Ucraina e Russia. Le prove di dialogo e di compromesso ci sono: si assiste quotidianamente a messaggi tra i presidenti Joe Biden e Vladimir Putin, ma come andrà a finire?

Resta il fatto che, nel caso nascesse un conflitto vero e proprio, sarebbero tante le conseguenze a livello mondiale. Anche i mercati subirebbero variazioni inattese, legate all’instabilità e all’emergenza.

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Investimenti: quali trend in caso di guerra?

Secondo l’agenzia di stampa britannica Reuters, tra le possibili conseguenze in borsa in caso di guerra ci sarebbe la corsa ai beni rifugio. Schizzerebbe la richiesta di obbligazioni, le quali rappresentano asset fra i più sicuri, parallelamente all’acquisto dell’oro e dello yen.

L’International Grains Council restituisce dati precisi rispetto alle produzioni agricole di quell’area: l’Ucraina rappresenta il terzo esportatore mondiale di mais per la stagione 2021/22 e il quarto esportatore di grano, mentre la Russia è il primo a livello mondiale. Dati che evidenziano quanto i prezzi del grano influiranno pesantemente su quelli dei beni di largo consumo.

Anche i mercati energetici sarebbero duramente colpiti da un’ipotetica guerra. L’Europa fa riferimento alla Russia per circa il 35% del suo gas naturale, un volume che aveva già subito una battuta d’arresto nel 2020 e che aveva già contribuito all’innalzamento dei prezzi.

Ovviamente non sarebbe da meno il mercato petrolifero, soggetto agli accordi tra Stati da sempre.

Le sostanziali incertezze che sono maggiori in un quadro geopolitico di questo tipo, porterebbero i mercati ad uno stato di emergenza nuovo per l’era digitale.

Aria di guerra: il miglior momento per investire?

Gli esperti si confrontano ad ogni paventata guerra: sarebbe davvero un momento d’oro per pensare agli investimenti? Che tipo di reazioni bisognerebbe aspettarsi? In effetti, le risposte possono trovare conforto soltanto nella storia. Quanto è accaduto in occasione di altri conflitti dovrebbe indicare la strada più probabile.

Meno semplice di quanto si pensi, è importante tener conto di numerosi fattori: la localizzazione geografica, la durata, l’impatto reale dello scontro.

Di grande interesse è un’analisi firmata da Il Sole 24 Ore che evidenzia quanto i mercati non disdegnino affatto le guerre. Analizzando i principali conflitti che si sono succeduti dalla Prima Guerra Mondiale (Granada, Panama, Guerre del Golfo, Kosovo, Afghanistan, Libia) si può notare come il Dow Jones abbia visto rialzi interessanti.

Le motivazioni sono numerose e si intersecano tra di loro, ma è necessario riflettere su più questioni. Il debito pubblico tende ad espandersi a fronte dell’incremento della spesa del Governo, portando di fatto ad un aumento dei titoli scambiabili. Mentre l’investitore scommette di più, puntando sulla crescita dell’industria della guerra.

Leggere la storia, comunque, resta un’attività di grande fascino e di estrema utilità. Di certo racconta quanto i mercati non amino l’incertezza. Scoppierà o non scoppierà? Questo è un tempo sospeso in cui non si sa bene cosa bisognerà affrontare, mentre seppure il panorama dovesse essere dei peggiori, si otterrebbero risposte migliori dai mercati globali.

11 febbraio: un assaggio dei mercati in guerra

Una data importante quella dell’11 febbraio scorso, che ha permesso ai mercati di fare le prove generali di una possibile guerra. Quando Jake Sullivan, il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, ha fatto presente che la Russia potrebbe attaccare l’Ucraina in qualunque momento, i mercati hanno reagito. L’idea dell’esercito russo pronto a iniziare un’invasione, qualora fosse arrivato l’ordine dal presidente russo Vladimir Putin, non poteva lasciare tutto immutato.

Aumentate le visite ai migliori siti per investire, i broker hanno assistito a una situazione di shock: il Dow Jones Industrial ha chiuso al ribasso (a conferma della negatività dell’incertezza), il petrolio è balzato insieme ai beni rifugio: oro, dollaro USA e yen giapponese. In effetti, quest’ultimo, è visto, da sempre, come un investimento molto sicuro in tempi di instabilità.

La preoccupazione più grande, sostenuta dagli esperti mondiali, resta il mercato energetico. L’aumento esponenziale sarebbe l’immediata conseguenza della conferma di un conflitto in atto. Un problema per l’Europa in particolare che, però, si ribalterebbe inevitabilmente sullo scenario mondiale, andando ad alimentare la volatilità dei mercati finanziari.

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ultimo aggiornamento: 17-02-2022


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