Dopo aver accelerato al rialzo spinto dalle parole di Draghi in Portogallo dove ha aperto alla possibilità di nuovi stimoli monetari a sostegno dell’economia, il Ftse Mib ha continuato a salire.
L’indice è atteso salire fino ai massimi a 22050 prima di mettere a segno fisiologici realizzi che riporterebbero le quotazioni verso 20500, 20350 .
La correzione ribassista potrà essere sintomo delle cresciute incertezze sulla governabilità dell’attuale esecutivo italiano, mentre continua a pesare sul rating dell’Italia, il rischio di procedura d’infrazione per debito eccessivo da parte della Commissione Europea.
Mentre nel medio-lungo, il sostegno dell’atteggiamento accomodante della Bce favorirà nuove risalite che permetteranno all’indice di allungare verso 23500, fino a 24000.
L’atteggiamento accomodante delle banche centrali ha favorito anche l’S&P che si avvicina ai fatidici 3.000. A quel livello probabilmente l’indice verrà respinto con rintracciamenti fino a 2.850. Poi potrebbe ripartire per l’attacco finale che gli consentirebbe di portarsi in Autunno sopra i 3.000 punti, grazie a un taglio dei tassi dello 0,5% .
I titoli italiani in pole position sono sempre gli energetici, grazie alle minacce di Trump e alle tensioni in medio oriente che hanno fatto salire i valori del petrolio. Snam, Italgas, Eni, Tenarissono in grande spolvero e pensiamo che la crisi non sarà di breve durata. Le agevolazioni delle banche centrali invece favoriranno la ripresa delle banche . Il top sarebbe un accordo USA –Cina in occasione della prossima riunione del G20 . A quel punto la ripesa sarebbe globale e una nuova ventata di ottimismo aiuterebbe le borse. Staremo a vedere, per il momento si può iniziare a pensare a un graduale rientro nelle posizioni rialziste, ma solo dopo la riunione del G20.