Mario Draghi, consulente speciale della presidente della Commissione Europea e già presidente della Banca Centrale Europea, ha presentato il suo rapporto nella Sala Koch del Senato italiano il 18 marzo 2025. Durante il suo intervento, Draghi ha messo in evidenza la necessità di un mercato dei capitali e di un debito europeo per sostenere la difesa comune dei 27 Stati membri dell’Unione Europea, in un contesto di crescente tensione economica e geopolitica.
Nel suo discorso, Draghi ha sottolineato l’importanza di una strategia di difesa che vada oltre l’armamento tradizionale, includendo elementi come droni, tecnologia digitale, spazio e cybersicurezza. Ha evidenziato l’urgenza di creare un comando centralizzato per coordinare le forze armate dei vari Stati, che presentano differenze significative in termini di linguaggio, metodi e armamenti. L’ex premier ha affermato che l’Europa deve agire come un’entità unitaria per affrontare le sfide attuali.
Il discorso di Draghi ha anticipato le posizioni della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, la quale ha seguito il suo intervento e ha ripreso alcune delle sue idee. Meloni ha enfatizzato che la sicurezza dell’Europa non può limitarsi all’uso di armi, ma deve includere anche altri aspetti. Ha quindi chiesto al Consiglio Europeo di rivedere il piano “Rearm EU”, concepito per rivitalizzare l’economia tedesca, e ha collegato il tema della difesa a questioni come le migrazioni, proponendo che le risorse destinate al riarmo possano essere utilizzate per affrontare questo fenomeno.
Le dichiarazioni di Draghi hanno suscitato reazioni contrastanti, in particolare da parte di Meloni, che ha rifiutato l’idea di cedere sovranità in favore di una maggiore integrazione europea. Mentre Draghi sostiene la necessità di un’“Europa potenza”, Meloni ha difeso la visione di un continente composto da nazioni sovrane. Le divergenze tra le due posizioni evidenziano le tensioni interne all’Unione, specialmente riguardo alla gestione delle risorse e delle politiche di difesa.
Draghi ha anche criticato l’approccio attuale del piano “Rearm EU”, suggerendo che la spesa nazionale per la difesa potrebbe portare a un aumento delle importazioni dagli Stati Uniti, piuttosto che a un rafforzamento dell’industria europea. Ha avvertito che i singoli Stati membri potrebbero finire per finanziare l’industria militare americana, a scapito della costruzione di una capacità di difesa autonoma in Europa.
Il discorso di Draghi ha lanciato un allarme sulla necessità di un debito comune per mantenere unita l’Unione Europea, sottolineando che le attuali limitazioni di bilancio non consentono espansioni significative del deficit. Ha affermato che sarebbe un errore politico ridurre la spesa sociale e sanitaria, poiché ciò contraddirebbe i principi di solidarietà che sono alla base dell’identità europea.
La situazione economica e politica attuale richiede una riflessione profonda sulle strategie da adottare. La proposta di Draghi di una maggiore integrazione economica e di una difesa comune si scontra con le resistenze di alcuni Stati membri, che temono di perdere la propria autonomia. La sfida rimane quella di trovare un equilibrio tra le esigenze di sicurezza e il mantenimento del Welfare, in un contesto di crescente militarizzazione dell’economia europea.
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