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Il 20 febbraio 2025, il ministro per lo Sviluppo Economico della Russia, Maxim Reshetnikov, ha confermato il rallentamento dell’economia del paese, evidenziando problematiche in diversi settori, dall’alimentare alla chimica, fino alla crisi di liquidità che affligge le banche. Le sue dichiarazioni, provenienti da un esponente di governo, assumono un peso particolare, poiché non provengono da economisti o analisti esterni, ma da chi è al centro della gestione economica della Federazione.
Segnali di rallentamento economico
Reshetnikov ha affermato che l’economia russa sta mostrando i primi segnali di un significativo raffreddamento. Le vendite e gli ordini stanno diminuendo in vari settori, una situazione aggravata dagli alti tassi di interesse e dall’inflazione. Durante un’intervista con l’agenzia di stampa Interfax, il ministro ha sottolineato che già dai dati di novembre e dicembre 2024 si era registrato un rallentamento della crescita, con settori chiave come l’industria alimentare, chimica e della produzione di legno che mostrano segni di difficoltà.
In particolare, il mercato automobilistico sta affrontando un calo delle vendite di veicoli per passeggeri e di macchinari specializzati, una situazione attribuita agli alti tassi di interesse sui prestiti. Questo contesto economico complesso è il risultato di una serie di fattori, tra cui il calo dei prezzi del petrolio, vincoli di bilancio e l’aumento dei crediti inesigibili da parte delle banche, che hanno toccato il 21%, rendendo insostenibili i rimborsi per molte aziende.
Le difficoltà delle banche russe
Il panorama bancario russo si presenta sempre più incerto. Dall’inizio del conflitto in Ucraina, le istituzioni finanziarie, sia statali che private, hanno ricevuto pressioni per aumentare i prestiti destinati alle aziende operanti nel settore bellico. Questa situazione ha portato a difficoltà significative per le banche, che ora si trovano a dover fare i conti con un aumento dei crediti inesigibili e una diminuzione delle loro riserve auree.
Alla fine del 2024, le riserve auree fisiche delle banche russe sono scese drasticamente a circa 38 tonnellate, un calo del 50% rispetto all’autunno del 2023. Questo rappresenta il livello più basso di oro detenuto dagli istituti commerciali dal luglio 2022. Secondo quanto riportato dalla Banca centrale russa, nel 2024 i saldi dei conti dei metalli preziosi sono diminuiti del 23,6% in termini monetari, mentre in termini fisici la diminuzione è stata del 46%, corrispondente a oltre 33 tonnellate.
Prospettive future per l’economia russa
Le parole di Reshetnikov risuonano come un campanello d’allarme all’interno del Cremlino, dove le reali condizioni economiche del paese sono ben note. La crisi attuale non è solo una questione di numeri, ma un riflesso di scelte strategiche che hanno portato a una situazione di crescente vulnerabilità. Il calo delle riserve auree, paragonabile solo a quanto accaduto durante la pandemia nel 2020, solleva interrogativi sulla capacità delle banche di sostenere l’economia russa in un contesto così sfavorevole.
Con l’andamento attuale, i prossimi mesi potrebbero rivelarsi ancora più difficili per la Russia, mentre i segnali di una crisi economica si intensificano. I dati recenti e le dichiarazioni dei funzionari governativi confermano un quadro complesso, in cui le sfide economiche si intrecciano con le dinamiche geopolitiche, rendendo incerto il futuro della Federazione.